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Esiste una relazione tra perfezionismo patologico e criticismo genitoriale?

I bambini potrebbero interiorizzare il criticismo genitoriale per poi sviluppare un criticismo auto-riferito che può portare a perfezionismo patologico

Di Greta Lorini

Pubblicato il 23 Set. 2019

Sembrerebbe verosimile che i bambini di genitori autoritari sviluppino caratteristiche perfezioniste dovute alla natura iper-controllante dei loro genitori: è come se questi bambini internalizzassero il criticismo genitoriale per poi sviluppare un criticismo auto-riferito che li porta a sviluppare perfezionismo come strategia che li preservi dal danno e dall’errore, di cui temono le conseguenze negative..

Greta Lorini
 – OPEN SCHOOL Studi Cognitivi Milano

 

Perfezionismo: un costrutto multidimensionale

Sebbene non vi sia una definizione precisa ed univoca di questo costrutto, alcuni autori hanno ipotizzato che il perfezionismo possa essere un costrutto multidimensionale (Frost, Marten, Lahart & Rosenblate, 1990), costituito da sei dimensioni: la tendenza a reagire negativamente agli errori e ad interpretarli come fallimenti (timore degli errori), la tendenza a porsi standard molto elevati e a ritenerli fondamentali per definire il valore di sé (standard personali), la tendenza a percepire da parte dei genitori standard elevati (aspettative genitoriali), la tendenza a percepire un forte criticismo da parte dei genitori (criticismo genitoriale), la tendenza a dubitare sulla qualità delle proprie azioni (dubbi sulle azioni) e la tendenza ad enfatizzare l’importanza dell’ordine e dell’organizzazione (organizzazione).

La multidimensionalità del costrutto ha portato Frost e colleghi (1990) alla costruzione di uno strumento di valutazione del perfezionismo, la Multidimensional Perfectionism Scale, che tenesse conto delle sue diverse dimensioni e di cui esiste anche una versione italiana (Lombardo, 2008).

Sembra però che il perfezionismo non sia da considerare in toto un fenomeno negativo e che si possa pertanto distinguere un Perfezionismo Adattivo che ha a che fare soprattutto con gli Standard Personali, dimensione riscontrata sia in soggetti clinici che non clinici, ed un Perfezionismo Maladattivo che ha a che fare con le altre cinque dimensioni, ed in particolar modo con il timore dell’errore (Sassaroli & Ruggiero, 2006). La letteratura suggerisce in un’ampia varietà di studi come sia il Perfezionismo Maladattivo ad associarsi con malessere psicologico, problemi interpersonali e un’ampia gamma di tratti di personalità patologici (Dimaggio et al., 2015).

Come si sviluppo il perfezionismo? Il ruolo del criticismo genitoriale

Una delle ipotesi principali sullo sviluppo del perfezionismo è che possa essere il risultato di genitori anch’essi perfezionisti e molto esigenti (Frost, Lahart and Rosenblate, 1991). Gli studi condotti suggeriscono che sia più che altro la percezione della severità genitoriale, più che quella riferita dai genitori stessi, ad essere associata al perfezionismo nei figli.

Maloney, Egan, Kane e Rees (2014) hanno suggerito come due aspetti della genitorialità possano contribuire in modo più consistente allo sviluppo di perfezionismo nei figli: le aspettative ed il criticismo genitoriale. Per “criticismo genitoriale” si intende uno stile relazionale in cui il genitore persegue lo scopo di modificare e/o controllare il comportamento, gli atteggiamenti e le convinzioni del figlio attraverso rimproveri, spesso pervasivi e prolungati. Sembra verosimile, quindi, che i bambini di genitori autoritari sviluppino caratteristiche perfezioniste dovute alla natura iper-controllante dei loro genitori; in altre parole, è come se questi bambini internalizzassero il criticismo dei genitori per poi sviluppare un criticismo auto-riferito che li porta a sviluppare perfezionismo come strategia che li preservi dal danno e dall’errore, di cui temono le conseguenze negative. Quest’ipotesi necessita tuttavia di opportune ed ulteriori verifiche.

