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ADHD e difficoltà emotive: quale relazione?

L'ADHD si presenta tipicamente con disturbi psichiatrici in comorbilità tra cui una serie di problemi relativi alla sfera emotiva.

Di Catia Lo Russo

Pubblicato il 24 Mar. 2021

Sembra che rispetto all’ADHD da solo, la sua co-occorrenza con problemi emotivi è associata a una maggiore compromissione sociale, un funzionamento accademico più povero, un maggior rischio di disturbi psichiatrici, abuso di sostanze e tentativi di suicidio.

 

Il disturbo da deficit di attenzione/iperattività (ADHD) è un disturbo comune del neurosviluppo caratterizzato da un pattern persistente di disattenzione e/o iperattività-impulsività che interferisce con il funzionamento e lo sviluppo (American Psychiatric Association, 2013). L’ADHD si presenta tipicamente con disturbi psichiatrici in comorbilità tra cui una serie di problemi relativi alla sfera emotiva (Erskine et al., 2016). Essi sono influenzati da fattori genetici e ambientali (American Psychiatric Association, 2013). Gli studi hanno riportato che l’ADHD e i problemi emotivi co-occorrono nell’infanzia (Chen et al, 2015; Rydell, Taylor, & Larsson, 2017) per tutta l’adolescenza e fino alla prima età adulta (Chen et al., 2015; Michelini, Eley, Gregory, & McAdams, 2015). Rispetto all’ADHD da solo, la sua co-occorrenza con problemi emotivi è associata a una maggiore compromissione sociale, un funzionamento accademico più povero, un maggior rischio di disturbi psichiatrici, abuso di sostanze e tentativi di suicidio (Rydell et al., 2017). Le ragioni della co-occorrenza di ADHD e problemi emotivi rimangono, tuttavia, poco chiare. Le persone con ADHD possono sperimentare problemi emotivi a causa di fattori di stress psicosociali associati all’ADHD, tra cui genitori severi, fallimento accademico e problemi con i coetanei (Meinzer, Pettit, & Viswesvaran, 2014). Inoltre, i sintomi di problemi emotivi come la mancanza di motivazione o la percezione della minaccia potrebbero influenzare le difficoltà di concentrazione, l’irritabilità e l’irrequietezza (Daviss, 2008; Fraser, et al., 2018). Potrebbe anche essere che i sintomi ADHD comportino problemi emotivi più tardi nella vita. Studi precedenti hanno dimostrato che i bambini e gli adolescenti con ADHD sono a maggior rischio di depressione e ansia successive (Eyre et al., 2019). Tuttavia, gli studi longitudinali precedenti non hanno testato l’ipotesi che i problemi emotivi potrebbero predire lo sviluppo di ADHD, in quanto i sintomi precoci non trattati relativi alla sfera emotiva potrebbero sfociare in disattenzione e impulsività, fino allo sviluppo successivo di sintomi ADHD. Lo scopo della presente ricerca longitudinale era quello di approfondire le associazioni tra i sintomi ADHD e problemi emotivi dall’infanzia e fino alla giovane età adulta. Nello specifico, è stato testato se: (1) i sintomi dell’ADHD comportassero più tardi problemi emotivi durante l’infanzia e viceversa; (2) se ci fosse una specificità dell’associazione, esaminando separatamente i sintomi di disattenzione e iperattività-impulsività; (3) tale associazione risentisse dell’influenza genetica e ambientale.

