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LockDown Bites: raccomandazioni in pillole ai tempi del COVID-19

La pandemia e le misure restrittive portano cambiamenti, timori e incertezze: la tutela della salute mentale e fisica non può nè deve essere sottovalutata

Di Maria Stella Andreozzi, Elena Dall`Olio

Pubblicato il 27 Apr. 2020

Le modalità di risposta al lockdown dipendono anche dal livello di salute mentale individuale. Paure, tristezza, senso di impotenza sono difficili da gestire e possono determinare nel tempo l’insorgenza di disturbi psicologi profondi. Proponiamo di seguito dieci raccomandazioni in ‘‘pillole’’ su come affrontare il lockdown promuovendo il nostro benessere psicologico.

 

L’emergenza a cui il mondo sta assistendo non è solo di tipo sanitario, ma anche economico, politico e nondimeno psicologico. Numerosi studi hanno esaminato le implicazioni psicologiche sulla popolazione a seguito dell’applicazione di misure governative restrittive per limitare i contagi da virus, individuando quelli che possono essere i maggiori fattori di rischio e protettivi, le conseguenze a breve e lungo termine, le possibilità di prevenzione e di intervento (Brooks et al. 2020, Johal 2009, Liu et al. 2012).

I risvolti psicofisici dovuti alle misure di contenimento si ripercuotono a diverse intensità su tutta la popolazione coinvolta, che affronta improvvisamente una drastica restrizione delle proprie libertà e diritti, fino a quel momento considerati imprescindibili. Un’attenzione particolare va riservata agli operatori sanitari, in prima linea nel contenere l’emergenza sanitaria, alle Forze dell’Ordine, ai volontari della Protezione Civile e a coloro che ogni giorno lavorano per garantire i beni e servizi di prima necessità (DiGiovanni, Conley, Chiu & Zaborski, 2004). L’esposizione rende queste figure particolarmente vulnerabili, ma in questa guerra di posizione, anche noi siamo tutti in trincea.

A fronte delle conoscenze sulle possibili conseguenze negative del lockdown sul benessere della popolazione, in un momento in cui le misure restrittive interessano circa 3 miliardi di cittadini a livello mondiale, si ritiene di fondamentale importanza la ricerca di strategie atte a prevenire e contenere i risvolti psicologici negativi della pandemia. Abbiamo così sintetizzato in dieci ‘‘pillole’’ alcune raccomandazioni allo scopo di promuovere comportamenti più resilienti per chi sta affrontando questa situazione da casa. Il costrutto psicologico della “resilienza” si riferisce alla capacità dell’individuo di resistere, fronteggiare e riorganizzare positivamente la propria vita dopo aver subito eventi avversi. Non si nasce resilienti, ma lo si diventa, attraverso l’utilizzo di strategie che possono essere apprese e implementate da ciascuno di noi. Ecco di seguito le nostre dieci ‘‘pillole’’:

