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Autismi: quale futuro – Una serata informativa organizzata dal Comune di Cornaredo e dalla Onlus “Dopo di noi”

Il 5 dicembre è stata organizzata dal comune di Cornaredo e dalla Onlus Dopo di noi una serata informativa sulla qualità di vita delle persone autistiche.

Di Cristina Morazzoni

Pubblicato il 12 Dic. 2017

Aggiornato il 13 Mar. 2019 13:18

Il 5 dicembre si è svolta nell’Auditorium La Filanda di Cornaredo, una serata informativa organizzata dal Comune di Cornaredo e dalla Onlus “Dopo Di Noi”. Hanno partecipato il Prof. Lucio Moderato, Direttore dei Servizi per l’Autismo della Fondazione Sacra Famiglia di Cesano Boscone, Corrado Bassi, Presidente della Onlus “Dopo di Noi”, Mirko Gelsomini, ricercatore del Politecnico di Milano e Elisa Fusaro, mamma di Giacomo.

 

Come migliorare la qualità di vita e il futuro delle persone autistiche

Durante la serata si sono presentati i progetti in atto volti a migliorare la qualità della vita delle persone autistiche in un’ottica di ampliamento delle autonomie e quindi dello sviluppo delle risorse delle persone con autismo. La parola d’ordine è “oggi è già domani”: è necessario agire oggi per preparare il futuro. Negli anni ’70 l’incidenza delle persone con autismo era 1: 700000, oggi 1 ogni 68: questo dato ci dice che, con un’incidenza così elevata, l’autismo è una condizione da accettare e abilitare. Lucio Moderato, infatti, parla di abilitazione al posto di cura, di qualità della vita, di case, di posti di lavoro, al posto di guarigione.

Aumentare l’ inclusione sociale significa ampliare la conoscenza della condizione autistica, implementare l’uso di nuovi strumenti tecnologici ad hoc nella vita quotidiana e avvicinarsi alle esperienza di vita delle famiglie di persone autistiche in modo empatico. Le conoscenze in merito all’autismo si sono modificate notevolmente negli ultimi vent’anni, portando a radicali mutamenti nel paradigma di comprensione della condizione autistica di neurodiversità grazie soprattutto alle famiglie che agiscono e si battono per i propri figli. È proprio avvicinandosi alla realtà quotidiana che è possibile comprendere quali sono le necessità inderogabili delle persone autistiche: in Italia un ragazzo autistico che compie 18 anni, risulta paradossalmente “guarito” per lo Stato Italiano, non sono previsti aiuti né progetti statali e rodati per accompagnarlo nella transizione alla vita adulta.

Quale sarà quindi il futuro di un adulto autistico? Come si può preparare un futuro caratterizzato da una migliore qualità di vita, dall’inclusione sociale e lavorativa?

Il Prof. Moderato e Corrado Bassi rispondono a questa importante domanda mostrando come si può, e si dovrebbe, lavorare “in sistema” per favorire un Clinical Management Territoriale che possa essere non solo socialmente sostenibile, ma anche una risorsa per l’intera società sul lungo periodo. L’ottica non è assistenziale, ma inclusiva, tale da permettere alle persone autistiche di trovare il proprio posto nel mondo adulto e produrre valore per sé e per la società.

Il Prof. Moderato ci illustra il suo progetto di intervento su bambini e famiglie che ha come obiettivo la presa in carico totale e l’accompagnamento attraverso le tappe di abilitazione che porteranno il bambino con autismo a sviluppare le proprie risorse. Un grande progetto di questo tipo parte proprio dalle piccole necessità di ogni giorno: “è più importante intervenire nel quotidiano subito, in modo tempestivo per costruire le piccole autonomie giornaliere, per esempio partendo dal mettersi le mutande da soli!

L’importanza del lavoro di rete con le persone autistiche

Il progetto non riguarda solo bambini e famiglie ma anche altri attori significativi del sistema (medici pediatri, medici di medicina generale, servizi per famiglie straniere, servizi socio sanitari, scuola, servizi domiciliari, educatori, aziende) in modo che, attraverso la conoscenza della condizione autistica e della formazione ad hoc, l’autismo possa avere un impatto sociale meno pesante di quello di oggi.

Corrado Bassi ha fondato la Onlus “Dopo di Noi”: è una onlus giovane che ha come obiettivo la creazione di condizioni di sicurezza per costruire il DOPO. Le domande che preoccupano i genitori sono “Quando non ci saremo più, che fine farà nostro figlio? Chi si prenderà cura di lui? Come farà a gestirsi?”. La Fondazione prevede un patrimonio gestito rigidamente solo ed esclusivamente ad uso dei progetti previsti per l’autonomia dei giovani adulti autistici. È necessario contribuire e creare reti sociali sempre più forti e funzionanti in modo che il futuro diventi sempre meno incerto.

L’intervento di Mirko Gelsomini, ci ha invece aperto il mondo delle nuove tecnologie e della ricerca (Politecnico di Milano) volte alla creazione di percorsi educativi personalizzati con l’impiego di tecnologie innovative ed interattive per il gioco, l’apprendimento e l’inclusione. Sono stati sviluppati progetti e strumenti tecnologici che si avvalgono della robotica e della realtà virtuale per fornire ai bambini e ragazzi autistici la possibilità di fare esperienze relazionali giocando e apprendendo in un contesto sicuro e privilegiato nuove competenze sociali da generalizzare nella vita quotidiana.

L’intera serata ha dato quindi spazio a più contributi specifici che condividono la consapevolezza dell’autismo non come malattia, ma come condizione di vita da accettare e integrare e perché questo avvenga, è necessario che ogni attore sociale faccia un passo avanti, all’interno della rete da costruire e rinforzare.

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