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Nella borsa del dottorando: quali implicazioni psicologiche per chi sceglie la carriera accademica?

Una ricerca del 2017 ha studiato la relazione tra carriera accademica e salute mentale dei dottorandi. E' emerso un elevato rischio di depressione

Di Concetta Papapicco

Pubblicato il 28 Ago. 2019

I PhD (philosophiæ doctor) students, o dottorandi, sono giovani ricercatori che investono tre o quattro anni nell’approfondimento di specifici temi. Sono persone che, terminato il percorso universitario, trasformano la loro “sete di conoscenza” in un’occupazione.

 

I PhD (philosophiæ doctor) students, o dottorandi, sono giovani ricercatori che investono tre o quattro anni nell’approfondimento di specifici temi in ambito scientifico. Si tratta di laureati con background formativo di diversa natura, dagli ingegneri, ai medici fino a discipline più umanistiche come le scienze sociali, la filosofia e la letteratura. Sono, comunque, persone che, terminato il percorso universitario, trasformano la loro “sete di conoscenza” in un’occupazione.

La scelta del dottorato e le implicazioni psicologiche

Quali sono, quindi, le implicazioni psicologiche di questo percorso di carriera? Questo panorama, ha suscitato l’interesse di sociologi, psicologi ed economisti, i quali, partendo dalle statistiche, hanno iniziato a studiare i dottorandi, con delle “ricerche nelle ricerche”. In particolare, una ricerca belga del 2017, pubblicata su Research Policy, ha studiato la relazione tra carriera accademica e salute mentale dei dottorandi (Levecquea et al., 2017). Nello specifico, sono stati coinvolti 3600 dottorandi belgi di tutte le discipline ed è emerso che, indipendentemente dalla formazione, un terzo del campione presentava un elevato rischio di sviluppare, soprattutto, depressione.

Nello specifico, nella ricerca è stato somministrato il General Health Questionnaire-GHQ, strumento impiegato comunemente per rivelare possibili problemi psicologici. Dai risultati è emerso che più del 50% del campione presentava almeno due sintomi, il 40% ne dichiarava tre e circa il 30% segnalava quattro sintomi.

I sintomi rintracciati e che costituiscono la “depressione da dottorato” sono:

  1. il sentirsi costantemente sotto pressione,
  2. l’infelicità,
  3. problemi del sonno legati a preoccupazioni di diversa natura,
  4. il sentirsi incapaci di superare le difficoltà e di godersi le attività quotidiane.

Nonostante ciò, non ci sono altri studi a conferma di questo dato, in quanto la maggior parte dei risultati mostra una correlazione con stress e stati di ansia, indentificati principalmente come preoccupazione per il futuro, a causa della mancanza di prospettive. In particolar modo, i risultati dello studio sul rapporto tra dottorato e salute mentale non possono essere generalizzabili, in quanto il campione di partecipanti coinvolto era belga.

Un dato rilevante è che si registra, anche, l’assenza, nelle università stesse, di figure professionali che si occupino di sostenere le Risorse Umane nell’impiego futuro o, semplicemente, di accogliere difficoltà e bisogni individuali e collettivi. Alcune strategie, già presenti all’interno dei Social Network, utili a sdrammatizzare le pratiche di significato comuni legate al dottorato, sono le pagine umoristiche internazionali, nelle quali ogni dottorando si riconosce. Queste pagine, come molte comunità virtuali, hanno quasi una funzione di “mutuo-aiuto”, in quanto, grazie alla condivisione, è possibile sentirsi meno soli.

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Bond, F. W., & Bunce, D. (2003). The role of acceptance and job control in mental health, job satisfaction, and work performance. Journal of applied psychology, 88(6), 1057.
  • Goldberg, D. P., & Hillier, V. F. (1979). A scaled version of the General Health Questionnaire. Psychological medicine, 9(1), 139-145.
  • Levecque, K., Anseel, F., De Beuckelaer, A., Van der Heyden, J., & Gisle, L. (2017). Work organization and mental health problems in PhD students. Research Policy, 46(4), 868-879.
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