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Tecniche immaginative per la stabilizzazione: il posto sicuro

Il posto sicuro viene utilizzato da persone sopravvissute a un trauma quando vivono emozioni e sensazioni che li riportano al momento traumatico

Di Giada Alberti

Pubblicato il 02 Feb. 2021

Aggiornato il 05 Feb. 2021 14:26

Tra le tecniche di stabilizzazione dei sintomi troviamo anche quelle immaginative che servono al paziente per rientrare nella finestra di tolleranza e abbassare l’attivazione emotiva e fisiologica, come spiegato nell’articolo precedente.

 

In quest’articolo ci focalizzeremo su una delle tecniche immaginative che consiste nel fare visualizzare un posto sicuro al paziente. La tecnica del “posto sicuro” è una delle strategie di grounding possibile da utilizzare sia nel setting clinico che in autonomia quando l’individuo si sente sopraffatto da emozioni e sensazioni soverchianti che lo riportano al momento del trauma. Attraverso questa specifica tecnica il paziente può distogliere l’attenzione dalle reazioni iperattivanti connesse al trauma, dai flashback, dalla sensazione di paura e di impotenza e dai possibili agiti autodistruttivi e impulsivi. Questa tecnica può essere utilizzata nel contesto clinico sia nella fase di stabilizzazione dei sintomi sia quando si inizia a lavorare sulle memorie traumatiche entrando nel vivo del lavoro terapeutico, fase in cui è importante mantenere il paziente in uno stato di attivazione funzionale, evitando l’iperarousal così come l’ipoarousal con i sintomi dissociativi ad essi connessi. Oltre che a distrarre il paziente questa tecnica è molto utile anche per il suo effetto calmante. Illustreremo quindi di seguito cosa dire al paziente nella pratica terapeutica ma anche quello che possiamo dirci in tutte quelle circostanze nel quale ci sentiamo momentaneamente senza via di fuga e esperimentiamo un alto livello di stress.

Immagina un posto sicuro, un posto nella tua vita nel quale ti sei sentito molto tranquillo, al sicuro e protetto. Puoi porre maggiormente attenzione alla sensazione di pace, come per esempio dinnanzi a un bel tramonto sulla spiaggia, oppure sulla sensazione di sentirti al sicuro e protetto, come in un’isola disabitata dove hai la possibilità di avere una vista completa di tutto e tutti. Il tuo posto sicuro può essere un posto di fantasia, dunque creato dalla propria fantasia, o un posto reale dove ti sei messo al sicuro in passato e ti sei sentito protetto. Esempi di posti tranquilli e sicuri possono essere un luogo di montagna dove hai sperimentato una sensazione di bellezza e silenzio, o la tua sedia preferita dove abitualmente ti siedi difronte a un camino, o ancora su di una barca lontana dalla riva in una splendida giornata di sole. Altri esempi di posti sicuri che incontriamo nel mondo reale sono: gli alberi in un bosco o in una foresta, la casa di un nostro parente nel quale fin da bambini ci siamo sentiti protetti e accuditi. Il tuo posto sicuro può includere alcune persone importanti nella tua vita o puoi scegliere di essere solo. Puoi rifugiarti nel tuo posto sicuro utilizzando l’immaginazione per scampare dai ricordi traumatici e le emozioni connesse all’evento traumatico, così come dai trigger e dallo stress. Il tuo posto sicuro può includere qualsiasi cosa e chiunque tu voglia, con tutti i dettagli che preferisci. Più dettagli immagini più sarà facile allontanarti dalle sensazioni di impotenza e terrore connesse al trauma. Chiudi gli occhi se lo desideri e segui la tua immaginazione: viaggia nel posto che vuoi, un posto che ha le condizioni che tu vuoi, pensando che né i soldi né il tempo corrispondono a dei limiti.

Dove sei ora? Immaginati lì. Guardati intorno, poni particolare attenzione a cosa vedi, cosa noti? Cosa guardi? Quello che vedi di bello è qui, notalo, fallo tuo, senti e percepisci che è buono.

Il suono che senti è il suono che vuoi sentire. Cosa senti? Notalo, fallo tuo, senti e percepisci che è buono.

Ciò che osservi in termini di temperatura è esattamente quella che preferisci, come è percipita? Notala, senti e percepisci che è buona, falla tua.

Nota i profumi, sono esattamente quelli che ami. Che odore senti? Cosa percepisci? Sentilo, notalo e fallo tuo. Se vuoi assaggiare qualcosa puoi farlo.

Assaggia qualcosa di buono, quello che vuoi, percepiscilo e senti quanto questo sia buono per te.

Cosa stai facendo? Sei seduto, sei in piedi, o altro? Sai che è esattamente quello che vorresti fare lì in questo momento. Notalo e fallo tuo, senti e percepisci quanto ti faccia sentire bene!

Sei con qualcuno o sei solo? Nota che è esattamente il modo in cui vorresti essere lì e fallo tuo.

Adesso puoi fare tuo e accogliere in te tutto. Senti e percepisci quanto questo sia buono, notalo e fallo tuo. Questo è il tuo posto, puoi venire qui tutte le volte e per tutto quanto il tempo tu lo desideri e quando ne hai bisogno. Quando sei pronto puoi tornare indietro nella realtà, puoi aprire gradualmente gli occhi e riorientarti nella stanza, nel qui ed ora. Puoi ritornare però nel tuo posto sicuro ogni volta tu voglia. Hai un posto sicuro come luogo temporaneo dove andare quando ti senti sopraffatto dalle reazioni connesse al trauma. Non dovrebbe essere utilizzato in modo eccessivo in quanto non è un’alternativa alla sicurezza e alla sensazione di protezione, ma solo un posto per stabilizzarsi temporaneamente. In altre parole le tecniche immaginative non dovrebbero essere usate in modo eccessivo ma piuttosto in modo saggio come modo per distrarsi dalla sensazione di impotenza, emozioni forti e comportamenti impulsivi.

Qualora la persona avesse più “parti” (parti dissociate dell’identità), può lavorare in terapia nel porre tutte le parti in un luogo sicuro dove possono ritornare quando hanno il bisogno di sentirsi protetti dalle diverse situazioni quotidiane che possono essere percepite come prevaricanti. Si può anche pensare di comprendere se già si ha un concreto posto sicuro e qualora non fosse così di stabilirlo nella realtà fisica. Un luogo reale per creare un senso di sicurezza interna dove si può andare quando ci sentiamo particolarmente spaventati o sotto stress, in particolar modo per chi è sopravvissuto al trauma.

Prendiamoci tempo per creare e stabilire il nostro posto sicuro.

 

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Puliatti, M. (2017). La psicotraumatologia nella pratica clinica: interventi di stabilizzazione con adulti, bambini e adolescenti. Roma: Mimesis.
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