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Disturbo da escoriazione e dismorfismo corporeo: quali differenze cliniche e cognitive?

L’atto di stuzzicare la propria pelle, tipico del disturbo da escoriazione, può essere anche un sintomo del disturbo da dismorfismo corporeo.

Di Catia Lo Russo

Pubblicato il 07 Ott. 2020

Nonostante i pazienti con disturbo da escoriazione non soddisfino a pieno i criteri per disturbo da dismorfismo corporeo, la loro comorbilità è molto frequente, al punto da necessitare approfondimenti per fare chiarezza circa le somiglianze e le differenze di questi due disturbi.

 

Il DSM-5 definisce clinicamente il disturbo da escoriazione (Skin picking disorder, SPD) come il compulsivo e ripetitivo stuzzicamento della pelle, per mezzo delle unghie o di utensili (Grant, Odlaug, & Kim, 2007), fino a causare danni ai tessuti cutanei (American Psychiatric Association, 2013). Molti di questi pazienti riferiscono che il comportamento è iniziato in concomitanza all’insorgenza di una condizione dermatologica come l’acne (Willhelm et al., 1999). Solitamente, bersagli dello stuzzicamento comunemente segnalati sono il viso, le mani, le braccia e le gambe. Queste persone trascorrono una quantità significativa di tempo, con una media di 2.8 ore al giorno, a toccare insistentemente la pelle o a resistere all’impulso di farlo (Flessner & Woods, 2006). Sebbene il disturbo da escoriazione sia una malattia mentale riconosciuta, l’atto di stuzzicare la propria pelle può essere anche un sintomo di altri disturbi psichiatrici, come ad esempio il disturbo da dismorfismo corporeo (Body dysmorphic disorder, BDD), caratterizzato da ossessioni e preoccupazioni per i difetti percepiti nell’aspetto fisico (American Psychiatric Association, 2013). Nonostante i pazienti con disturbo da escoriazione non soddisfino a pieno i criteri per il disturbo da dismorfismo corporeo (questi ultimi, a differenza dei primi, stuzzicano la propria pelle per migliorare il loro aspetto estetico) molto frequente è la loro comorbilità, al punto che le numerose ricerche neurocognitive, tutt’ora non hanno fatto chiarezza circa le somiglianze e le differenze di questi due disturbi.

Il presente studio si è proposto di esaminare le differenze cliniche e cognitive tra un gruppo di pazienti con disturbo da escoriazione e un altro con disturbo da escoriazione e disturbo da dismorfismo corporeo in comorbilità: nello specifico è stato ipotizzato che la co-occorenza di disturbo da escoriazione e disturbo da dismorfismo corporeo si sarebbe tradotta, da un punto di vista clinico, in una più grave irritazione cutanea, in una maggiore disfunzione psicosociale e una peggiore qualità della vita, mentre, da un punto di vista cognitivo, in una maggiore impulsività motoria e intatto set-shifting, ovvero quelle abilità che permettono ad un individuo di anticipare, progettare, stabilire e perseguire degli obiettivi. Il campione dello studio consisteva in 39 soggetti con disturbo da escoriazione, 16 con disturbo da escoriazione in comorbilità con disturbo da dismorfismo corporeo e 40 partecipanti di controllo, ossia sani e senza una storia di disturbi mentali.

Per quanto concerne le misure cliniche, in primo luogo, è stata valutata la gravità del comportamento di stuzzicamento di tutti i soggetti con diagnosi di disturbo da escoriazione, tramite la Yale Brown Obsessive Compulsive Scale Modified for Neurotic Excoriation (NE-YBOCS) (Arnold et al., 1999; Grant et al., 2007) e la Clinical Global Impressions – Severity (CGI-S) Scale (Guy, 1976), in secondo luogo, è stata valutata la gravità dei relativi sintomi della salute mentale: funzionamento psicosociale, sintomi d’ansia e sintomi depressivi sono stati valutati tramite la patient-administered Sheehan Disability Scale (SDS) (Sheehan, 1983), la clinician-administered Hamilton Anxiety Rating Scale (HARS) (Hamilton, 1959) e la Hamilton Depression Rating Scale (HDRS) (Hamilton, 1960), infine, la Quality of Life Inventory (QoLI) (Frisch, Cornell, Villanueva,& Retzlaff, 1992) è stata utilizzata per valutare la qualità della vita.

