expand_lessAPRI WIDGET

Hewitt e Flett: il Perfezionismo di tratto come costrutto multidimensionale

Il perfezionismo è caratterizzato da standard personali eccessivamente elevati, idee rigide di comportamento e relativa pena in caso di fallimento

Di Massimiliano Padovani

Pubblicato il 23 Dic. 2020

Hewitt e Flett (1991b) descrivono tre dimensioni che costituiscono il costrutto del perfezionismo di tratto: Self- Oriented (Autodiretto), Other-Oriented (Orientato verso l’altro) e Socially Prescribed (Socialmente Prescritto).

 

Il perfezionismo può essere definito come una caratteristica personale che si presenta composta da varie dimensioni osservabili tramite differenti comportamenti, pensieri ed emozioni, coinvolgendo, quindi, le varie sfere dell’esperienza cognitiva, affettiva, relazionale e sociale (Chang, 2006; Frost, Marten, Lahart, & Rosenblate, 1990; Hewitt & Flett, 1991a).

Tale costrutto multidimensionale è caratterizzato da standard personali eccessivamente elevati, idee rigide che stabiliscono quali comportamenti devono essere attuati e la relativa pena in caso di avvenuto fallimento. Inoltre, si evidenzia un’elevata critica riguardo la propria performance, poiché deve essere sempre all’altezza della situazione, ottenere risultati eccellenti e socialmente apprezzati, ed essere eseguita con attenzione minuziosa alle regole e ai dettagli, al fine di controllare ogni possibile errore e prevenire l’incertezza (Burns, 1980; Chang, 2006; Hamachek, 1978; Frost et al., 1990; Hewitt & Flett, 1991b).

I primi teorici del perfezionismo furono Hamacheck e Burns, seguiti poi da altri autori come Frost, Hewitt e Flett che tentarono di comprendere meglio la natura multidimensionale di tale costrutto, arrivando ad includervi non soltanto gli aspetti auto-riferiti ma anche quelli interpersonali (Hewitt et al., 1991b; Lundh, 2004; Stoeber & Otto, 2006). Hewitt e Flett (1991b) descrivono tre dimensioni che costituiscono il costrutto del perfezionismo di tratto: Self- Oriented (Autodiretto), Other-Oriented (Orientato verso l’altro) e Socially Prescribed (Socialmente Prescritto). La differenza principale tra queste dimensioni non è il modello di comportamento di per sé, ma l’oggetto a cui è diretto il comportamento perfezionista (e.g. orientato verso sé stessi o verso l’altro) o a chi è attribuito il comportamento perfezionista (e.g. perfezionismo socialmente prescritto). Ognuna di queste dimensioni va a costituire il comportamento perfezionista globale.

Self-Oriented Perfectionism

Il perfezionismo autodiretto o auto-orientato si riferisce alla tendenza degli individui a fissare standard elevati e irrealistici per sé stessi ed essere eccessivamente auto-critici quando tali standard non vengono soddisfatti. Tali individui sono così fortemente motivati dal bisogno di raggiungere standard elevati da percepire un totale fallimento se lo standard fissato non viene raggiunto. Secondo Hewitt e Flett (1991b), il perfezionismo autodiretto include anche una componente motivazionale che si riflette principalmente nell’impegno a raggiungere la perfezione ma anche nell’impegno di evitare fallimenti. Il perfezionismo autodiretto è stato associato a vari indici disadattivi, compresa ansia (e.g. Flett, Hewitt, & Dyck, 1989), Anoressia Nervosa (Cooper, Cooper, & Fairburn, 1985; Garner, Olmstead, & Polivy, 1983) e depressione subclinica (Hewitt & Dyck, 1986; Hewitt & Flett, 1990; Hewitt, Mittelstaedt, & Flett, 1990; Pirot, 1986). Ad esempio, è stato rilevato che una discrepanza tra il sé reale e il sé ideale possa produrre un effetto depressivo (Higgins, Bond, Klein e Strauman, 1986; Strauman, 1989) e bassa auto-stima (Hoge & McCarthy, 1983; Lazzari, Fioravanti, & Gough, 1978).

