Il feticcio è qualcosa di tanto attuale quanto lo era nel passato o lo è ancora tra africani e guineani primitivi. Interroghiamo di continuo i nostri nuovi oracoli hi tech e a loro chiediamo di rispecchiarci e di dirci chi siamo e quanto valiamo, senza accorgerci però del rischio che questi feticci e oracoli ci superino e sfuggano al nostro controllo.
Popoli lontani non in contatto tra loro e allo stesso stato di sviluppo socio-culturale, tendono ad avere stesse credenze e stessi culti. Esistono oggetti e soggetti ai quali attribuiamo qualità fantastiche, che divengono quasi oggetto di adorazione e culto e s’impongono alla mente come idee ossessive. Oggetti inanimati come i talismani e gli amuleti erano usati per allontanare le paure e le angosce e spedirle altrove, ma anche per simbolizzare e rappresentare eventi della natura che non trovano una spiegazione razionale.
L’uomo tenta, attraverso l’uso di idoli e amuleti, di cambiare una realtà spiacevole sostituendola con un oggetto che ha lo scopo di soddisfare desideri e bisogni. Il feticcio è definito dal valore che gli è conferito da chi lo usa, e per questo spesso arriva ad alienare il soggetto e a possederlo.
Costruiamo oggi come allora i nostri feticci e oracoli che diventano vivi e autonomi, che ci superano e sfuggono al nostro controllo. Interroghiamo di continuo i nostri nuovi oracoli hi tech, come facevano africani e guineani primitivi, a loro chiediamo di rispecchiarci e di dirci chi siamo e quanto valiamo.
Gli oggetti diventano soggetti con un valore proprio e violano il confine fra se stessi e l’oggetto, il piano reale e quello fantastico si mescolano e insieme rimandano a qualcosa che non può essere mai posseduto, un desiderio in divenire che non sarà mai soddisfatto.
Talismani, oracoli e amuleti: quale valore hanno nella società moderna?
Il feticcio ci appare come gratificante, come una soluzione, diviene oggetto di un’illusione di felicità. Sotto il potere del feticcio iniziamo a trattare le illusioni come realtà e ad organizzare la nostra vita in base ad esse.
Meglio non illudersi troppo di essere completamente padroni delle proprie costruzioni mentali. Il feticcio sembra imbrogliare, manipolare, turbare e superare il soggetto che crede di usarlo, inizia a caratterizzare le relazioni e a definirle, diviene uno specchio che restituisce all’uomo un’immagine della sua identità, legata a ciò che possiede.
L’uomo economico alla distanza è battuto dal feticcio-merce, lo domina e lo sottomette al suo stesso progetto di produzione ottimizzata. Gli altri al pari degli oggetti divengono dei tramiti per arrivare in fondo al proprio progetto, per soddisfare i propri desideri, ma mai completamente.
Anche le relazioni diventano merci da consumare, l’uomo economico regola il contatto e la vicinanza con i suoi simili in base al suo desiderio, gli altri non devono essere troppo vicini altrimenti potrebbero servirsi dell’intimità acquisita per dominare, né troppo lontani da non poter essere controllati.
In questo stato sospeso l’uomo economico è costretto al consumo per avere un minimo di sollievo dalla sua infelicità di fondo, allora si cambia di abito e cerca un nuovo qualcuno che gli tenga lo specchio.