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Figli, fratelli… Gemelli?

Se pensiamo alla differenza di età tra fratelli, cosa succede tra due gemelli, cosa prova un gemello per l'altro? Quali dinamiche avvengono?

Di Pamela Contini

Pubblicato il 04 Dic. 2020

Il rapporto tra i gemelli inizia nei nove mesi della gravidanza durante i quali essi condividono lo spazio materno e prosegue per tutta la vita. Il fatto di avere la stessa età sembra essere ciò che rende un gemello più simile a un amico che a un fratello.

 

La rivoluzione avviata da Freud con l’Interpretazione dei sogni ha indicato che, oltre a una mente razionale, tutti gli esseri umani possiedono una psiche inconscia. A tale conclusione egli vi giunge analizzando pazienti che soffrivano di disturbi isterici come ad esempio fobie e paralisi agli arti.

Freud ipotizzò che la loro sofferenza fosse causata da un conflitto, tra i loro desideri più profondi e le loro aspirazioni e volontà consapevoli, determinato dalla repressione sociale dei desideri sessuali. Se il padre della psicoanalisi fu colui che scoprì i capisaldi del funzionamento inconscio della psiche è pur vero che nel corso di un secolo è mutata la nostra visione della mente umana dove i desideri sessuali e i conflitti che ne possono derivare sono visti oggi come una parte integrante dello sviluppo emotivo dell’essere umano. Il neonato, infatti, appare più vulnerabile all’incontro con l’ambiente familiare e con la psiche della madre. Vale a dire che le pulsioni istintuali del neonato e il bisogno di una persona che si prenda cura di lui non possono essere separati.

Ma come cambia la relazione del neonato che crescendo si trova a dover fare esperienza di ‘essere fratello’ e non unico oggetto d’amore della madre?

Prophecy Coles nel suo saggio Le relazioni fraterne nella psicoanalisi sottolinea la rilevanza di quella che definisce la ‘posizione del fratello’, determinata dalla sua età rispetto agli altri fratelli all’interno della famiglia. Questo significa soffermarsi sulla differenza tra le emozioni che un fratello più piccolo prova per un fratello più grande e viceversa: il fratello più grande ha avuto l’esperienza di essere stato figlio unico, indisturbato nella vita familiare. L’arrivo di un fratello disturba questa quiete e genera conflitti e rivalità. Diverso è invece per il fratello più piccolo che non conoscerà mai un ‘mondo privo di fratelli o sorelle e non avrà mai l’esperienza di essere l’unico sassolino sulla spiaggia’ (Coles, 2004). Nonostante le rivalità e le gelosie che generano ostilità e conflitti tra fratelli, Coles mette in evidenza l’importanza del rapporto positivo, di amore e supporto tra fratelli, che coesiste nonostante i conflitti e le rivalità.

Altrettanto importante è la storia dei figli unici e di alcune madri che riferiscono ‘non saprei come gestire anche un secondo figlio’ alla cui base, in alcuni casi, ci sono delle dinamiche più profonde nascoste nella relazione che la madre stessa ha avuto con i suoi fratelli e/o sorelle. Il figlio unico si trova a dover dividere l’affetto dei genitori ma, allo stesso tempo, guadagnerà un compagno di giochi con il quale potrà dividere quel senso di solitudine che a volte può provare. Non essere più il detentore unico delle aspettative del genitore e delle proiezioni familiari può essere, per alcuni, di grande sollievo.

Se pensiamo, però, alla differenza di età tra fratelli, alla ‘posizione’, cosa succede tra due gemelli, ovvero cosa prova un gemello per un fratello che ha la sua identica età? Quali dinamiche avvengono? Si potrebbe dire che tutto ciò che per un bambino singolo è un rapporto a due (bambino-madre) per un gemello è fin dall’inizio un rapporto triangolare, a tre. La psicoterapeuta statunitense Vivienne Lewin, autrice del libro The twin enigma sottolinea i rischi di quella che definisce ‘l’idealizzazione del rapporto tra i gemelli’ ossia la tendenza dei gemelli e spesso dei genitori a favorire la similitudine, invece di incoraggiarne la differenziazione. I gemelli vivrebbero, come scrive la Lewin, ‘un’essenziale solitudine interiore’ nel senso che siamo portati ad idealizzare il tipo di relazione che hanno i gemelli essenzialmente perché sperimentiamo una sensazione di vuoto nel nostro mondo interiore. Tale sentimento di vuoto ci porterebbe quindi ad idealizzare un tipo di relazione, come quella tra due gemelli, che ci appare speciale perché si è stabilita con una persona che ci conosce ancor prima di nascere… Fin dal grembo materno.

Il rapporto tra i gemelli, possiamo quindi dire, che inizia nei nove mesi della gravidanza durante i quali essi condividono lo spazio materno e prosegue per tutta la vita. Il fatto di avere la stessa età sembra essere ciò che rende un gemello più simile a un amico che a un fratello. Anche la quantità di tempo che, durante i primi anni di vita passano tra loro, probabilmente più del tempo trascorso con la madre, può generare sentimenti intensi, sia nel bene che nel male. Questa relazione può essere paragonata ad un elastico che in genere è teso e tira in direzioni opposte: a volte è più teso, altre è più morbido; ma il legame tra i due c’è sempre e può favorire lo sviluppo di due personalità diverse che si affinano anche in base alle relazioni che loro stabiliscono con gli altri bambini. La Marsoni sottolinea, a tal proposito, che il rapporto unico e insostituibile con i genitori favorisce il processo di individuazione tra i gemelli, non castrando l’intensità del loro rapporto.

Altrettanto interessante è l’impatto dei gemelli sui genitori. La Marsoni nel suo libro riporta il “senso che niente sarà più come prima”, come esperienza comune condivisa da molte madri già a partire dalla gravidanza e che si evince, sia dai cambiamenti corporei con i quali la donna/madre deve inevitabilmente fare i conti ma anche e soprattutto dalla componente emotiva e dalle aspettative della madre rispetto alla gravidanza stessa, unitamente all’esperienza di avere dei bambini. Spesso tali aspettative non coincidono a pieno con quella che sarà poi la realtà. I cambiamenti emotivi e corporei della donna in gravidanza avranno un notevole impatto anche sul marito/padre e su eventuali altri figli. La gravidanza rappresenta, dunque, quel periodo durante il quale si può avere paura di tali cambiamenti, che possono solo essere immaginati ma dei quali non se ne ha ancora una conoscenza diretta.

L’insieme di tutte queste dinamiche vuole far luce, a chi vive ancora nell’ombra, rispetto alle diverse dinamiche emotivo/affettive che una tale ed unica esperienza può far vivere.

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Bowlby, J. (1983). Attaccamento e perdita. La perdita della madre. Torino: Bollati Boringhieri.
  • Chachamu, M., Coles, P., Gibba Marsoni, A., Reid, M., Rustin, M. (2010). Fratelli e gemelli. L’amore tra fratelli, rivalità e gelosia, i gemelli: affrontare le difficoltà. Cento e un bambino, vol.3. Roma: Astrolabio Ubaldini Editore.
  • Coles, P. (2004), Le relazioni fraterne nella psicoanalisi. Roma: Astrolabio Ubaldini Edizioni.
  • Freud, S. (1899). L’Interpretazione dei sogni. Torino: Bollati Boringhieri (2009).
  • Lewin, V. (2016). The twin enigma: an exploration of our enduring fascination with twins. Londra: Routledge.
 
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