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Niente (2014) di Janne Teller – Recensione del libro

Niente di Janne Teller, richiamando il Barone Rampante, parla di adolescenza e di quanto possa essere pericoloso, senza alcuna guida, dare senso alla vita

Di Anna Angelillo

Pubblicato il 01 Apr. 2019

Non c’è niente che abbia senso, è tanto tempo che lo so. Perciò non vale la pena far niente, lo vedo solo adesso.” È con questa frase che Pierre Anthon, tredici anni, rompe il silenzio in un anonimo giorno di scuola, si alza e abbandona la classe per rifugiarsi su un albero. Si apre così Niente di Janne Teller, tra lo stupore di una classe di adolescenti e l’indifferenza dei loro insegnanti.

 

Niente di Janne Teller e la ricerca di senso

Il pensiero nichilista e irremovibile di Pierre Anthon riecheggia dall’alto di un albero di susine in modo sarcastico e sprezzante per tutto il corso del romanzo, facendo scivolare i suoi compagni nello sconforto, che ben presto si trasforma in rabbia e voglia di dimostrargli il contrario. Vogliono portalo giù da quel ramo, fagli vedere che si sbaglia; non vogliono arrendersi davanti a quell’atteggiamento distruttivo e vuoto.

Così si uniscono e decidono di mettersi alla ricerca del significato. Pensano che trovare qualcosa che ha davvero senso possa far ricredere l’amico ribelle e convincerlo che val la pena continuare a credere, sperare, vivere. Decidono così di raccogliere una serie di oggetti e costruire una catasta di significato. La ricerca si incammina inizialmente tra cose semplici, speciali, anche tenere. Le pagine di Niente di Janne Teller si illuminano di speranza e infondono quella voglia piena di respirare a fondo, di esistere, di lottare in nome di quel senso che ci tiene in vita.

Man mano che le pagine scorrono però in maniera sottile ma pungente succede qualcosa: il limite verso cui i ragazzi cominciano a spingersi sembra allargarsi, tanto da diventare sempre più brutale e preoccupante. Ciascun compagno indica ad un altro quale oggetto lasciare, e così via. Man mano che si procede però il gruppo sembra passare dalla ricerca alla sfida, dal suggerimento alla pretesa, dalla alleanza alla vendetta. Le proposte diventano spietate e crude. Ma ormai non ci si può fermare né si può tornare indietro. Questi ragazzi spaesati davanti alla ricerca del significato, che nessun adulto si offre di insegnare, sono ostinati e ormai travolti da loro stessi. Il grado di dolore nel lasciar andare gli oggetti a loro cari diventa il criterio di scelta: il gioco man mano si trasforma in un’escalation, inevitabile per lenire la ferita subìta al proprio turno. Fino al limite e oltre. Oltre il rispetto, oltre l’intimità, oltre il corpo, oltre il sacro, oltre la morte. Le pagine di Niente di Janne Teller si tingono di angoscia e inquietudine, snaturando quel senso iniziale vivo e costruttivo.

Niente di Janne Teller: la drammaticità della perdita

Si apre così una finestra su di un mondo adolescente in cui fa freddo, in cui non ci sono regole, compromessi, dove il coraggio e la forza si confondono con provocazione e disumanità. L’infezione è letale. Questi ragazzi sembrano muoversi alla cieca, senza punti di riferimento, spinti dal desiderio di rivincita sul loro compagno come sulla vita, a quell’età.

Esplode l’epilogo, in maniera incredibile e asciutta. L’ultimo atto restituisce finalmente libertà e rivela la drammaticità della perdita, ma anche la preziosità della scoperta, anche se non ancora del tutto definibile. Una frase riportata dall’io narrante dice:

Piangevamo perché avevamo perduto qualcosa e trovato qualcos’altro. E perché è doloroso, sia perdere che trovare. E perché sapevamo che cosa avevamo perduto, ma non eravamo ancora capaci di definire a parole quello che avevamo trovato.

Il tempo passa, tornano i ricordi, restano le emozioni: “quella strana sensazione nella pancia” che torna a richiamare quello che è stato. E anche se non trova ancora spiegazione, un qualche significato ce l’ha. “E con il significato non si scherza”.

Niente di Janne Teller è un romanzo breve ma inteso, che costringe il lettore a guardare quel diluvio di ogni adolescenza, a cui non sempre l’adulto è attento e pronto e che in fondo teme.

 

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Teller, J. (2014). Niente. Universale Economica Feltrinelli
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