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Efficacia dell’Ipnosi di Gruppo per la Sindrome da Intestino Irritabile

Un recente studio ha messo in evidenza gli effetti positivi a lungo termine dell'ipnosi nel trattamento della Sindrome da Intestino Irritabile.

Di Nicoletta Gava

Pubblicato il 07 Giu. 2019

L’uso dell’ ipnosi nel trattamento della Sindrome da Intestino Irritabile consente a chi soffre di questa condizione di ottenere non solo un maggior sollievo sul piano dei sintomi fisici, ma di vedere aumentare anche i propri spazi di libertà. In molti riferiscono miglioramenti sul piano dell’umore e, più in generale, del loro livello di benessere globale.

 

La Sindrome da Intestino Irritabile (IBS) è un disturbo funzionale gastrointestinale caratterizzato da ripetuti episodi di dolore o fastidi addominali, di alterazione della normale funzionalità intestinale in assenza di cause strutturali o biochimiche. Tale condizione può avere conseguenze rilevanti per la vita di chi ne soffre. Numerosi studi hanno infatti evidenziato come, oltre a produrre conseguenze invalidanti per la vita emotiva, sociale e professionale, la IBS implichi un costo notevole per i sistemi sanitari.

Se a questo aggiungiamo che i rimedi farmacologici raramente producono effetti soddisfacenti diventa chiaro il bisogno di trovare strategie di intervento che possano contribuire a migliorare la qualità di vita dei pazienti che ricevono tale diagnosi.

L’efficacia dell’ ipnosi nel trattamento della Sindrome da Intestino Irritabile: uno studio sperimentale

Nella mia esperienza di clinica sono stata testimone diretta dei benefici che l’ ipnosi può portare a chi soffre a causa della Sindrome da Intestino Irritabile. I pazienti riportano maggior sollievo sul piano dei sintomi e tali risultati tendono a mantenersi stabili a lungo termine. Insieme all’attenuarsi della sintomatologia fisica, le persone vedono aumentare i propri spazi di libertà, riportano miglioramenti sul piano dell’umore e, più in generale, del loro livello di benessere globale.

Uno studio recente (Flik et al., 2019), dopo aver passato in rassegna i dati prodotti dalla letteratura scientifica precedente, ha indagato gli effetti dell’ ipnoterapia (terapia condotta attraverso l’utilizzo dell’ ipnosi) in un protocollo di ricerca molto rigoroso.
Lo studio, apparso quest’anno su The Lancet, Gastroenterology & Hepatology, ha coinvolto più di 400 pazienti provenienti da 11 ospedali dislocati sul territorio Olandese. Nonostante l’interesse verso questo tipo di approccio fosse già presente a partire dagli anni ‘80 e nel corso del tempo si siano accumulate varie prove di efficacia, l’applicazione dell’ ipnosi nel trattamento dell’IBS non si è diffuso probabilmente a causa di alcuni limiti nei metodi di indagine insieme all’idea che il suo utilizzo complicherebbe le consolidate pratiche cliniche e porterebbe ad un aumento dei costi per le strutture sanitarie.

Lo studio di Flik e colleghi, oltre ad indagare l’efficacia della metodica attraverso un solido impianto sperimentale, ha puntato a verificare se gli stessi risultati potessero essere ottenuti in contesti di gruppo. In altre parole: c’è una differenza in termini di efficacia tra l’ ipnosi utilizzata in sedute individuali rispetto a quella utilizzata in sedute di gruppo?

Gli autori hanno suddiviso il campione – popolato da pazienti con diagnosi di IBS farmaco-resistente che non soffrissero di altre patologie fisiche o psichiatriche che avrebbero potuto confondere i risultati – in tre gruppi: a) ipnoterapia individuale; b) ipnoterapia di gruppo; c) gruppo di controllo.

Nel gruppo di ipnoterapia individuale i partecipanti hanno partecipato a 6 sessioni di ipnosi della durata di 45 minuti ad intervalli bisettimanali durante le quali venivano utilizzate suggestioni pensate per ridurre dolori e fastidi aumentando il senso di benessere generale.

I partecipanti assegnati al secondo gruppo hanno preso parte a 6 sessioni della durata di 60 minuti, sempre ad intervalli bisettimanali, rivolte ad un pubblico di 6 persone per volta. I contenuti delle induzioni ipnotiche erano identici a quelli utilizzati per le sessioni individuali.

Infine, al terzo gruppo di pazienti – il gruppo di controllo – sono state offerte 6 sessioni di gruppo della durata di 60 minuti nelle quali venivano fornite loro informazioni relative alla sindrome, ai comportamenti ed agli schemi mentali disfunzionali che tendono ad instaurarsi come conseguenza della diagnosi, alla dieta ideale da seguire, ai benefici dell’esercizio fisico ed ad altre aree di interesse clinico.

Nonostante i partecipanti di tutti e tre i gruppi abbiano mostrato miglioramenti su aree come il benessere emotivo e psicologico, al termine dei 3 mesi di trattamento i pazienti assegnati alla ipnoterapia, sia individuale che di gruppo, hanno riportato maggior sollievo dai sintomi tipici della Sindrome da Intestino Irritabile rispetto al gruppo di controllo.

Confrontando l’intervento ipnotico individuale con quello di gruppo, i ricercatori hanno osservato come non vi fossero differenze significative in termini di efficacia, dato importante dal punto di vista dell’ottimizzazione delle risorse disponibili per le strutture cliniche.

Lo studio descritto rappresenta, ad oggi, il trial randomizzato più ampio in questo campo e aggiunge un tassello al complesso quadro del trattamento della Sindrome da Intestino Irritabile che, secondo stime recenti, sta venendo diagnosticata sempre più spesso e che, in alcune nazioni, arriva a colpire una persona su 10 (Card, Canavan, & West, 2014).

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