Il corso “Teaching and supervising CBT” tenuto ogni anno da Donna Sudak al Beck Institute di Philadelphia è una esperienza formativa importante perché ci ricorda una semplice verità: tutti noi siamo clinici e terapisti ma questo non ci rende automaticamente dei buoni insegnanti, formatori e supervisori di una certa terapia.
Si tratta di mestieri diversi che richiedono abilità diverse e percorsi formativi differenti. Purtroppo mentre l’addestramento clinico è ben definito, la formazione all’insegnamento della psicoterapia è ancora al suo stato embrionale. Il corso proposto dalla professoressa Sudak è un buon inizio.
Il corso di formazione all’insegnamento della psicoterapia cognitivo-comportamentale
Nei tre giorni del corso si alternano momenti teorici sulle abilità di apprendimento ed esercitazioni pratiche. Queste esercitazioni sono la parte migliore del corso, la parte che consente anche di comprendere concretamente come agire in maniera efficace sulle capacità di apprendimento. Si va dai suggerimenti più pratici che aiutano a elaborare vari tipi di esercitazioni o a costruire una serie di diapositive didatticamente efficaci, a quelli più generali, come l’elaborazione del razionale di una lezione o di un intero corso, la definizione degli obiettivi didattici e le procedure di realizzazione di questi obiettivi definendo il ruolo delle esposizioni teoriche, delle esercitazioni e delle modalità di valutazione della classe.
Insegnamento della supervisione clinica in psicoterapia
Al “teaching” segue il “supervising”, all’insegnare il supervisionare. Anche in questo caso si tratta di un’abilità trascurata e data per garantita, considerata una sorta di filiazione automatica della competenze cliniche. Anche in questo caso non è così. Supervisionare e trattare paziente sono due abilità differenti. Nell’insegnamento di Sudak la supervisione è un intervento altamente proceduralizzato i cui principali obiettivi sono la concettualizzazione del caso, la scelta di strategie terapeutiche congruenti con la concettualizzazione e l’adesione tecnica fedele agli interventi pianificati. Questa visione della supervisione implica sia l’esplorazione dei processi mentali unici del paziente che la loro esecuzioni all’interno di procedure generali, tentando di unire sia il bisogno di trattamenti personalizzati che la loro standardizzazione in procedure di dimostrata efficacia.