Il termine ‘virilità precaria’ indica la credenza che la propria mascolinità e virilità debbano essere dimostrate tramite comportamenti di forza e di dominio e può portare ad effetti negativi sulla salute.
È noto in letteratura che gli eventi stressanti portano a una maggior produzione di cortisolo, un tipo di ormone, conosciuto come ormone dello stress; il rilascio di cortisolo è dato dall’attivazione dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene (HPA) che riflette la naturale risposta dell’organismo alla presenza di stressors prolungati (Cohen, 2007).
Il cortisolo ha in sé una funzione adattiva, viene infatti messo a disposizione dall’organismo allo scopo di consentirci di affrontare una situazione stressante, provocando un aumento della glicemia e dei grassi nel sangue, mettendo così a disposizione l’energia di cui il corpo ha bisogno per fronteggiare la situazione stressante; inoltre vengono liberate catecolamine tra cui l’adrenalina e la noradrenalina, provocando così un aumento della pressione sanguigna. Una volta terminata la circostanza stressante, il corpo si rilassa e ritorna ad una condizione di quiete data dalla minor concentrazione di cortisolo nel sangue (Juster, McEwen, &Lupien, 2010).
Una sovra-attivazione che perdura nel tempo dell’asse HPA può portare ad alti rischi di sviluppare diverse problematiche tra cui problemi cardiovascolari, disfunzioni metaboliche, danni cognitivi ed un aumento generale della mortalità (Juster et al., 2010).
Uno dei fattori che potrebbe portare ad un aumento significativo di cortisolo, è un tipo di credenza, denominata ‘virilità precaria’ la quale consiste nel credere che la propria mascolinità e virilità debbano essere dimostrate tramite comportamenti di forza e di dominio, e che la debolezza per l’uomo sia qualcosa di inaccettabile. E’ dimostrato in letteratura come le persone che hanno questo tipo di credenze tendano anche a mettere in atto più frequentemente comportamenti dannosi per la propria salute (come ad esempio fumare, bere alcol, mangiare male) rispetto a coloro che non ricercano costantemente la virilità e la mascolinità (Courtenay, 2000); inoltre la virilità precaria è anche associata ad una scarsa cura della propria salute, a una mancata ricerca di cure preventive, e alla noncuranza di eventuali terapie nel caso di problemi di salute.
Una ricerca pubblicata sul giornale Psychology Of Men & Masculinities (Himmelstein, Kramer, & Springer, 2018), ha indagato che impatto hanno sull’individuo le credenze di mascolinità. La ricerca ha messo in luce che non tutti coloro che hanno alti livelli di credenze sulla mascolinità hanno alti livelli di cortisolo; infatti, solo gli individui che temevano di perdere lo status di ‘uomo virile’ mostravano una correlazione positiva significativa con i livelli di cortisolo.
I ricercatori sottolineano l’impatto clinico di questa ricerca, dato che individui con credenze di mascolinità preminenti hanno più problemi di salute fisica e psichica legati appunto alla presenza eccessiva e duratura di cortisolo (Himmelstein et al., 2018).