Il film di cui vorrei parlarvi oggi risale al 1961. Il regista è Ingmar Bergman e il film si intitola Come in uno specchio. Il film ruota attorno alla schizofrenia della protagonista femminile Karin e al rapporto che intrattengono con lei il marito Martin, il fratello Minus e il padre David.
Lorenzo Ricciuti
Il marito che si autodefinisce una “persona chiara e semplice” la ama profondamente ed è disposto a sopportare il malessere che attanaglia la moglie.
Come in uno specchio: la malattia coinvolge tutta la famiglia
Il fratello Minus è impotente spettatore degli attacchi a mano a mano sempre più forti che affliggono Karin. David, il padre, è sicuramente il personaggio più interessante. C’è un cambiamento molto forte in lui, infatti se inizialmente parla di sé come di un uomo totalmente dedito al lavoro, al successo, alla fama e totalmente avulso dalla realtà familiare, poi invece sarà costretto a guardare negli occhi la realtà, ossia la malattia della figlia.
Altra questione molto interessante è il crescere della sintomatologia in Karin. Veniamo a conoscenza della malattia di cui lei soffre dal dialogo fra il padre e il marito. Successivamente Karin rimane sola con il fratello e in un momento di lucidità racconta al fratello le immagini mentali che affollano la sua mente, come nell’affermazione
Io passo attraverso la parete [..] A volte provo un’ansia irrefrenabile in cui la porta si aprirà, come se Dio stesso debba apparirci.
A quel punto si manifesta la prima crisi che la porta a rimanere rannicchiata su se stessa dentro il relitto di una nave preda di una lotta logorante contro le sue immagini mentali. Sarà lei stessa a chiedere al padre di essere ricoverata, perché come dice lei dopo essere tornata lucida,
Bisogna scegliere, o si sta in un mondo o nell’altro.
A questa prima crisi, ne seguirà un’altra, dove lei, seduta dentro una stanza, è preda delle sue visioni, che la porteranno a gridare e a divincolarsi furiosamente. Il marito deciderà allora di ricoverarla.
Come in uno specchio: l’amore oltre la psicopatologia grave
I critici parlano del problema religioso presente nel film Come in uno specchio di Bergman ossia dell’assenza-presenza di Dio. Non sono particolarmente d’accordo, perché il problema religioso rappresenta una parte minoritaria del film: in sostanza quella in cui Karin ha gli attacchi di schizofrenia.
A mio modesto parere sono molto più significativi i dialoghi e le relazioni che i vari personaggi costruiscono fra loro. Mi sembrano centrali l’amore e la premura che il marito prova per Karin, che fanno tutt’uno con l’affetto che il fratello Minus prova per lei, ascoltandola e cercando di capire i contenuti mentali di Karin. Fino alla confessione del padre che per la prima volta apre gli occhi davanti al dolore della figlia. L’amore è il vero collante del film, ciò che dà forza e contenuto a tutta l’opera di Bergman.
Non mi resta che augurarvi buona visione.