Perfezionismo e disturbi psicopatologici

Il perfezionismo patologico è stato collegato inoltre ad un’ampia varietà di sintomi o disturbi psicopatologici (Frost et al., 1990), in particolar modo disturbi d’ansia, disturbi alimentari e depressione (Egan, Wade e Shafran, 2011) e ad alcuni tratti di personalità disfunzionali (Dimaggio et al., 2015). Di seguito verrano presenti alcuni di questi disturbi.

  • Perfezionismo, Criticismo Percepito e Disturbo Ossessivo-Compulsivo

Il Disturbo Ossessivo-compulsivo è un disturbo clinico caratterizzato dalla presenza di ossessioni e/o di compulsioni. Le ossessioni sono pensieri ricorrenti e persistenti o immagini che vengono vissuti come intrusivi e indesiderati e che nella maggior parte dei casi causano ansia o disagio. Le compulsioni sono comportamenti osservabili (overt) o azioni mentali (covert) ripetitivi e finalizzati a fronteggiare la minaccia posta al paziente dalle ossessioni o a contenere il distress (DSM-5, APA, 2013).

In uno studio del 1997 di Frost e Steketee, i pazienti affetti da Disturbo Ossessivo Compulsivo, confrontati con popolazione non clinica, mostravano punteggi significativamente più elevati di Perfezionismo. Halvaiepour e Nosratabadi (2015) hanno suggerito l’esistenza di una relazione significativa tra criticismo genitoriale e pensieri ossessivi. Sperimentare criticismo da parte dei genitori in modo sistematico sembra avere un ruolo significativo nel creare un senso di responsabilità eccessivo. Salkovskis (1996) nella sua teoria afferma che il criticismo genitoriale come fattore d’influenza nel bambino di un senso di responsabilità accresciuto, può aumentare i sintomi del disturbo ossessivo-compulsivo. Questo modello enfatizza il ruolo del criticismo e delle aspettative genitoriali come fattori incentivanti per lo sviluppo di comportamenti e credenze ossessive.

I racconti dei pazienti ossessivi descrivono spesso un clima familiare rigido e caratterizzato da forte attenzione alla moralità (Tenore, 2016), un’atmosfera tale in cui prevalgono criticismo genitoriale, aspettative elevate, richiesta di standard perfezionistici, può contribuire a creare credenze perfezionistiche anche nei figli (Van Noppen e Steketee, 2009).

  • Perfezionismo, Criticismo Percepito e Fobia Sociale


La Fobia Sociale (o Disturbo da Ansia Sociale) è un disturbo caratterizzato da marcata paura o preoccupazione in una o più situazioni sociali in cui il soggetto è esposto al possibile giudizio degli altri. Esempi di situazioni sociali includono: interagire con altre persone, essere osservati mentre si compiono azioni e sostenere una performance davanti ad altre persone. La paura o l’ansia sperimentate dalla persona traspaiono dal modo in cui la persona si comporta o appare, modalità fortemente criticate dalla persona stessa. La paura o l’ansia sono così forti da portare perfino la persona ad evitare le situazioni temute (DSM-5, APA, 2013).

In uno studio del 1996 di Juster e colleghi, un gruppo di pazienti affetti da Fobia Sociale è stato confrontato con un gruppo di soggetti senza disturbi d’ansia. I pazienti con Fobia Sociale hanno mostrato punteggi più elevati di Perfezionismo Patologico nella Multidimensional Perfectionism Scale per quanto riguarda il timore degli errori, il dubitare sulle azioni e il criticismo genitoriale.

  • Perfezionismo, Criticismo Percepito e Disturbi Alimentari

Il perfezionismo è considerato un elemento fondamentale dei Disturbi Alimentari e un fattore principale di rischio; di nuovo è necessario precisare che qui si intende quel perfezionismo patologico che nulla ha a che vedere con il raggiungimento di obiettivi ambiziosi o di successo, ma si configura come una strategia protettiva volta all’evitamento del danno (timore dell’errore) (Sassaroli, 2006). In uno studio, La Mela e colleghi (2015) hanno sottolineato l’importanza di due dimensioni costituenti il perfezionismo: criticismo percepito e aspettative genitoriali in pazienti affetti da bulimia nervosa, confermando quanto emerso in studi precedenti. Sebbene resti ancora da chiarire il processo che porta dal perfezionismo allo sviluppo di un disturbo alimentare, le pazienti DCA potrebbero essere pazienti che, perfezioniste per personalità o genetica ed ipercriticate anche inconsapevolmente, reagiscono inizialmente alle aspettative altrui in modo accondiscendente, ma in un secondo momento, quando si rendono conto che lo standard di controllo è irrealistico, ma irrinunciabile, lo spostano sull’alimentazione, la magrezza e la quantità di cibo assunta (Sassaroli, 2006).

