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Il Mandala come simbolo di espressione del Sé – La funzione delle figure mandaliche secondo Carl Gustav Jung

Disegnare o colorare un mandala può favorire l’ascolto della propria voce interiore, la focalizzazione sul proprio sé, la realizzazione di un ordine interno

Di Arianna Grazzini

Pubblicato il 30 Mar. 2021

Il mandala è un diagramma geometrico, disposto simmetricamente intorno ad un centro, in forma di un quadrato inscritto in un cerchio o viceversa. La struttura del mandala è intrisa di significati simbolici universali nella misura in cui le varie parti di cui si compone hanno una precisa valenza metaforica. 

 

Il quadrato rappresenta un tempio, dimora della divinità alla quale il mandala è dedicato, nel quale si aprono quattro porte “protettrici della coscienza” poste in corrispondenza dei quattro punti cardinali.

Il cerchio rappresenta un simbolo universale che raffigura il cosmo, la creazione e la ciclicità delle cose. Forme e disegni circolari si trovano in natura, nelle costruzioni architettoniche, nei rituali e nelle religioni di ogni epoca.

A partire dalle epoche primordiali nella storia dell’uomo, antichissimi luoghi di culto sono costruiti in forma circolare: il sito neolitico di Stonehenge composto da enormi megaliti, i disegni rupestri, le  strutture sacre caratteristiche delle civiltà Mesopotamiche, ziqqurat, raffiguranti sia il cosmo che la storia della creazione. Presso alcune popolazioni anche le grotte erano dei luoghi di culto che rappresentavano l’incontro tra il cielo e la terra.

Il significato rituale e simbolico associato al mandala che, in virtù della sua forma circolare rappresenta “il cerchio eterno” della ruota della vita, si caratterizza come un filo conduttore che accompagna la storia dell’umanità.

La parola stessa mandala che in sanscrito significa cerchio-orbita-disco è divenuta di uso comune nel Buddhismo per indicare un disegno che raffiguri simbolicamente il cosmo.

In India e in Tibet i mandala rivestono da sempre una funzione importante nella vita religiosa nella misura in cui esprimono dei complessi concetti filosofici e religiosi e rappresentano degli ausili alla meditazione.

La potente funzione evocativa e simbolica delle figure mandaliche venne identificata dallo Psicologo del “profondo” Carl Gustav Jung quale “archetipo universale” che si può rivelare nei sogni, nelle visioni e nelle rappresentazioni pittoriche di ogni cultura come espressione dell’inconscio collettivo.

In particolare, viene riconosciuto a Jung il merito di aver introdotto l’utilizzo del mandala in ambito terapeutico nella Psicologia contemporanea come strumento di individuazione del Sé.

Nel corso di un periodo di profonda crisi personale, Jung si dedicò ad un intenso e significativo viaggio di esplorazione interiore durante il quale iniziò a disegnare spontaneamente sul proprio taccuino delle figure circolari che riflettevano il proprio stato d’animo in un dato momento.

Tali disegni, espressione spontanea dei moti inconsci, favorivano un cambiamento sul piano psicologico contribuendo a realizzare una trasformazione interiore.

Jung scoprì in seguito che tali figure circolari erano dei mandala che identificò come l’espressione inconscia del proprio Sé. Egli osservò:

il Sé mi appariva come la monade che io sono e che è il mio mondo. Il mandala rappresenta questa monade e corrisponde alla natura microcosmica dell’anima.

Secondo la visione junghiana l’archetipo del Sé, nel quale si unificano tutti gli aspetti consci e inconsci della psiche, costituisce il punto culminante del processo di individuazione lungo il percorso che l’individuo compie per realizzare la propria personalità.

Il mandala favorisce la concentrazione dell’energia psichica sul Sé, la conciliazione tra i poli psichici opposti e aiuta a ristabilire l’equilibrio degli estremi favorendo l’espressione del nucleo essenziale dell’anima nella sua intima conciliazione e totalità.

L’elaborato simbolismo che caratterizza le rappresentazioni mandaliche e il loro utilizzo nella Psicologia contemporanea a partire dagli studi di Jung, ci porta alla pratica di uno strumento creativo che risulta funzionale nel tracciare percorsi di auto-scoperta e auto-guarigione.

L’azione di disegnare o colorare un mandala può favorire l’ascolto della propria voce interiore, la focalizzazione sul proprio sé e la realizzazione di un ordine interno. Attraverso quelle dimensioni inconsce che guidano spontaneamente l’individuo nella scelta delle forme e dei colori di un mandala si può giungere alla percezione della propria totalità.

Dedicare del tempo al disegno di un mandala, in linea con le forme simmetriche e armoniche che lo caratterizzano e che rimandano ad un nucleo centrale, favorisce un’azione di riequilibrio e di centratura producendo un effetto psicologico di stabilizzazione e orientando l’individuo verso il proprio centro e la propria auto-coscienza.

Il Mandala produce altresì effetti benefici sulla psiche nella misura in cui riduce l’ansia e rafforza la concentrazione consentendo di esprimere pensieri sentimenti ed emozioni su un piano di osservazione acritica e di benevola accettazione del proprio Sé.

Dedicare del tempo ad un mandala significa creare un proprio spazio sacro, un luogo protetto e un centro all’interno del quale focalizzare le proprie energie favorendo un percorso di esplorazione di se stessi, di guarigione e di crescita personale.

La tua visione diventa chiara solo quando guardi dentro il tuo cuore. Chi guarda fuori, sogna. Chi guarda dentro, si sveglia. (C.G. Jung)

 

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Jung, G., C., (1983), L’uomo e i suoi simboli. Raffaello Cortina Editore: Milano.
  • Jung, G., C., (1977), Gli archetipi dell’inconscio collettivo. Bollati Boringhieri: Torino.
  • Fincher, F., S., (1996), I Mandala. Una via all’introspezione alla guarigione e all’espressione di sé. Casa Editrice Astrolabio: Roma.
  • Murty, K., (1998), Il libro illustrato dei Mandala. Disegni e meditazioni con i simboli primordiali della vita. Edizioni mediterranee: Roma.
  • Simboli. (1999). Garzanti Libri s.p.a: Italia.
  • Enciclopedia Europea (Vol.7). (1978). Garzanti Editore: Italia.
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