L’improvviso calo di glucosio che sperimentiamo quando siamo affamati potrebbe influire sul nostro umore. La ricerca pubblicata su Psychopharmacology ha indagato l’impatto della fame sul comportamento emotivo.
La ricerca ha utilizzato topi da laboratorio. I ricercatori hanno osservato segnali di stress, quali livelli più elevati di cortisolo e comportamenti simil depressivi nei ratti dopo aver somministrato loro un bloccante del glucosio.
Fame: può determinare cattivo umore, stress ed ansia?
Per lo studio i ricercatori dell’Università di Guelph hanno somministrato un bloccante del glucosio, inducendo uno stato di ipoglicemia in alcune cavie che si trovavano in un particolare luogo fisico; nella seconda condizione è stata somministrata un’iniezione di acqua ai medesimi topi, posti però in un altro luogo. Ciò che si è osservato è che quando i topi erano liberi di muoversi nell’ambiente, evitavano attivamente il luogo in cui era stata indotta l’ipoglicemia.
Francesco Leri, professore del Dipartimento di Psicologia ha spiegato
Questo tipo di comportamento di evitamento è un’espressione di stress e ansia. Gli animali ricordano il luogo in cui hanno vissuto l’esperienza stressante e lo evitano per non riprovare più la medesima sensazione.
I ricercatori hanno monitorato i livelli ematici dei ratti dopo la somministrazione del bloccante e hanno trovato livelli più elevati di cortisolo, un indicatore di stress fisiologico; inoltre hanno osservato che le cavie apparivano più pigre in seguito all’iniezione. Questo potrebbe essere in parte giustificato dal fatto che buoni livelli di glucosio sono essenziali per la funzionalità muscolare, tuttavia quando è stato somministrato un farmaco antidepressivo di uso comune, gli animali hanno iniziato a muoversi normalmente, si è assistito quindi a un cambiamento del comportamento non giustificato dai livelli di glucosio che sono rimasti invariati.
Fame e tono dell’umore: i risultati dello studio
Questa scoperta supporta l’idea che gli animali sperimentavano stress e umore depresso nella condizione di ipoglicemia.
Leri ha affermato
Abbiamo ottenuto prove del fatto che un cambiamento nel livello di glucosio può avere un effetto duraturo sull’umore. Quando le persone pensano agli stati d’animo negativi e allo stress, pensano ai fattori psicologici e non a quelli metabolici. Io stesso ero scettico quando le persone mi dicevano che diventano scontrose se non mangiavano, ma ora ci credo. La ricerca ha rivelato che l’ipoglicemia è un forte fattore di stress psicologico, questo ci porta a sostenere che un comportamento alimentare scorretto possa avere un impatto a livello emotivo.
In conclusione le evidenze trovate rivelano che bassi livelli di glucosio determinano stati d’animo negativo.
Alla luce di ciò in futuro i ricercatori intendono capire se l’ipoglicemia cronica possa essere un fattore di rischio per lo sviluppo di comportamenti depressivi e ansiosi a lungo termine.
Leri ha detto
Cattiva alimentazione e umore depresso possono diventare elementi di un circolo vizioso: se una persona non mangia in modo adeguato, può sperimentare un calo nel tono dell’umore il quale a sua volta può indurre una riduzione del desiderio di cibo. Sperimentare costantemente questo circolo può influenzare negativamente lo stato emotivo
e ha concluso
I fattori scatenati della depressione possono essere diversi da soggetto a soggetto tuttavia sapendo che la nutrizione è un possibile fattore di rischio, si potrebbe includere la promozione di abitudini alimentari sane come parte di un trattamento.