Kankyo Tannier, in “La cura del silenzio”, racconta con molta umanità, leggerezza e a tratti un po’ di sana autoironia, la propria vita e la propria pratica meditativa, guidando il lettore in un mondo completamente nuovo e da scoprire.
Il silenzio è d’oro diceva il proverbio. Quando ho iniziato a leggere le prime pagine di questo libro una delle cose che ho pensato è perché non venga istituito il cosiddetto “minuto di silenzio” come pratica quotidiana e universale, invece che dedicarlo solo a disgrazie nazionali o a lutti catastrofici.
Credo che anche l’autrice, Kankyo Tannier, potrebbe essere d’accordo quando scrive “Un minuto di silenzio strappato alle nostre giornate strapiene è come un piccolo ruscello che scende giù per la collina…e sapete dove va a finire!”.
Uno dei pregi di questo libro è il fatto di essere un racconto in prima persona, molto autentico e molto lontano dall’artificiosità di certa letteratura new age o mistica. Kankyo Tannier, monaca buddista della tradizione zen e psicoterapeuta, racconta la propria vita e la propria pratica meditativa con molta umanità, leggerezza e a tratti un po’ di sana autoironia.
In realtà è un libro tutt’altro che leggero, nel senso che è pienissimo di consigli, esercizi, spunti meditativi e concetti importanti resi semplici. Può essere consigliabile assaporarlo a poco a poco, intervallando le pagine con tanti respiri e cercando di mettere in pratica gli esercizi che vengono consigliati come l’osservazione della natura, il pasto consapevole (e silenzioso), la disintossicazione digitale (fino alla scomparsa digitale), la pausa visiva, il riappropriarsi della consapevolezza corporea. Il tutto al ritmo del bel motto delle 3 R e delle 3 S (Ripetere, ripetere, ripetere, sembra stupido ma serve!).
Una delle parti più belle descrive il rapporto dell’autrice con i propri cavalli, che definisce i grandi silenziosi, che alleva in un monastero in Alsazia. Le nozioni più tipicamente derivate dal buddismo si integrano inoltre a tratti con altri concetti derivati dalla PNL e dell’ipnositerapia, in particolare quando l’autrice racconta della propria esperienza di terapeuta.
Quindi è un libro tutt’altro che silenzioso, anche se i consigli sul silenzio sono preziosi: “È proprio di questo che si tratta: reimparare ad ascoltare. Ascoltare il silenzio, lo spazio tra le parole, la calma nella tempesta e il fluire del tempo”.