Le applicazioni dell’ipnosi, come trattamento in sé o come intervento complementare finalizzato alla gestione del dolore, coprono una nutrita varietà di ambiti per cui le ritroviamo nel dolore acuto e nel dolore cronico.
La terapia e la gestione del dolore, inteso e valorizzato come quinto segno vitale del paziente, hanno una storia relativamente recente.
Definendo il dolore come un’esperienza sensoriale ed emozionale spiacevole, associata a danno tissutale, in atto o potenziale, o descritta in termini di tale danno (IASP, 1986) viene spontaneo chiedersi quale strumento o approccio possa comprendere ed integrare il più ampio numero di questi aspetti nel processo di cura.
I tentativi per arginare quest’esperienza spiacevole, di cui, solo nel tempo, è stata riconosciuta la complessità, hanno accompagnato la storia dell’uomo fin dalle origini con i metodi più particolari, arrivando all’attuale approccio multidisciplinare.
Per questo e altri quesiti siamo andati ad intervistare il Professor Giuseppe De Benedittis, psichiatra e psicoterapeuta, anestesiologo e neurochirurgo. Giuseppe De Benedittis è Professore Associato di Neurochirurgia presso l’Università degli Studi di Milano (1986), Direttore del Centro per lo Studio e la Terapia del Dolore dell’Università di Milano (1988-), Responsabile dell’U.O. “Terapia del Dolore” dell’Ospedale Maggiore Policlinico IRCCS di Milano (2000-), Docente nella Scuola di Specializzazione in Neurochirurgia (1981-), in Medicina Fisica e Riabilitazione (1981-) e in Malattie del Sistema Nervoso dell’Università di Milano (1995).
Le applicazioni dell’ipnosi, come trattamento in sé o come intervento complementare finalizzato alla gestione del dolore, coprono una nutrita varietà di ambiti per cui le ritroviamo: nel dolore acuto (in chirurgia, ostetricia, odontoiatria, nel trattamento dei grandi ustionati…) e nel dolore cronico (cefalee croniche primarie, algie orofacciali, algie muscolo-scheletriche, mal di schiena aspecifico, dolore neuropatico, dolore oncologico, dolori viscerali e urogenitali, dolore psicogeno).
Nel Blue Book, di cui il Professor De Benedittis è stato uno degli autori, oltre a una sistematizzazione della letteratura scientifica evidence based essenziale e relativa alle principali applicazioni dell’ipnosi in medicina/chirurgia, in psichiatria/psicoterapia, in medicina psicosomatica e in popolazioni speciali, ritroviamo anche utili riferimenti per orientare il pubblico interessato all’ipnosi, tramite parti psico-educazionali e riferimenti di centri e professionisti presenti sul territorio nazionale, divisi per regione e per competenza.
Questo libro sembra anticipare uno degli attuali propositi del board dell’International Society of Hypnosis di portare l’ipnosi ad essere riconosciuta a pieno titolo dall’Organizzazione Mondiale della Sanità fra i trattamenti efficaci in primis nella gestione del dolore.
Ipnosi e terapia del dolore: indice dell’intervista
0:39 Ipnosi e gestione del dolore hanno avuto uno stretto legame fin dalle origini dell’ipnosi stessa. Quali sono state le prime applicazioni e come si declina questo legame oggi?
1:52 Ha curato assieme al dott. Claudio Mammini e al dott. Nicolino Rago Blue Book – Una guida all’ipnosi evidence based, che sistematizza la letteratura scientifica dell’ipnosi in base al grado di efficacia. Che sviluppo vede per l’ipnosi clinica e l’ipnoterapia ericksoniana in tal senso?
4:11 L’attenzione pubblica si sta mostrando sempre più sensibile verso la fibromialgia. Quali trattamenti possono giovare a chi soffre di questa sindrome? E l’ipnosi che ruolo può avere?
6:23 Nel Blue Book viene spesso citata l’ipnoanalisi. Ci può spiegare meglio in cosa consiste, quali sono i vantaggi che la rendono efficace e come la utilizza nella sua pratica clinica?
9:20 Una delle sfide in cui è attualmente impegnato è far riconoscere all’Organizzazione Mondiale della Sanità le applicazioni cliniche dell’ipnosi nel campo della terapia dolore. Ce ne può parlare?
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