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Nel silenzio e nella natura – Gli effetti sul benessere psicologico

Quali sono i benefici psicologici lagati al silenzio? Essere circondati da un ambiente naturale aumenta gli effetti postivi legati a questa condizione?

Di Tommaso Arosio

Pubblicato il 05 Mag. 2020

Uno studio cerca di indagare se un momento di silenzio in due condizioni differenti, in un ambiente naturale o in un palazzo, può produrre risultati diversi su rilassamento, noia, percezione del sé, dello spazio e del tempo.

 

Il silenzio e l’ambiente naturale sono concetti unitamente ancora poco approfonditi in letteratura scientifica (Pfeifer et al., 2020).

In musicoterapia il silenzio è considerato un aspetto importante per la struttura del discorso musicale (De Backer, 2008) e può rappresentare non solo una difesa, uno scudo protettivo (Sutton & De Backer, 2009), ma anche un momento da sfruttare a livello creativo (Wakao, 2002). A livello biologico è stato dimostrato come il silenzio sia associato a un abbassamento della pressione arteriosa diastolica e della frequenza cardiaca – oltre che dei livelli di cortisolo (Trappe & Voit, 2016). Inoltre, un periodo di silenzio di 6:30 minuti seguito da un quarto d’ora di Depth Relaxation Music Therapy (DRMT)/ Hypnomusictherapy (HMT) ha un’efficacia sensibile nel promuovere il rilassamento, affievolire la percezione dello spazio e del tempo e ridurre la tendenza a orientare il pensiero al futuro (Decker-Voigt, 2007).

Questi risultati possono rivelarsi utili anche in ambito psicopatologico – si pensi alla sintomatologia ansiosa o a quella depressiva – per via degli effetti benefici che il metodo DRMT/HMT, combinato con il silenzio, ha sulla capacità di rilassamento e sulla diminuzione della ruminazione e del rimuginio (Pfeifer et al., 2016). Tuttavia, non sembra esserci un tipo di silenzio per definizione (Sutton & De Backer, 2009): a livello fenomenologico questo può manifestarsi in varie forme e condizioni.

Uno studio recente (Pfeifer et al., 2020) ha voluto indagare se l’esperienza dello stesso momento di silenzio in due condizioni differenti – un’aula universitaria e un parco cittadino – producesse risultati diversi sul rilassamento, sulla noia, nella percezione del sé, dello spazio e del tempo.

Quarantasei studenti dell’Università Cattolica di Scienze Applicate di Friburgo sono stati reclutati a questo scopo. I partecipanti sono stati divisi in due gruppi e hanno sperimentato entrambe condizioni di silenzio (di 6:30 minuti) in ordine inverso a una settimana di distanza – sempre sotto l’istruzione di un musicoterapeuta. Gli studenti – prima e dopo il periodo di silenzio – hanno completato i seguenti questionari: l’Inventory on Subjective Time, Self, Space (STSS, Pfeifer et al., 2016) per la percezione del sé, del tempo e dello spazio; due Visual Analogue Scale (VAS) per misurare il rilassamento e la noia; lo Zimbardo Time Perspective Inventory (ZTPI) (Zimbardo & Boyd, 1999) per misurare l’orientamento nel tempo e la Barratt Impulsiveness Scale (BIS-11) (Barratt et al., 1999) per la valutazione dell’impulsività.

Dai risultati dello studio si evince come il momento di silenzio abbia portato a un effettivo aumento del rilassamento in entrambe le condizioni; tuttavia, nella condizione all’aria aperta gli studenti hanno sperimentato un maggiore rilassamento – oltre che livelli inferiori di noia – rispetto alla condizione dell’aula universitaria. Inoltre, nella condizione di silenzio outdoor il senso di vivere il momento presente era maggiore, mentre erano minori i pensieri riguardanti il passato, rispetto alla condizione indoor. Nella condizione dell’aula universitaria, più gli studenti erano rilassati, meno erano consapevoli dello scorrere del tempo.

Questi risultati confermano che già solo sperimentare una condizione di silenzio abbia effetti positivi sul benessere psicologico dell’individuo, specialmente se si è circondati da un ambiente naturale. I risultati sono in linea con la letteratura scientifica che enfatizza gli effetti rilassanti e salutari dell’essere circondati da un ambiente naturale, oltre che la sperimentazione di una minor sensazione di noia (Berger & Lahad, 2013; Berry et al., 2015; Ulrich, 1979). Ciò supporta la teoria sulla possibilità di affidare all’ambiente naturale un ruolo attivo di co-terapeuta – evidentemente utile all’interno dello stesso processo terapeutico (Pfeifer, 2017).

 

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