“Emergenza Coronavirus”, una situazione di forte impatto da un punto di vista psicologico, economico, politico, sanitario. Tutti siamo chiamati a dare un contributo. Tutti di fronte a limiti e divieti che stravolgono le nostre routine, abitudini, che ci invitano a mantenere le distanze per ragionevoli ed ovvi motivi.
Girolamo Lo Verso è Professore Ordinario di Psicoterapia presso il Dipartimento di Psicologia dell’Università degli Studi di Palermo e docente di Psicoterapia relazionale e di Psicologia del fenomeno mafioso presso l’Università Kore di Enna. E’ fondatore del modello teorico-clinico della Gruppoanalisi soggettuale; si occupa del coordinamento scientifico dei gruppi di ricerca sulla valutazione della psicoterapia, lo psichismo mafioso, la clinica dei gruppi, identità e cultura. È probiviro del Collegio dei professori italiani di psicoterapia clinica. E’ membro di molte società scientifiche Italiane ed Internazionali e del comitato scientifico di numerose riviste.
Autore di diverse pubblicazioni di saggi, articoli di ricerca e testi.
Imm. 1 – Prof. Girolamo Lo Verso
Il tema affrontato nell’intervista a Lo Verso è “Gruppi, comunità ai tempi del Coronavirus: situazione attuale e possibili risvolti futuri”.
Ecco di seguito il suo pensiero che per ricchezza e profondità di contenuti riporto integralmente:
La situazione precedente non era buona: ampia presenza di atteggiamenti razzisti, paura ed odio per il diverso, scarsa presenza di spirito comunitario, salvo volontariato e simili. Solo aggregazioni poco relazionali tipo manifestazioni sportive e musicali, movida, discoteche e soprattutto lo scontro forte tra “sovranisti” e “progressismo”, tra cui “sardine e chiesa”.
Oggi sembra tutto molto cambiato, con una positiva valenza psichica: unità fra le persone, solidarietà, senso della comunità nazionale e cittadina, riconoscersi nelle istituzioni repubblicane a partire dalle presidenze, solidarietà, superamento di odio e paranoia e condivisione delle regole. Psichicamente è di grande rilevanza stare a casa, condividere vita familiare, avere più tempo per letture, scambi mediatici con amici e colleghi, seguire televisione e musiche dai balconi, dispiacersi per chi muore o è malato, condividere paure e speranze, trovare anche una mesta soddisfazione per il fatto che il modello italiano, nell’insieme ben pensato e gestito, venga esplicitamente copiato da altri paesi. Resta la preoccupazione per la vita degli uomini e dell’economia. Certo ci sono contraddizioni ed eccezioni: eccessi di psicosi o di “strafottenza”, mantenimento da parte di qualche leader politico di demagogia elettorale, vecchi schemi patogeni di odio per l’altro, il diverso che sia donna, meridionale, migrante, intellettuale, povero ecc. anche incentivato da politicanti vari.
Per quanto riguarda la psicoterapia vi è un significativo passaggio al lavoro ONLINE.
Seguo da anni l’esperienza di colleghi come la dottoressa Ustica ed altri segnalando i risultati interessanti che colleghi esperti possono ottenere a condizione che si inizi con colloqui vis à vis. Attualmente è difficile fare terapia di gruppo. Sarà da studiare l’effetto che tutto ciò ha sul lavoro di cura!”
E ancora: “il passaggio verso il benessere di una persona, come così di un gruppo, consiste nel percepirsi e riscoprirsi in una rete di relazioni con gli altri in un percorso di senso di sé integrato.”