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Piacere femminile: un nuovo studio indaga come l’aderenza a degli imperativi fallocentrici possa influire sulla soddisfazione sessuale delle donne

La ricerca ha indagato in che modo la soddisfazione sessuale nella donna possa essere influenzata da una cultura caratterizzata da imperativi fallocentrici

Di Giulia Samoré

Pubblicato il 14 Giu. 2019

Aggiornato il 26 Giu. 2019 11:01

Nella moderna concezione del benessere sessuale, si presume non solo l’assenza di disturbi organici che impediscano l’esperienza erotica, ma la possibilità per l’individuo di vivere la propria sessualità in assenza di coercizioni, discriminazioni e violenza (Who, 2006).

 

Sarebbe tuttavia semplicistico pensare che questi possano essere gli unici fattori a concorrere nel raggiungimento di una completa soddisfazione sessuale; un esempio di ciò sembra emergere dal crescente corpo di ricerche sull’attitudine al piacere nella specie umana, ed in particolare nella cultura occidentale, che sembra delineare una netta disparità tra l’esperienza erotica vissuta dagli uomini e quella riportata dalle donne.

Soddisfazione sessuale: gli studi sul piacere femminile

In termini di orgasmi raggiunti, gli uomini riportano un tasso nettamente superiore rispetto a quello delle donne, e nel 94,1% delle esperienze sessuali il rapporto aveva incluso una penetrazione vaginale (McClelland,2011; Richters, deVisser, Rissel, & Smith, 2006). Inoltre, le donne eterosessuali riportano una frequenza di orgasmo inferiore rispetto ai dati provenienti dalla popolazione delle donne che fanno sesso con le donne (Breyer, Smith, Eisenberg, Ando, Rowen & Shindel, 2010; Garcia, Lloyd, Wallen & Fisher, 2014). Sebbene l’esperienza dell’orgasmo non sia sinonimo di soddisfazione sessuale, le due cose risultano essere strettamente collegate, motivo per cui tale indice è ritenuto una misura concreta del successo di un incontro sessuale, così come la sua assenza può divenire motivo di ansie e preoccupazioni personali e di coppia.

La recente ricerca di Willis, Jozkowsky, Lo & Sanders (2018) parte dall’idea che gli script a cui i rapporti sessuali spesso si attengono, possano largamente influenzare questo aspetto della soddisfazione delle donne: gli autori hanno ipotizzato in particolare che vi possano essere due cosiddetti imperativi fallocentrici, quello dell’imperativo al coito e quello dell’orgasmo maschile, che creerebbero un focus maggiore sulla soddisfazione maschile rispetto a quella femminile; conversamente gli autori prevedono che la capacità di mantenere il focus attentivo sul proprio orgasmo, così come ricorrere ad una variabilità maggiore nei comportamenti sessuali, possano essere i mediatori che rendono conto delle differenze riportate in letteratura.

L’imperativo al coito si traduce nella preferenza riservata nei rapporti uomo/donna alla penetrazione vaginale (Braun, Gavey & McPhillips, 2003; Peterson & Muehlenhard, 2007), sebbene solo il 46% delle donne abbia riportato di raggiungere l’orgasmo in questo modo (Richters, deVisser, Rissel & Smith, 2006) ed al contempo una maggior varietà del repertorio della coppia, sia stata provata significativamente correlata ad un maggior numero di orgasmi; ancora una volta, le donne che hanno rapporti con le donne, si trovano a preferire questa modalità, essendo libere dall’imperativo al coito caldeggiata dalla controparte maschile. L’imperativo dell’orgasmo maschile si riflette nei dati riportati dalla letteratura, per cui nella maggioranza dei rapporti è l’orgasmo maschile che decreta la fine di un rapporto (Braun et al., 2003; Opperman, Braun, Clarke, & Rogers, 2014) e più sorprendentemente, è sempre l’orgasmo maschile che predice la soddisfazione sessuale per entrambi i partner, anche a discapito del climax raggiunto o meno dalla donna (McClelland, 2011).

Soddisfazione sessuale: la differenza tra rapporti omosessuali e rapporti eterosessuali

Nello studio di Willis et Al. (2018) è stato selezionato un campione di 2296 donne, originariamente reclutate tramite una survey online condotta dal Kinsey Institute for Reaserch on Sex, Gender and Reproduction, 1998 delle quali appartenevano alla popolazione normativa (Donne che fanno Sesso con Uomini, d’ora in avanti chiamate DSU) e 308 delle quali riportavano un partner principale di sesso femminile (Donne che fanno Sesso con Donne, o DSD). Per ottenere un indice del funzionamento sessuale delle partecipanti, è stato somministrato l’Interviewer Ratings for Sexual Function (Bancroft, Loftus & Long, 2003), composto di 66 items atti a comprendere la natura fattuale ed emozionale degli incontri sessuali intercorsi nelle 4 settimane precedenti. A conferma dei risultati anticipati dalla letteratura, le DSD riportavano di aver avuto rapporti culminati in un orgasmo più spesso delle DSU (Incidence Ratio Rate: 1,23), tuttavia controllando l’influenza delle variabili orientamento al proprio orgasmo e varietà delle attività sessuali intraprese, il divario tra i due gruppi diminuiva, ad indicare che le donne che rimanevano concentrate sul proprio piacere e sperimentavano nella coppia un repertorio erotico più diversificato riportavano più orgasmi a prescindere dal genere sessuale del proprio partner (sebbene le DSD rimangano favorite in questo).

I risultati della letteratura circa l’atteggiamento verso l’autoerotismo contribuiscono a chiarire come sia possibile che le donne stesse possano talvolta contribuire alla negligenza verso la propria soddisfazione sessuale: le donne impegnate in una relazione eterosessuale hanno riportato in uno studio qualitativo che la masturbazione fosse un’attività che minacciasse l’ego del proprio partner, che andasse praticata a beneficio del partner, che dovesse essere praticata solo dagli uomini (Fahs & Frank, 2014); in secondo luogo, sembra che la maggioranza delle donne siano convinte che la masturbazione femminile debba necessariamente includere l’autopenetrazione e considera sé stessa “strana” per preferire la stimolazione clitoridea (Fahs & Frank, 2014). In tal senso, sembra che anche gli atteggiamenti delle DSU nei confronti dell’attività masturbatoria porti i segni di un’interiorizzazione degli imperativi fallocentrici già esaminati in precedenza.

Soddisfazione sessuale femminile: sembra condizionata da quella maschile

Con le dovute limitazioni, appare chiaro dai risultati di questo studio come il condizionamento operato implicitamente dagli script incentrati sugli imperativi fallici rischi di precludere alle donne il piacere di un’appagante esperienza sessuale, non soltanto in un contesto di coppia, ma anche nella propria intimità. Le implicazioni di questo studio sono evidenti: tutte le donne, ed in particolare le DSU (Donne che fanno Sesso con Uomini), possono beneficiare da un repertorio erotico più diversificato, da un maggior orientamento verso il proprio appagamento ed in generale, dal distanziarsi dagli script che favoriscono unilateralmente il soddisfacimento del partner a proprio discapito.

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