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Avevo un cane nero, il suo nome era Depressione – Due video per aiutare chi ne soffre

L'OMS promuove una campagna di sensibilizzazione sulla Depressione attraverso la diffusione di due brevi video sul “Black Dog”, metafora del disturbo.

Di Marina Morgese

Pubblicato il 07 Dic. 2020

Aggiornato il 19 Set. 2022 11:19

Circa 340 milioni di persone al mondo soffrono di depressione, per questo motivo l’OMS si impegna nel promuovere una campagna di sensibilizzazione attraverso la diffusione di due brevi video molto chiari che, tramite la metafora del “Black Dog”, il cane nero, mirano a prevenire il disturbo e ad aiutare chi ne soffre.

 

Immaginate di sentirvi tristi, insoddisfatti, abbattuti. Magari avete subìto una perdita, un lutto, un fallimento o magari no, vi sentite tanto tristi e non riuscite a trovare una possibile spiegazione a ciò che vi succede. Immaginate che questo stato d’animo che vi pervade prenda d’improvviso le sembianze di un piccolo cagnolino nero che si avvicina ai vostri piedi, i vostri sguardi mesti si incrociano e da allora il cagnolino nero non vi lascerà più soli: ci sarete solo voi due, immersi in un’aria di profonda tristezza. Il cane nero seguirà i vostri passi lenti e stanchi e, seguendoli, li renderà ancora più lenti e più stanchi. Ad ogni passo l’animale si farà più grande, fino a quando non riuscirete a vedere nient’altro che quel cane nero che vi sta accanto, ora una spaventosa bestia dalle dimensioni pantagrueliche. Come poter lasciar andare via quel cane?

Quella del cane nero è un’efficace metafora utilizzata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) in due video realizzati per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema della Depressione.

I numeri infatti parlano chiaro: si stima che circa 340 milioni di persone al mondo soffrano di depressione. In Italia la situazione non è meno allarmante: sono oltre 2,8 milioni (il 5,4% della popolazione con oltre 15 anni) gli italiani che soffrono di depressione.

La depressione risulta quindi uno dei disturbi psichici più comuni e invalidanti e, non a caso, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha previsto che nel giro di pochi anni essa sarà la seconda causa di invalidità per malattia, subito dopo le malattie cardiovascolari. Molte persone che ne soffrono (e le loro famiglie) hanno spesso paura di parlare delle loro difficoltà e non sanno a chi rivolgersi per chiedere un aiuto.

Per questo motivo l’OMS è impegnata da diversi anni nel promuovere una campagna di sensibilizzazione attraverso due brevi video molto chiari che, tramite la metafora del “Black Dog”, mirano a prevenire il disturbo, ad aiutare le persone più a rischio a riconoscere i sintomi e chi ne soffre a chiedere aiuto e ad offrire anche una guida ad amici e familiari sul come fornire un utile sostegno.

I due video sono stati realizzati dallo scrittore e illustratore Matthew Johnstone in collaborazione con l’OMS e sono basati su libri con lo stesso nome. Il primo video, dal titolo “Avevo un cane nero, il suo nome era depressione”, racconta cosa significa vivere con il disturbo, ma anche cosa poter fare per venire a patti col cane nero e superare la depressione.

“Vivere con un cane nero” è il seguito di “Avevo un cane nero, il suo nome era depressione”, questo secondo video è rivolto ad amici e parenti di chi soffre di depressione. E’ infatti importante ricordarsi come spesso la depressione non colpisca solo il singolo individuo ma anche chi gli sta accanto: la preoccupazione dei parenti, la frustrazione degli amici che vedono un loro caro preda del grande cane nero meritano una voce, meritano attenzione. Ecco che allora il secondo video fornisce loro consigli pratici per prendersi cura della persona depressa, a partire dalle frasi da non rivolgere fino al cosa fare per chiedere un aiuto efficace.

Ma torniamo al punto di partenza: come poter lasciar andare quel cane?

La risposta è proprio nel video:

Fortunatamente alla fine ho cercato un aiuto professionale… La cosa più importante che ho imparato è stata quella di non aver paura del “cane nero”.. Ho imparato che, invece di fuggire dai miei problemi, è meglio abbracciarli. Il “cane nero” farà sempre parte della mia vita, ma non sarà più la bestia che era. Abbiamo un accordo. Ho imparato attraverso la conoscenza, la pazienza, la disciplina e l’umorismo che si può guarire anche dal peggior “cane nero”

 

AVEVO UN CANE NERO, IL SUO NOME ERA DEPRESSIONE – Guarda il video:

 

VIVERE CON UN CANE NERO – Guarda il video:

 

 

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Marina Morgese
Marina Morgese

Caporedattrice di State of Mind

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