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Eccitazione sessuale e propensione all’uso del preservativo

L'uso del preservativo risale all'antichità, ma non è chiaro quali fattori influiscano oggi sulla decisione di usarlo e sul ruolo dell'eccitazione sessuale

Di Giulia Samoré

Pubblicato il 03 Lug. 2019

Sebbene estremamente diffuso, sia come mezzo di controllo delle nascite, che come protezione da malattie sessualmente trasmissibili (STI), esistono ancora delle considerevoli resistenze nell’uso del preservativo..

 

In antichità il preservativo veniva ricavato da intestini di animali, tessuti dalla trama finissima, o addirittura metalli preziosi: il tentativo era quello di impedire all’atto sessuale di culminare nel concepimento.

Fu per la prima volta nel XVI secolo che un medico padovano, Gabriele Falloppio, documentò l’uso del preservativo con lo scopo di impedire un contagio di una malattia venerea: la sifilide.

Questo semplice ed economico dispositivo, se pur non infallibile, si è rivelato efficace contro la trasmissione di innumerevoli infezioni e patologie, tra cui il virus dell’HIV ed il papilloma virus, la cui infezione può degenerare in cancro della cervice uterina.

Uso del preservativo: in base a cosa decidiamo di usarlo?

Sebbene estremamente diffuso, sia come mezzo di controllo delle nascite, che come protezione da malattie sessualmente trasmissibili (STI), esistono ancora delle considerevoli resistenze nell’uso del preservativo: molti uomini apertamente ammettono di preferire un rapporto sessuale in assenza di condom, adducendo come motivazione una sensazione più intensa e in generale una migliore prestazione (anche in funzione del mantenimento dell’erezione).

Vi sono inoltre svariati fattori situazionali che potrebbero contribuire alla decisione di fare sesso sicuro: diversi studi si sono preposti di indagare quale ruolo il sexual arousal, o eccitazione sessuale, possa avere nella disposizione degli individui all’utilizzo del preservativo, riscontrando che gli individui in questa condizione si mostravano maggiormente disposti ad ingaggiarsi nel sesso non protetto (Ariely & Loewenstein, 2006; George et al., 2009; MacDonald, Fong, Zanna, & Martineau, 2000; Norris et al., 2009; SkakoonSparling, Cramer, & Shuper, 2016).

Secondo la cornice teorica del Reflective-Impulsive Model (RIM) di Strack and Deutsch (2004) la nostra capacità di decision making risente dell’influenza di due sistemi paralleli: il Sistema Riflessivo, contiene le nostre cognizioni esplicite, come ad esempio la conoscenza circa le STI o la conoscenza del rischio oggettivo di contrarne una non utilizzando una protezione; il Sistema Impulsivo viene invece descritto come un sistema di associazioni più elementare, costruito nel tempo attraverso l’esperienza. Un’attitudine implicita positiva verso l’uso del preservativo prevede che ogni volta che il concetto di “condom” viene attivato, nella sua rete di associazione mantenga solo legami “positivi”, che danno luogo verosimilmente alla scelta di ricorrere ad una protezione. Tuttavia, II Modello postula anche che quando la capacità della working memory di un individuo raggiunge il suo minimo, come ad esempio può accadere nel caso della sovrastimolazione che avviene durante l’attività erotica (Carvalho, Leite, GaldoÁlvarez, & Gonçalves, 2011), il Sistema Impulsivo, più economico, subentra nel modulare il comportamento, rendendo conto delle attitudini implicite, che facilmente risultano essere negative nei confronti dell’uso del preservativo.

Uso del preservativo ed eccitazione sessuale: lo studio

Partendo da questi presupposti, Wolfs, Bos, Mevissen, Peters & van Lankveld (2019) hanno condotto uno studio coinvolgendo 27 uomini eterosessuali tra i 18 e i 35 anni, in uno studio within (ovvero due diverse condizioni alle quali ogni individuo viene sottoposto in momenti differenti) per testare l’ipotesi sostenuta dal modello RIM di un’attivazione del Sistema Impulsivo in un contesto di eccitazione sessuale (video erotico) vs. in una condizione neutra (video neutro). Una misura dell’eccitazione sessuale fisiologica è stata ottenuta mediante l’utilizzo di un pletismografo penile, che registra l’afflusso di sangue ai tessuti del pene; i soggetti erano poi tenuti a riportare la propria eccitazione sessuale percepita, così come a rispondere a questionari circa le attitudini e le intenzioni esplicite verso l’uso del preservativo; le attitudini implicite sono invece state misurate mediante il test IAT (Implicit Association Test, Greenwald, Nosek, & Banaji, 2003), che misura la forza dell’associazione automatica implicita tra concetti diversi, in questo caso tra “sesso sicuro/sesso non sicuro” e “positivo/negativo”; per arricchire ulteriormente l’indagine, le disposizioni implicite sono state indagate nelle due forme di una IAT liking, ovvero una generale disposizione verso il sesso sicuro, e una IAT wanting, che si propone di essere un’espressione di intenzionalità nell’attuare il comportamento sicuro.

I risultati dello studio su eccitazione sessuale e propensione all’uso del preservativo

Compatibilmente con le previsioni avanzate dagli autori, quando i soggetti si trovavano nella condizione di normalità (non-aroused) la loro attitudine verso l’uso del preservativo si è dimostrata predetta unicamente dalle attitudini esplicite verso l’uso dello stesso; le attitudini implicite verso l’impiego del condom si rivelano influenti solo nella condizione di eccitazione sessuale, inoltre le attitudini implicite si classificavano come generalmente più negative di quelle esplicite.

Lo studio esposto, pur con le dovute limitazioni, suggerisce come in una condizione di arousal le attitudini implicite possano influenzare il comportamento risultando in una condotta responsabile o al contrario, al sesso non protetto; interventi precoci e preventivi di sensibilizzazione e familiarizzazione con il preservativo maschile e il suo utilizzo potrebbero rappresentare momenti utili alla creazione di quelle associazioni positive sia esplicite che implicite, che facilitano l’aderenza ad una condotta responsabile.

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