La prima sessione extra dell’European Conference on Digital Psychology (ECDP) ha visto come protagonista l’ergonomia cognitiva, le sue applicazioni e il ruolo dello psicologo in questo ambito.
La programmazione dell’ECDP includeva alcune sessioni extra, pensate per essere trasversali ai temi della psicologia digitale. La prima è stata tenuta dalla Dott.ssa Antonella Frisiello (Imm. 1), studiosa degli aspetti psicologici e sociali che influenzano l’utilizzo e l’interazione dell’uomo con le nuove tecnologie.
La docente ha trattato il tema dell’ergonomia cognitiva, una particolare disciplina in cui psicologia e innovazione si incontrano. In particolare, la relatrice ha presentato l’ambito di studio, ricerca e lavoro dell’ergonomia dell’Human Factor, area di interazione della psicologia con il design e l’innovazione, e l’Human Centred Design, ossia la metodologia di riferimento di questa disciplina.
Le nostre vite sono pervase da strumenti tecnologici proattivi in grado di anticipare i nostri bisogni. Le tecnologie, infatti, sono nate per migliorare le nostre abilità e rispondere alle nostre necessità. Facendo ciò, cambiano il modo in cui, per esempio, ricordiamo e costruiamo ricordi, esprimiamo la nostra identità, agiamo nell’ambito sociale, comprendiamo noi stessi e il mondo che ci circonda (sentiment analysis), comunichiamo e svolgiamo il nostro lavoro.
Imm. 1 Dott.ssa Antonella Frisiello
Le tecnologie fanno parte dell’ambiente, ma è riduttivo concepirle solo come degli strumenti, perché cambiano sostanzialmente il nostro modo di fare le cose; possiamo quindi considerarle un elemento che crea un sistema con l’ambiente e l’uomo. L’ergonomia si occupa della relazione, e della sua regolazione, tra uomo, ambiente e tecnologia come elementi di un sistema; usa un approccio inter e intra disciplinare per arrivare a progettare soluzioni che adattino condizioni ambientali, tecnologiche, organizzative, alle caratteristiche dell’uomo. Non agisce direttamente sull’uomo, ma sul suo contesto.
Le diverse discipline a cui afferisce l’ergonomia danno vita a varie aree di specializzazioni (politecnica, psicosociale e ambientale); ciascuna si occupa di aspetti diversi, ma tutte si basano su una prospettiva antropocentrica: l’uomo è il core dell’ergonomia. La pietra miliare della storia dell’ergonomia è il testo User Centered System Design (Norman & Draper, 1986) in cui gli autori rileggono in chiave psicologica l’interazione uomo-macchina, ponendo al centro l’uomo, ma, allo stesso tempo, promuovendo un approccio sistematico molto attento al contesto e proponendo una metodologia operativa.
Il percorso disegnato, perciò, si muove partendo dallo studio dell’uomo per poi trasformare quanto sappiamo in esperienze interattive, digitali, di servizio. Questo metodo è stato formalizzato e si è molto diffuso, tanto che ne parlano riviste dell’Harvard Business Review e che Google ha fondato la sua guida all’intelligenza artificiale sull’Human Centred Design. Anche l’Unione Europea ha assunto come principio di riferimento l’approccio Human Centred nell’innovazione, dall’intelligenza artificiale alla digital societies.
La relatrice, infine, mostra alcune esperienze personali per dare evidenza delle attività che uno psicologo ergonomo porta avanti nell’ambito di progetti di innovazione tecnologica. I progetti descritti sono stati tutti finanziati dalla Comunità Europea.
Un esempio nell’ambito salute è un grosso progetto che si focalizza sulla fragilità degli anziani e sulla domiciliarità: per mezzo di un’interfaccia robotica sociale si è fornita assistenza domiciliare a malati di broncopatia ostruttiva cronica. La sfida è stata quella di capire come ottimizzare l’interazione e quali servizi mediare attraverso questo strumento. È stato necessario sia eseguire un’analisi del contesto e dei requisiti degli utenti, sia progettare la valutazione della soluzione robotica implementata.