Other-Oriented Perfectionism

Un’altra dimensione importante del perfezionismo, definita perfezionismo orientato verso l’altro, è caratterizzata dalla tendenza a definire standard eccessivamente elevati e irrealistici per gli altri, accompagnata da valutazioni rigorose e critiche rivolte alle prestazioni altrui. Questo comportamento è essenzialmente lo stesso del perfezionismo autodiretto; tuttavia, questo comportamento perfezionista è diretto verso l’esterno. Mentre il perfezionismo autodiretto sembra generare autocritica e auto-punizione, il perfezionismo orientato verso l’altro porta a colpevolizzazione, mancanza di fiducia e sentimenti di ostilità verso gli altri. Inoltre, questa dimensione sembra essere correlata a frustrazioni interpersonali come il cinismo, solitudine e problemi coniugali o familiari (Burns, 1983; Hollender, 1965). Al contrario, gli aspetti più positivi del perfezionismo orientato verso l’altro possono essere associati ad attributi desiderabili come l’abilità di leadership o la facilitazione della motivazione altrui (Hewitt & Flett, 1991b).

Socially Prescribed Perfectionism

La terza dimensione di perfezionismo di tratto, il perfezionismo socialmente prescritto, esprime la tendenza degli individui a credere che le altre persone abbiano alte aspettative riguardo alle loro prestazioni e inoltre, tali individui prevedono elevati standard irrealistici da raggiungere, mostrando un atteggiamento fortemente critico per il fallimento. Questi individui spesso sentono che non potranno mai soddisfare le aspettative espresse dagli altri, vivendo una costante preoccupazione per una propria mancanza di perfezione. Il perfezionismo socialmente prescritto dovrebbe portare ad una varietà di conseguenze negative poiché gli standard imposti dagli altri significativi sono percepiti come eccessivi e incontrollabili, perciò le esperienze di fallimento e gli stati emotivi come rabbia, ansia e depressione dovrebbero essere relativamente comuni. Queste emozioni negative potrebbero derivare da un’impossibilità percepita del compiacimento degli altri, dalla convinzione che gli altri abbiano aspettative irrealistiche nei loro confronti, o entrambi. Quindi, le persone con alti livelli di perfezionismo socialmente prescritto sono interessate a rispettare gli standard imposti dagli altri, mostrando una paura elevata di una valutazione negativa e attribuendo una maggiore importanza all’ottenimento dell’attenzione ma evitando la disapprovazione degli altri (Hewitt & Flett, 1991b).

 

