L’autrice di A mente accesa utilizza la tecnica dell’immedesimazione per cercare di aiutare un bambino. Non le basta infatti interfacciarsi con lui, ma trova la soluzione del problema indossando le vesti del ragazzo per poterne carpire il punto di vista e i retroscena.
Solo un pesce rosso può capire come si sente un pesce rosso. L’autrice del romanzo Daniela Lucangeli utilizza la tecnica dell’immedesimazione per cercare di aiutare un bambino. Non le basta infatti interfacciarsi con lui, ma trova la soluzione del problema indossando le vesti del ragazzo per poterne carpire il punto di vista e i retroscena. Vesti che la stessa scienziata e docente di psicologia ha indossato in fanciullezza, definendosi lei una persona ‘ipersensibile’. Una spiccata sensibilità, per alcuni più unica che rara, a tal punto da definirla “intelligenza emotiva“, che la Lucangeli ha avuto la fortuna di avere tra i tesori della sua esistenza e che l’hanno aiutata nell’interpretazione di dettagli e percorsi di vita. Il suo studio, rivela, non ha mai seguito un solo filone e una stessa traiettoria, come un tuffatore che saprà già lo svolgimento della sua acrobazia.
È proprio con continue correzioni che è riuscita ad aggiustare il tiro fino ad un metodo quasi ‘scientifico’. Paziente dopo paziente, errore dopo errore, ogni bambino che non era in grado di aiutare era per lei motivo di studio e lavoro incessante volto alla risoluzione di quell’enigma chiamato psiche. L’enigma si ripete, con diverse incognite e diverse declinazioni in ogni giovane paziente, e lascia strada ogni volta ad aspetti sorprendenti ed inaspettati.
L’autrice non procede prendendo una via strettamente scientifica ma la intreccia ad un’altra emozionale dalla quale è impossibile scollarla. E quando non riesce nell’interpretazione meramente emozionale e allora eccola rituffarsi in spiegazioni scientifiche che fanno dei suoi studi tesoro. Tutto ciò non resta un’aulica dimostranza di nozioni o conoscenze, ma una vera e propria traduzione in un italiano intelligibile ai meno competenti nel campo.
I modi e la voce della Bambina che è stata in prima persona e che avrebbe parlato in questi termini se si fosse trovata a parlarne ormai decine di anni prima. Solo se “ci vediamo” siamo in grado di capire di cosa abbiamo bisogno. In queste parole l’autrice riassume il suo modus operandi, evidenziandoci fin da subito, il filo conduttore del suo romanzo.