expand_lessAPRI WIDGET

L’obesità aumenta il rischio di demenza

E' stato dimostrato che coloro che hanno un BMI elevato hanno maggiori probabilità di sviluppare la demenza in età senile rispetto ai normopeso.

Di Francesca Fiori

Pubblicato il 15 Dic. 2017

Aggiornato il 18 Dic. 2017 12:37

Le persone con un indice di massa corporea elevato (BMI), hanno maggiori probabilità di sviluppare demenza in età senile rispetto a quelle normopeso. Questa relazione è stata studiata in una ricerca, pubblicata sulla rivista Alzheimer & Demenza, che ha analizzato i dati di 1,3 milioni di adulti che vivono negli Stati Uniti e in Europa. Inoltre, i ricercatori hanno scoperto che le persone che si avvicinano all’età di insorgenza della demenza perdono peso; infatti, nel momento in cui viene diagnosticata la demenza i pazienti hanno un peso inferiore rispetto ai coetanei che non hanno demenza.

 

La relazione tra il BMI e il rischio di demenza

La correlazione tra BMI (indice di massa corporea) e rischio di insorgenza di demenza osservata in studi longitudinali sulla popolazione è attribuibile a due processi”, ha detto l’autore principale dello studio, il professor Mika Kivimäki. “Il primo processo è relativo all’effetto negativo del grasso corporeo in eccesso correlato rispetto al rischio di demenza, l’altro riguarda la perdita di peso dovuta alla demenza preclinica, per cui le persone che sviluppano demenza possono avere un BMI superiore alla media circa 20 anni prima dell’insorgenza, ma quando si avvicinano alla demenza hanno un indice di massa corporea più basso rispetto ai soggetti sani.

Ricerche precedenti su come il BMI di una persona possa incidere sulla probabilità di esordio della demenza in età avanzata hanno dato risultati contrastanti. Alcuni risultati hanno suggerito che l’obesità sia associata a un maggiore rischio di sviluppare demenza in età senile, mentre altri studi hanno riscontrato una correlazione inversa tra rischio di demenza e indice BMI.

In questo nuovo studio, i ricercatori europei hanno analizzato i dati relativi a 39 studi effettuati sulla popolazione per un totale di 1.348.857 adulti.
I soggetti che hanno partecipato non presentavano demenza al momento dell’assessment ed è stato misurato il loro indice di massa corporea. In seguito, negli anni successivi i partecipanti sono stati valutati in relazione all’esordio di demenza.
Sul totale dei soggetti valutati, circa 6.800 partecipanti hanno sviluppato demenza dopo 38 anni dal primo incontro di assessment del BMI.
Dati dati è emerso che i soggetti con diagnosi di demenza presentavano due decenni prima un BMI elevato e maggiore rispetto ai soggetti rimasti sani (a cui a distanza di anni non è stata diagnosticata alcuna forma di demenza).

Nel 2015 il numero di persone con demenza ha raggiunto quasi 45 milioni, due volte superiore al 1990. Questo studio suggerisce che una corretta regolazione del peso corporeo, potrebbe prevenire o almeno ritardare l’insorgenza della demenza.

Si parla di:
Categorie
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Mika Kivimäki, Ritva Luukkonen, G. David Batty, Jane E. Ferrie, Jaana Pentti, Solja T. Nyberg, Martin J. Shipley, Lars Alfredsson, Eleonor I. Fransson, Marcel Goldberg, Anders Knutsson, Markku Koskenvuo, Eeva Kuosma, Maria Nordin, Sakari B. Suominen, Töres Theorell, Eero Vuoksimaa, Peter Westerholm, Hugo Westerlund, Marie Zins, Miia Kivipelto, Jussi Vahtera, Jaakko Kaprio, Archana Singh-Manoux, Markus Jokela. Body mass index and risk of dementia: Analysis of individual-level data from 1.3 million individuals. Alzheimer's & Dementia, 2017; DOI: 10.1016/j.jalz.2017.09.016
CONSIGLIATO DALLA REDAZIONE
Demenza e depressione negli anziani: il rapporto esistente
Il rapporto tra la demenza di Alzheimer e la depressione negli anziani

Negli anziani il rapporto tra demenza e depressione è piuttosto incerto, in quanto la depressione può precedere la demenza o risultare un disturbo specifico

ARTICOLI CORRELATI
Il contagio emotivo tra caregiver e paziente

A causa dell’alto carico assistenziale, la demenza comporta una ricaduta psicologica importante sul caregiver, le cui emozioni possono essere percepite dal paziente

Aggiornamenti delle linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità “Mental Health Gap Action Programme (mhGAP) guideline”

Le Mental Health Gap Action Programme guideline sono indicazioni, raccomandazioni e aggiornamenti per il trattamento di disturbi mentali, neurologici e abuso di sostanze

cancel