Un recente studio si è proposto di esplorare quali siano i comportamenti bisessuali che le donne e gli uomini considerano come aver “fatto sesso”, con chi li hanno messi in atto e le differenze negli atteggiamenti sessuali e nelle storie sessuali bisessuali attraverso le coorti generazionali.
Negli ultimi tre decenni, la ricerca sul rapporto tra identità e salute di lesbiche, gay, bisessuali e transgender (LGBT) è aumentata in modo significativo (Institute of Medicine [IOM], 2011). Sebbene questa ricerca abbia evidenziato una serie di disparità di salute vissute dalle persone LGBT, pochi studi si sono concentrati esplicitamente sulla salute delle persone bisessuali (Human Rights Campaign [HRC], 2015).
Spesso i dati di donne e uomini bisessuali sono stati combinati con quelli di donne e uomini gay lesbiche, concentrandosi principalmente sui comportamenti sessuali (ad esempio, fare sesso con donne e/o uomini), piuttosto che sull’identità e sull’esperienza (Bostwick, 2012; Pathela, Blank, Sell, & Schillinger, 2006; Pathela, Hajat, Schillinger, Sell, & Mostashari, 2006;). Tuttavia, le persone identificate bisessualmente costituiscono un gruppo distinto e separato da donne e uomini lesbiche, gay ed eterosessuali (Bostwick, 2012; Galupo, 2011). Un recente studio si è proposto di esplorare quali sono i comportamenti bisessuali che le donne e gli uomini considerano come avere “fatto sesso” e quali di questi comportamenti hanno assunto solo con donne, solo con uomini, donne e uomini, o con nessuno. Inoltre, questo studio esamina le differenze negli atteggiamenti sessuali e nelle storie sessuali di donne e uomini bisessuali attraverso le coorti generazionali.
I partecipanti sono stati selezionati da una banca dati molto ampia (N = 14.724) che comprendeva uno spettro di orientamenti sessuali. I criteri di inclusione per le analisi includevano l’età minima di 18 anni, il fatto di vivere negli Stati Uniti, l’auto-identificazione come bisessuale e l’identificazione come uomo. Essi hanno compilato un questionario online, ovvero il Had Sex Survey del Kinsey Insitute 2007, che aveva lo scopo di esplorare il genere [ad es., “Quale delle seguenti caratteristiche ti descrive meglio? -Donna (nata femmina), – Uomo (nato maschio), – Transessuale / donna transessuale (MTF), – Transessuale / uomo transessuale (FTM); – Donna intersessuale; – Uomo intersessuale; – Uomo intersessuale; – scelgo di non rispondere”], l’orientamento sessuale, gli atteggiamenti riguardo a quali comportamenti costituiscono l’aver “fatto sesso”, andando a fornire una personale definizione di tale atto (ad es., “Diresti di aver ‘fatto sesso’ con qualcuno se il comportamento più intimo che hai avuto è stato…?” seguito da un elenco di comportamenti a cui si può rispondere “No”, “Sì” e “Scelgo di non rispondere”), modelli di comportamento per tutta la vita [ad es., “Ha mai tenuto uno dei seguenti comportamenti con un uomo (uomini) o una donna (donne)”?] e alcuni dati demografici. Per le donne e gli uomini bisessuali di questo campione non c’è stato un accordo universale su quali comportamenti costituiscono l’atto. Tuttavia, come ci si aspetterebbe, è più probabile che alcuni comportamenti siano etichettati come “sesso” rispetto ad altri.
Dai risultati è emerso che relativamente pochi, ma proporzionalmente più uomini bisessuali rispetto a donne bisessuali, considerano il bacio passionale e la stimolazione manuale o orale del seno come “sesso”. Un numero maggiore di partecipanti ha considerato come “sesso” la stimolazione manuale e orale dei genitali e dell’ano, oltre all’uso di giocattoli sessuali. Il rapporto tra l’età e la probabilità di considerare l’uso di giocattoli sessuali come “aver fatto sesso” è risultato statisticamente significativo per entrambi i sessi, in quanto gli uomini e le donne più anziani sono generalmente più propensi a considerare l’uso di giocattoli sessuali come sesso rispetto ai gruppi più giovani. Indipendentemente dal sesso e dall’età, la maggior parte, ma non tutti i partecipanti (88% – 100%), hanno considerato i rapporti penilo – vaginali (PVI) e penilo – anali (PAI-ricettivi; e per gli uomini PAI-insertivi) come “rapporto sessuale”. Nello specifico, le donne sono risultate significativamente più propense degli uomini a contare PVI e PAI – ricettivo come sesso.
I risultati rivelano anche che per gli uomini bisessuali, i comportamenti sessuali più comunemente segnalati con partner di entrambi i sessi sono stati i comportamenti manuali e orali dei genitali (“80%), il bacio profondo e la stimolazione manuale del seno (70%) e la stimolazione orale del seno (60%). Circa un terzo ha riferito di aver avuto rapporti anali insertivi con uomini e donne e un altro quarto ha riferito di averli avuti solo con partner maschi. L’età è stata associata in modo significativo con l’aver adottato tutti i comportamenti tranne il bacio profondo, anche se la natura precisa della relazione variava. Rispetto alle fasce d’età più anziane, un numero minore di uomini bisessuali nella fascia d’età compresa tra i 18 e i 29 anni si è impegnato in tutti i comportamenti ad eccezione dei baci profondi. In altre parole, le coorti in età più avanzata hanno riferito un maggior numero di esperienze sessuali di vario tipo.
Per le donne bisessuali, i comportamenti sessuali più comunemente segnalati con partner di entrambi i sessi erano il bacio profondo (quasi il 90%), la stimolazione manuale e orale del seno e la stimolazione manuale dei genitali (“80%) e quella orale (“70%). PVI e PAI con soli uomini sono stati segnalati rispettivamente dall’84% e dal 64%. Circa un quarto ha riferito solo con i partner maschi. L’età è stata associata in modo significativo con l’aver adottato tutti i comportamenti tranne il bacio, con le coorti più anziane che hanno avuto più esperienza. Tuttavia, la forza delle associazioni di storie di comportamento con l’età erano generalmente più deboli rispetto a quelle degli uomini. In sintesi, rispetto agli uomini e alle donne bisessuali più anziani, i gruppi di età più giovani (18-29 anni) hanno riportato una minore esperienza sessuale ed erano meno propensi a contare un certo numero di comportamenti come sesso; e le correlazioni con l’età erano più forti per gli uomini che per le donne su un certo numero di item. Tuttavia, questo modello non è limitato a questo campione bisessuale (Sanders et al., 2010).
Tali risultati hanno importanti implicazioni metodologiche per gli studi basati su questionari e stime della popolazione sul comportamento e l’identità sessuale e hanno ramificazioni cliniche per intervistare clienti o pazienti.