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Ballate per uomini e bestie di Vinicio Capossela, imperdibile album antropologico

Vinicio Capossela, è riuscito a rappresentare magistralmente ancora una volta l’umana esistenza con l’ultimo disco Ballate per uomini e bestie

Di Gaspare Palmieri

Pubblicato il 09 Lug. 2019

Vinicio Capossela, non nuovo a mitologiche imprese musicali (si pensi al visionario viaggio di Marinai, profeti e balene), è riuscito con l’ultimo disco fresco di uscita Ballate per uomini e bestie, a rappresentare magistralmente ancora una volta l’umana esistenza, nelle sue miserie, contraddizioni e slanci eroici, grazie a una serie di geniali metafore e allegorie..

 

Non sono solito recensire CD, ma in questi tempi di musica liquida usufruibile ovunque, di canzoni fast-food e di sovrabbondanza musicale di ogni genere, trovare qualcosa che si abbia voglia di ascoltare e riascoltare, addirittura approfondire, che ti incuriosisca a tal punto da cercare le fonti bibliografiche che l’hanno ispirato, che soprattutto ti faccia pensare e ripensare.. farò un’eccezione.

Vinicio Capossela, non nuovo a mitologiche imprese musicali (si pensi al visionario viaggio di Marinai, profeti e balene), è riuscito con l’ultimo disco fresco di uscita Ballate per uomini e bestie, a rappresentare magistralmente ancora una volta l’umana esistenza, nelle sue miserie, contraddizioni e slanci eroici, grazie a una serie di geniali metafore e allegorie.

Ballate per uomini e bestie: la condizione umana odierna secondo Vinicio Capossela

La condizione umana è rappresentata a partire dal concetto stesso dell’album, dove gli animali non solo rappresentano le parti più istintive dell’uomo, ma anche vizi e virtù come la lentezza (la lumaca), la leggerezza innocente (la giraffa), il trasformismo e l’opportunismo (il lupo mannaro), la sottomissione (l’orso ammaestrato). Vengono in mente le favole di Esopo dove le caratterizzazioni degli animali veicolavano messaggi di saggezza, ma anche le stupende canzoni per bambini di Bruno Lauzi (La tartaruga), anche se il livello espressivo sia in ambito testuale che di arrangiamenti è di ordine ancora superiore alla migliore tradizione cantautorale italiana. Canzoni non convenzionali per quanto riguarda la struttura, assolutamente lontane da logiche commerciali, lunghissime di sei-sette minuti, come dei cortometraggi musicali, che il Nostro ha raccontato di aver composto in sette anni e di aver registrato in un anno (tempi lunghissimi per i ritmi produttivi musicali attuali, ma la differenza si sente eccome…). Complessità che però si gode senza pesantezza, canzoni che ti tengono con l’orecchio incollato alla cassa dall’inizio alla fine, altamente perturbanti.

L’apertura del disco Ballate per uomini e bestie è con Uro (diventata al primo ascolto canzone preferita di mia figlia di cinque anni e mezzo e ormai mia condanna sonora nei viaggi in macchina), animale rupestre delle grotte di Lescaux di ventimila anni fa.

La nuova peste: internet addiction e altri mali odierni

Poi arriva La nuova peste, la prima metafora a mio avviso fortissima, della rete e del web come pandemia. Artaud parlava della “meravigliosa peste” che non guarda in faccia nessuno e che crea quella situazione di panico del “si salvi chi può”.  Vinicio Capossela pare un uomo d’altri tempi (a partire dal look), ma da persona intelligente qual è, non critica in modo oscurantista internet, ma punta il dito sul suo utilizzo indiscriminato, privo di regole, che può ferire chiunque nella più completa impunità, complice anche lo strumento perverso e virale dello “screenshot”. Così usando anche un po’ di ironia (Let’s tweet again…) arriva a denunciare il fenomeno del revenge-porn di cui è stata (non unica) vittima Tiziana Cantone, a cui è appunto dedicato il brano. Non mancano, nel brano di Ballate per uomini e bestie, i riferimenti ai nuovi monatti (Zuckemberg e compagnia bella?, certi influencer?), che speculano cinicamente sull’epidemia. L’argomento è più attuale che mai in quanto recentemente si parla moltissimo di internet addiction e alcuni studi hanno mostrato come studenti dei college americani arrivino a trascorrere fino a sei o otto ore al giorno di fronte allo smartphone o al computer. L’abilità assoluta del Nostro è quella di recuperare il mito, il racconto senza tempo e di renderlo attuale, modernizzarlo affinchè divenga occasione di riflessione collettiva. Anche perché certi mali che affliggono l’uomo cambiano nella forma ma non nel contenuto originario, anche se ogni epoca ha il suo male prevalente (nella nostra sicuramente prevale la difficoltà a darsi limiti accettabili, rispetto alla frustrazione di fronte ai divieti del secolo scorso).

L’estinzione di compassione ed empatia in Ballate per uomini e bestie

In questa operazione Vinicio Capossela recupera ad esempio una fiaba come I musicanti di Brema dei fratelli Grimm, i cui protagonisti possono essere traslati nel nostro mondo di esodati e precarietà, con una sottile critica al sistema consumismo dell’usa e getta, dove chi viene gettato, emarginato, non può fare altro che solidarizzare formando una band!

Una riflessione importante merita anche il rischio di estinzione dal nostro mondo di sentimenti importanti come la compassione, di cui si accenna nel brano Il Povero Cristo (da cui è stato tratto un bellissimo video girato a Riace). La canzone del disco Ballate per uomini e bestie descrive un Cristo sconsolato forse per il fatto che il motto “ama il prossimo tuo come te stesso”, sia stato sostituito da “prima se stessi”, poi eventualmente gli altri (quando va bene…). Sempre in ambito spirituale c’è spazio per le tentazioni di Sant’Antonio e per il discorso sulla Perfetta Letizia di San Francesco (il Santo che parlava con gli animali) messo in musica. La frequentazione caposseliana del sacro (seppure ben compensata da giuste quote di profano) è autentica, spirituale, ben lontana da altri usi strumentali del crocefisso che purtroppo ci è toccato vedere negli ultimi mesi.

Non manca una bellissima citazione di Oscar Wilde, La ballata del carcere di Reading, che ha a che fare con il bisogno di distruggere le cose che amiamo.

Vinicio Capossela ormai non è solo un musicista o un cantautore, ma un antropologo musicale che usa la canzone come strumento di ricerca. Tantissima roba…chapeau Vinicio!

 

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Vinicio Capossela. (2019). Ballata per uomini e bestie. Prodotto da La Cùpa, distribuito da Warner Music
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