Si parla di:
Categorie
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Burns, D. D. (1980). The perfectionist’s script for self-defeat. Psychology Today, 10, 34-52.
  • Chang, E. C. (2006). Conceptualization and measurement of adaptive and maladaptive aspects of performance perfectionism: Relations to personality, psychological functioning, and academic achievement. Cognitive Therapy & Research, 30, 677-697. doi:10.1023/A:1018792709351
  • Cooper, Z., Cooper, E. J., & Fairburn, C. G. (1985). The specificity of the Eating Disorder Inventory. British Journal of Clinical Psychology, 24, 129-130. doi:10.1111/j.2044- 8260.1985.tb01324.x
  • Frost, R. O., Marten, P., Lahart, C. M., & Rosenblate, R. (1990). The dimensions of perfectionism. Cognitive Therapy and Research, 14, 449-468. doi:10.1007/BF01172967
  • Flett, G. L., Hewitt, P. L., & Dyck, D. (1989). Self-oriented perfectionism, neuroticism, and anxiety. Personality and Individual Differences, 10, 731-735. doi:10.1016/0191- 8869(89)90119-0
  • Hamachek, D. E. (1978). Psychodynamics of normal and neurotic perfectionism. Psychology, 15, 27-33. Consultato qui.
  • Hewitt, P. L., & Genest, M. (1990). The ideal self: Schematic processing of perfectionistic content in dysphoric university students. Journal of Personality and Social Psychology, 59, 802-808. doi:10.1037/0022-3514.59.4.802
  • Hewitt, P. L., & Flett, G. L. (1990). Perfectionism and depression: A multidimensional analysis. Journal of Social Behavior and Personality, 5, 423-438.Consultato qui. 
  • Hewitt, P. L., & Flett, G. L. (1991a). Dimensions of perfectionism in unipolar depression. Journal of Abnormal Psychology, 100, 98-101. doi:10.1037/0021-843X.100.1.98
  • Hewitt, P. L., & Flett, G. L. (1991b). Perfectionism in the self and social contexts: Conceptualization, assessment and association with psychopathology. Journal of Personality and Social Psychology, 60, 456-470. doi:1037/0022-3514.60.3.456
  • Higgins, E. T., Bond, R., Klein, R., & Strauman, T. J. (1986). Self-discrepancies and emotional vulnerability: How magnitude, accessibility and type of discrepancy influence affect. Journal of Personality and Social Psychology, 51, 5-15. doi:10.1037/0022-3514.51.1.5
  • Hoge, D. R., & McCarthy, J. D. (1983). Issues of validity and reliability in the use of real-ideal discrepancy scores to measure self-regard. Journal of Personality and Social Psychology, 44, 1048-1055. doi:10.1037/0022-3514.44.5.1048
  • Hollender, M. H. (1965). Perfectionism. Comprehensive Psychiatry, 6, 94-103. doi:10.1016/S0010-440X(65)80016-5
  • Lazzari, R., Fioravanti, M., & Gough, H. G. (1978). A new scale for the adjective check list based on self vs. ideal self-discrepancies. Journal of Clinical Psychology, 34, 361-365. doi:10.1002/1097-4679(197804)34:2<361::AID-JCLP2270340218>3.0.CO;2-6
  • Lundh, L. G. (2004). Perfectionism and acceptance. Journal of Rational-Emotive and Cognitive-Behavior Therapy, 22, 255-269. doi:10.1023/B:JORE.0000047311.12864.27
  • Stoeber, J., & Otto, K. (2006). Positive conceptions of perfectionism: Approaches, evidence, challenges. Personality and Social Psychology Review, 10, 295-319. doi:10.1207/s15327957pspr1004_2
  • Garner, D. M., Olmstead, M., & Polivy, J. (1983). Development and validation of a multidimensional eating disorder inventory for anorexia nervosa and bulimia. International Journal of Eating Disorders, 2, 15-34. doi:10.1002/1098-108x(198321)2:2<15::aideat2260020203> 3.0.co;2-6
  • Pirot, M. (1986). The pathological thought and dynamics of the perfectionist. Individual Psychology, 42, 51-58. Consultato qui.
  • Strauman, T. J. (1989). Self-discrepancies in clinical depression and social phobia: Cognitive structures that underlie emotional disorders?. Journal of Abnormal Psychology, 98, 14-22. doi:10.1037/0021-843X.98.1.14
CONSIGLIATO DALLA REDAZIONE
Perfezionismo tra aspetti adattivi e disadattivi - Psicologia
Perfezionismo: aspetti adattivi e disadattivi

Il perfezionismo è spesso descritto come un fattore positivo nella realizzazione personale e professionale ma è spesso correlato a vari esiti negativi

ARTICOLI CORRELATI
Gli eccessi dell’auto-consapevolezza, dell’auto-criticismo e del perfezionismo

I perfezionisti esageratamente focalizzati sull’autoconsapevolezza rischiano di sfociare in un autocriticismo rigido e disfunzionale

Vincere o imparare: perché è importante saper perdere

Abbiamo così paura di sbagliare che spesso dimentichiamo l'importanza di saper perdere e imparare dai fallimenti

WordPress Ads
cancel