 

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • American Psychiatric Association. (2013). Manuale Statistico e Diagnostico dei Disturbi Mentali, DSM-5 (5^ ed.). Tr. it. Raffaello Cortina, Milano 2014.
  • Dimaggio, G., Lysaker, P.H., Calarco, T., Pedone, R., Marsigli, N., Riccardi, I., Sabatelli, B., Carcione, A. & Paviglianiti, A. (2015). “Perfectionism and Personality Disorders as Predictors of Symptoms and Interpersonal Problems”. American Journal of Psycotherapy., 69(3), 317-330.
  • Egan SJ, Wade TD, Shafran S (2011) Perfectionism as a transdiagnostic process: A clinical review. Clinical Psychology Review 31: 203–212.
  • Frost, O.R., Marten P., Lahart, C. M. & Rosenblate, R. (1990) “The dimensions of perfectionism”. Cognitive Therapy and Research, 14, 449-468.
  • Frost, O. R., Lahart, C. M. & Rosenblate R. (1991) “The development of perfectionism: A study of daughters and their parents”. Cognitive Therapy and Research. 15, 469-489.
  • Frost, O. R. & Steketee, G. (1997). “Perfectonism in Obsessive-Compulsive Disorder patients”. Behavior Research and Therapy. 35, 291-296.
  • Halvaiepour, Z., & Nosratabadi, M. (2015). External Criticism by Parents and Obsessive Beliefs in Adolescents: Mediating Role of Beliefs associated with Inflated Responsibility. Global Journal of Health Science, 8(5), 125
  • Juster, H. R., Heimberg, R. G., Frost, O. R., Holt, C. S., Mattia, J.I. & Faccenda K. (1996) “Social Phobia and Perfectionism”. Personality and Individual Differences. 21, 403-410.
  • La Mela, C., Maglietta, M., Caini, S., Casu, G. P., Lucarelli, S., Mori, S., & Ruggiero, G. M. (2015). Perfectionism, weight and shape concerns, and low self-esteem: Testing a model to predict bulimic symptoms. Eating Behaviors, 19, 155–158.
  • Lombardo, C. (2008) “Adattamento italiano della Multidimensional Perfectionism Scale (MPS)”. Psicoterapia Cognitiva e Comportamentale. 6, 31-46.
  • Maloney, G. K., Egan, S. J., Kane, R. T., & Rees, C. S. (2014). An Etiological Model of Perfectionism. PLoS ONE, 9(5).
  • Salkovskis, P. M. (1996). The cognitive approach to anxiety: Threat beliefs, safety-seeking behavior, and the special case of health anxiety and obsessions. In P. M. Salkovskis (Ed.), Frontiers of cognitive therapy (pp. 48-74). New York, NY, US: The Guilford Press.
  • Sassaroli, S. (2006). I disturbi alimentari. In Sassaroli, S., Lorenzini, R. e Ruggiero G. M, (Ed.), Psicoterapia Cognitiva dell’Ansia: Rimuginio, Controllo ed Evitamento. (321-339). Milano: Raffaello Cortina Editore.
  • Tenore K. (2016). La vulnerabilità nel disturbo ossessivo-compulsivo. In Mancini, F. (Ed.), La Mente Ossessiva: Curare il Disturbo Ossessivo-Compulsivo. Milano: Raffaello Cortina Editore.
  • Van Noppen B, & Steketee G. (2009). Testing a conceptual model of patient and family predictors of obsessive compulsive disorder (OCD) symptoms. Behavioural Research and Therapy, 47(1):18-25.
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