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Disturbi del sonno in età infantile predicono la presenza di disturbi mentali in adolescenza?

Specifici disturbi del sonno nei bambini sembrerebbero essere collegati allo sviluppo di disturbi come BPD o psicosi negli adolescenti

Di Marco Dicugno

Pubblicato il 14 Lug. 2020

Secondo uno studio condotto da un team della School of Psychology dell’Università di Birmingham, specifici problemi del sonno tra neonati e bambini molto piccoli possono essere collegati a disturbi mentali negli adolescenti (Lereya et al., 2017). 

 

Lo studio longitudinale, con sede nel Regno Unito, è stato condotto su 14.000 donne incinte e i risultati mostrano che i bambini piccoli che si svegliavano regolarmente durante la notte e sperimentavano routine del sonno irregolari tendevano a sviluppare sintomi psicotici in adolescenza. Emerge inoltre che i bambini che dormono poco di notte e che vanno a letto tardi, hanno maggiori probabilità di sviluppare un disturbo borderline di personalità (BPD) durante la loro adolescenza.

Precedenti ricerche hanno dimostrato che gli incubi persistenti nei bambini correlano con lo sviluppo di psicosi e del disturbo borderline di personalità (Lereya et al., 2017).

I ricercatori hanno esaminato i dati provenienti da 7000 partecipanti che riportavano sintomi psicotici e oltre 6.000 individui che mostravano i sintomi del disturbo borderline di personalità. I dati analizzati provengono dallo studio Children of the 90s (noto anche come coorte di nascita Avon Longitudinal Study of Parents and Children – ALSPAC) che è stato istituito dall’Università di Bristol.

Il comportamento del sonno dei partecipanti è stato monitorato dai genitori quando i bambini avevano 6, 18 e 30 mesi e valutato di nuovo a 3, 4, 5 e 8 anni (Lereya et al., 2017).

I risultati, pubblicati su JAMA Psychiatry, mostrano associazioni significative con esperienze psicotiche in adolescenza, tra i bambini di 18 mesi che tendevano a svegliarsi più frequentemente di notte e che avevano una routine del sonno anormale già a partire dai 6 mesi di età (Lereya et al., 2017).

Ciò supporta l’evidenza esistente che l’insonnia contribuisce alla psicosi, ma suggerisce che queste difficoltà potrebbero essere già presenti anni prima che si verifichino esperienze psicotiche.

Il team ha anche scoperto che i bambini che dormivano meno durante la notte e andavano a letto più tardi all’età di tre anni e mezzo tendevano poi a sviluppare il disturbo borderline di personalità.

Infine, i ricercatori hanno scoperto che la depressione ha mediato i legami tra problemi del sonno infantili e l’insorgenza di psicosi negli adolescenti, ma questa mediazione non è stata osservata nel disturbo di personalità borderline, suggerendo l’esistenza di un’associazione diretta tra problemi del sonno e sintomi del BPD (Lereya et al., 2017).

Il professor Steven Marwaha, autore senior dello studio, suggerisce che è fondamentale identificare i fattori di rischio che potrebbero aumentare la vulnerabilità degli adolescenti allo sviluppo di questi disturbi, identificare quelli ad alto rischio e fornire conseguentemente interventi efficaci.

Secondo gli autori dell’articolo, il sonno potrebbe essere uno dei più importanti fattori sottostanti a certi disturbi mentali; se così fosse, agire prontamente quando iniziano a presentarsi problemi del sonno in infanzia, potrebbe fungere come prevenzione del disturbo mentale in adolescenza (Lereya et al., 2017).

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