I partecipanti erano membri dell’Environmental Risk (E-Risk) Longitudinal Twin Study, che segue lo sviluppo di una coorte di nascita di 2.232 bambini britannici. Il campione E-Risk è stato costruito nel 1999-2000, quando 1.116 famiglie con gemelli dello stesso sesso di 5 anni d’età hanno partecipato alle valutazioni homevisit. Le visite a domicilio di follow-up sono state condotte quando i bambini avevano 7 anni, 10, 12 e 18 anni. Le visite a domicilio all’età di 5, 7, 10 e 12 anni includevano valutazioni con i partecipanti e le loro madri (o chi si prendeva cura di loro). L’ ADHD e i sintomi emotivi sono stati valutati a 5, 7, 10 e 12 anni di età usando i rapporti delle madri e degli insegnanti: le madri sono state intervistate faccia a faccia, mentre le insegnanti hanno risposto per posta. Entrambe le categorie di informatori hanno valutato ogni item come “non vero” (0), “un po’ o qualche volta vero” (1) o “molto vero o spesso vero” (2). I sintomi erano riferiti ai 6 mesi precedenti. I sintomi dell’ADHD sono stati valutati utilizzando 18 item riguardanti la disattenzione (ad esempio “è disattento, si distrae facilmente”) e l’iperattività-impulsività (ad esempio “è molto irrequieto, ha difficoltà a stare seduto a lungo”, “è impulsivo, agisce senza pensare”), coerenti con il Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM-IV, American Psychiatric Association, 1994). I problemi emotivi sono stati valutati usando la Child Behavior Checklist for mothers (Achenbach, 1991a) e la Teacher’s Report Form (Achenbach, 1991b). La scala dei problemi emotivi è la somma delle sottoscale Withdrawn e Anxious/Depressed, che includono item come “piange molto”, “ritirato”, “non si fa coinvolgere dagli altri” e “si preoccupa”.

Dai risultati emerge, in primo luogo, che i sintomi dell’ADHD sono predittivi dell’insorgenza di problematiche emotive, sia nella tarda infanzia che nella prima età adulta. Ciò può, inoltre, essere spiegato da fattori genetici. Poiché queste due tappe evolutive coinvolgono importanti cambiamenti biologici, sociali ed emotivi, al punto da aumentare la probabilità di insorgenza di problematiche di salute mentale, è importante considerare cosa comporta l’associazione tra i sintomi di ADHD e le difficoltà emotive. La ricerca ha evidenziato che, nonostante questa associazione abbia continuità nel tempo, era leggermente più debole durante il passaggio alla giovane età adulta, nello specifico per i sintomi della depressione a 18 anni d’età. Questo può indicare che i problemi emotivi emergenti post-puberali hanno una diversa natura evolutiva rispetto all’esordio precoce. Dai risultati è, inoltre, emerso che i fattori genetici spiegano interamente l’associazione tra i sintomi precoci di ADHD e la successiva insorgenza con i problemi emotivi: la genetica gioca un ruolo predominante nella sovrapposizione longitudinale tra ADHD e problemi emotivi fino alla prima età adulta. Tuttavia, questi risultati non escludono possibili influenze da fattori ambientali. Gli effetti cumulativi delle difficoltà legate all’ADHD e le circostanze ambientali negative, innescate da queste, potrebbero portare alcuni giovani con ADHD a sviluppare problemi emotivi (Daviss, 2008). C’è un crescente numero di prove che suggeriscono che la cognizione, il temperamento e il comportamento dei bambini influenzano la risposta e la reazione degli altri nei loro confronti (Stern et al., 2018; Wertz et al., 2016). Il comportamento impegnativo dei bambini con ADHD, tra cui l’irrequietezza e l’impulsività, potrebbe provocare reazioni negative da parte degli altri (ad esempio, abusi). Esperienze negative che, a loro volta, possono portare allo sviluppo di difficoltà emotive come l’ansia e la depressione. L’ambiente può influenzare l’associazione tra ADHD e problemi emotivi attraverso l’interazione gene-ambiente: i bambini con ADHD possono avere una propensione genetica a reagire in modo eccessivo o essere troppo sensibili agli aspetti negativi dell’ambiente, così come possono avere difficoltà a regolare stress e frustrazione, e avere risorse limitate per far fronte ad ambienti debilitanti. Questo, a sua volta, può portare allo sviluppo di problemi emotivi come l’ansia e la depressione. Infine, la ricerca ha evidenziato la presenza di associazione tra problemi emotivi con entrambi i domini dei sintomi di ADHD. Tuttavia, sembra che con il passaggio alla giovane età adulta, queste associazioni si diversificano: tra iperattività-impulsività nell’infanzia e sintomi di depressione nella giovane età adulta. Una possibile spiegazione è che i sintomi di iperattività-impulsività nell’infanzia potrebbero determinare esiti funzionali peggiori e influenzare l’insorgenza di un disturbo depressivo nella giovane età adulta.

 

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