L’ ADHD è un disturbo che entra a far parte delle classificazioni internazionali nel 1980. La prevalenza mondiale della diagnosi di ADHD nei bambini e adolescenti è stimata intorno al 5,9-7,1%.
La prevalenza di ADHD in Italia si attesta intorno all’1% della popolazione di età compresa tra i sei e i diciassette anni. La diffusione della diagnosi ha creato molto allarme, in particolare negli USA, che presentano un’incidenza della diagnosi molto più elevata rispetto all’Italia e una frequenza maggiore nella prescrizione di farmaci.
ADHD: come interferisce con l’attività scolastica
Questi bambini/ragazzi incontrano diverse difficoltà nella vita quotidiana, e molte di queste si manifestano nei contesti scolastici. In particolare, tra i diversi fattori che interferiscono nell’attività accademica, vi sono:
- Sensibilità alla noia
- Difficoltà nello svolgere attività che richiedono concentrazione
- Difficoltà a portare a termine le attività
- Approccio dispersivo, senza priorità
- Impulsività, scarsa pianificazione
- Scarsa gestione del tempo
- Incapacità di rispettare le scadenze
- Tendenza a procrastinare
ADHD: l’ausilio delle pagelle giornaliere
A tal proposito, uno studio condotto dall’Università di Exeter, ha intrapreso una revisione sistematica al fine di analizzare, in tutte le ricerche disponibili, l’utilizzo di misure non terapeutiche a sostegno dei bambini con ADHD, implementate dalle scuole.
Dalla ricerca è emerso un risultato promettente rispetto all’utilizzo delle pagelle giornaliere. Queste avevano come fine quello di fissare degli obiettivi giornalieri, rispetto alle attività dei bambini con ADHD. Tale procedura, include anche l’utilizzo di alcuni premi che vengono assegnati per stimolare i ragazzi/e a raggiungere gli obiettivi prefissati. L’uso di una pagella giornaliera rappresenta un metodo economico e facile da implementare. Infine, tale metodo, può incoraggiare la collaborazione tra la famiglia e la scuola e offre la flessibilità necessaria per rispondere alle esigenze individuali di un bambino, attraverso obiettivi ad-hoc.
Questa procedura, rispetto alle difficoltà precedentemente menzionate dei bambini con ADHD, assume un ruolo molto importante. La presenza di obiettivi giornalieri incide positivamente rispetto alla tendenza alla procrastinazione, alla difficoltà di portare a termine le attività, a non rispettare le scadenze etc.. Il raggiungimento dei diversi obiettivi produrrebbe una serie di effetti positivi “a cascata” rispetto all’autostima, l’autoefficacia e l’autoregolazione e ridurebbe invece i vissuti di ansia, depressione e frustrazione che spesso accompagno questi ragazzi/e.
Tamsin Ford, professoressa di Child Psychiatry presso l’Università di Exeter Medical School, sostiene:
I bambini con ADHD sono ovviamente tutti unici, a tal proposito, non esiste un approccio valido per tutti, da utilizzare nelle scuole (..) Le ricerche hanno messo in evidenza che gli interventi non farmacologici implementati nelle scuole, possono aiutare i bambini a impiegare il loro potenziale, in termini di risultati accademici e di altro tipo. E’ necessaria una maggiore ricerca, ma nel frattempo le scuole dovrebbero provare a utilizzare le pagelle giornaliere.