  • #Restiamoacasa. Siamo abituati a combattere agendo attivamente, ma in questo periodo limitare gli spostamenti rappresenta il gesto più eroico che possiamo compiere per tutelare noi stessi, i nostri cari e coloro che sono più vulnerabili.
  • Aiutiamoci. Mettendo da parte l’individualismo a favore del collettivismo, aumenta il senso di appartenenza ad una realtà sociale più ampia. Anche durante il lockdown possiamo sentirci necessari per gli altri: offrire aiuto tramite iniziative prosociali, volontariato, donazioni o anche piccoli gesti contribuisce a sentirsi maggiormente interconnessi, favorendo un maggior senso di comunità. L’altruismo può rivelarsi un meccanismo sociale più vantaggioso per chi lo adotta rispetto chi ne beneficia: non solo sembra ridurre l’ansia, lo stress e migliorare lo stato di salute, ma pare addirittura che aiuti a vivere più a lungo (Post, 2005).
  • Social, ma non troppo. Nella comune incertezza e difficoltà, i social network possono diventare una preziosa fonte di integrazione anche attraverso la creazione di reti di supporto sociale nelle comunità. Videochiamate, telefonate o messaggi possono essere un buon modo per sentire più vicino chi è lontano. Ma non lasciamoci intrappolare nella rete: solo un uso consapevole dei dispositivi digitali potrà impedire al mondo virtuale di rimpiazzare quello reale.
  • Attenzione alle fake news. In questo momento così delicato, in cui siamo quotidianamente bombardati da informazioni inerenti il COVID-19, è fondamentale vagliare le notizie che circolano, soprattutto sul web. Accertarsi della credibilità e dell’ufficialità della fonte d’informazione limita la creazione di allarmismi o reazioni d’ansia ingiustificate. Per le stesse ragioni è auspicabile limitare la consultazione di statistiche o di informazioni inerenti il virus a massimo due volte al giorno.
  • Non temere la paura. Ogni emozione ha una sua funzione: quella della paura è di prepararci a reagire efficacemente a una minaccia. Una buona dose di paura quindi ci permette di far fronte ad essa, senza esserne sopraffatti. Esagerati allarmismi o minimizzazioni possono compromettere le nostre capacità di giudizio, esponendoci ad un maggior rischio di contagio.
  • Essere nel presente. La minaccia che ci troviamo a fronteggiare oggi non consiste solamente nel timore del contagio o nella paura di perdere i propri cari, ma comprende anche preoccupazioni per il futuro, come le ripercussioni economiche del lockdown. È importante rimanere ancorati al presente, gestendo le difficoltà una alla volta e al momento opportuno, senza sovraccaricare la mente di questioni che nel qui ed ora non possono essere affrontate.
  • Tollerare la noia. Spesso imprigionati tra scadenze e impegni, con difficoltà siamo disposti ad accogliere positivamente momenti vuoti e di inattività. E se la noia non fosse un nemico, ma un alleato prezioso per dar il via alla nostra creatività? Se sciogliessimo le briglie alla nostra mente lasciando vagare la nostra immaginazione, senza necessariamente far qualcosa con un preciso scopo? É proprio in questi momenti che impariamo a stare con noi stessi, ad ascoltare i nostri bisogni, abbandonandoci all’introspezione lasciando tutto il mondo fuori.
  • Cogliere l’opportunità. Svincolati dalla frenesia quotidiana e dalla smania della produttività, possiamo ora fermarci e dar valore a questo tempo che abbiamo a disposizione. Coloro che sono a casa possono riscoprire la libertà di scegliere come passare il proprio tempo, senza il senso di costrizione che spesso accompagna le nostre giornate. Dedicarci ai nostri affetti, rispolverare hobbies o impegnarci in nuovi progetti, prenderci cura del nostro corpo e della nostra mente, sono solo alcune delle possibilità.
  • Comunicare emozioni. La comunicazione delle emozioni è molto importante: evitare di esprimerle o condividerle può compromettere il nostro benessere psicofisico. Impariamo ad accettare anche le emozioni negative come parte della nostra vita cercando di non sopprimerle, ma piuttosto dando loro ascolto e voce. Esprimere le proprie emozioni non solo aumenta la forza psicologica e la capacità di fronteggiare momenti difficili come quello che stiamo vivendo, ma porta anche a un miglioramento delle relazioni interpersonali (Graham, Huang, Clark & Helgeson, 2008).
  • Non avere paura di chiedere aiuto. La tensione, la paura, la tristezza o l’eccessivo stress possono essere veramente difficili da gestire per chi è a casa o per chi è a lavoro, primi tra tutti gli operatori sanitari. A volte confrontarsi con le persone care non sembra la strada più giusta per alleviare il sovraccarico emotivo che, a lungo andare, può determinare conseguenze nocive per il proprio benessere psicofisico. Esistono per questo professionisti della salute mentale, pronti a supportare e ad aiutare a sviluppare modalità più efficaci di gestione dello stress e dell’ansia.

Quando si parla di salute si fa riferimento a una condizione di equilibrio tra benessere fisico, sociale e mentale. La Repubblica Italiana tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo, che deve essere garantito fornendo a tutti cure equitarie sia in termini medici che psico-sociali. A tal proposito, il Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi (CNOP) ha promosso #psicologicontrolapaura, un servizio di consulto psicologico gratuito a distanza. Affidarsi ad un professionista della saluta mentale significa darsi la possibilità di considerare questo momento difficile da un altro punto di vista, scoprendo che, anche dal disagio, può nascere qualcosa di positivo, come la riscoperta di sé e l’acquisizione di nuovi strumenti e strategie da riutilizzare poi nelle nuove sfide che la vita ci presenterà.

 

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Brooks, S. K., Webster, R. K., Smith, L. E., Woodland, L., Wessely, S., Greenberg, N., & Rubin, G. J. (2020). The psychological impact of quarantine and how to reduce it: rapid review of the evidence. The Lancet.
  • DiGiovanni, C., Conley, J., Chiu, D., & Zaborski, J. (2004). Factors influencing compliance with quarantine in Toronto during the 2003 SARS outbreak. Biosecurity and bioterrorism: biodefense strategy, practice, and science, 2(4), 265-272.
  • Graham, S. M., Huang, J. Y., Clark, M. S., & Helgeson, V. S. (2008). The positives of negative emotions: Willingness to express negative emotions promotes relationships. Personality and Social Psychology Bulletin, 34(3), 394-406.
  • Johal, S. S. (2009). Psychosocial impacts of quarantine during disease outbreaks and interventions that may help to relieve strain. The New Zealand Medical Journal. Vol 122, No 1296.
  • Liu, X., Kakade, M., Fuller, C. J., Fan, B., Fang, Y., Kong, J., ... & Wu, P. (2012). Depression after exposure to stressful events: lessons learned from the severe acute respiratory syndrome epidemic. Comprehensive psychiatry, 53(1), 15-23.
  • Post, S. G. (2005). Altruism, happiness, and health: It’s good to be good. International journal of behavioral medicine, 12(2), 66-77.
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