Dal punto di vista cognitivo, i partecipanti con disturbo da escoriazione e i controlli sani hanno compilato diversi test, la Cambridge Neuropsychological Test Automated Battery (CANTAB) (Cambridge Cognition Limited, 2006) che esplora il grado di impulsività dei partecipanti (relativa all’inibizione della risposta) e della flessibilità cognitiva, e hanno svolto lo Stop-Signal Task (SST) che misura la capacità di sopprimere le risposte impulsive motorie (Aron, Robbins, & Poldrack, 2004;). Quest’ultimo compito prevedeva che ciascun partecipante osservasse una serie di frecce che apparivano una sola volta sullo schermo di un computer, e effettuasse una serie di risposte motorie velocizzate cliccando il pulsante corrispondente alla direzione indicata dalle frecce (destra o sinistra). In un sottoinsieme di prove, si verificava un segnale acustico (il segnale di stop) allo scopo di inibire la sua risposta motoria alla prova: la misura che ne deriva è una stima sensibile del tempo impiegato dal cervello del soggetto per arrestare una risposta motoria ed è chiamato ‘Stop-signal reaction time’ (SSRT). Infine, è stata valutato il set-shifting tramite l’Intra-dimensional/extra-dimensional set shift task (IDED), compito che deriva dal Wiscon Card Sort Test (Lezak, Howieson, & Loring, 2004), il quale include aspetti di apprendimento delle regole e di flessibilità comportamentale: esso corrisponde ad una serie di prove ed errori e feedback, attraverso cui i partecipanti cercano di imparare una regola su quale di due stimoli sia corretto. Dopo ogni scelta, viene dato un feedback (corretto o errato) e, una volta ottenuto il criterio di apprendimento (6 risposte consecutive corrette), il computer cambia la regola e il soggetto deve adattare il suo comportamento.

Dai risultati è emerso che gli individui con disturbo da escoriazione in comorbilità con disturbo da dismorfismo corporeo hanno un comportamento di stuzzicamento più grave di quelli con la sola diagnosi di disturbo da escoriazione, così come una maggiore disfunzione psicosociale complessiva. Entrambi i gruppi di pazienti riflettono una qualità della vita molto scarsa: ciò è coerente con ricerche precedenti sul disturbo da escoriazione (Odlaug et al., 2010), secondo cui, data la bassa qualità di vita complessiva dei pazienti che ne soffrono, la presenza di disturbo da dismorfismo corporeo ha uno scarso effetto additivo. Contrariamente alle ipotesi degli autori non sono state trovate differenze significative tra i due gruppi nelle abilità motorie inibitorie, mentre per quanto riguarda la flessibilità cognitiva è emerso che gli individui con disturbo da escoriazione in comorbilità con disturbo da dismorfismo corporeo hanno una maggiore compromissione del ED-shifting, il quale riflette la compromissione nello spostare l’attenzione da una dimensione percettiva di uno stimolo complesso ad un’altra, rispetto a coloro che hanno una sola diagnosi di disturbo da escoriazione: ciò può rappresentare un segno distintivo del comportamento compulsivo associato all’inflessibilità cognitiva.

 

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • American Psychiatric Association. (2013). Diagnostic and statistical manual of mental disorders (5th ed.). Washington, DC: American Psychiatric Association.
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  • Arnold, L. M., Mutasim, D. F., Dwight, M. M., Lamerson, C. L., Morris, E. M., & McElroy, S. L. (1999). An open clinical trial of fluvoxamine treatment of psychogenic excoriation. Journal of Clinical Psychopharmacology, 19, 15–18.
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