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KiVa, il programma anti-bullismo. Prove di efficacia anche in Italia

KiVa è un programma anti-bullismo che agisce in un'ottica sia di prevenzione che di intervento ed è molto efficace in diversi Paesi, tra cui l'Italia.

Di Giulia Pecora

Pubblicato il 07 Nov. 2017

Aggiornato il 19 Feb. 2018 10:20

KiVa è portato avanti nelle scuole e agisce su due fronti, quello della prevenzione, che coinvolge tutti gli studenti senza distinzione, e quello dell’intervento, che agisce specificamente sugli studenti coinvolti in precedenti situazioni di bullismo.

 

Caratteristiche e diffusione del fenomeno del bullismo

Il bullismo può essere definito come la manifestazione di comportamenti aggressivi perpetuati nel tempo ai danni di una persona che non è in grado di difendersi (Olweus, 1999). Spesso le vittime di bullismo vanno incontro a problemi di diverso tipo, come bassa autostima e disadattamento psicosociale, depressione e ansia, fino ad arrivare nei casi più gravi a comportamenti di autolesionismo (Card, 2003). I rischi legati al bullismo però non riguardano solo le vittime. Ragazze e ragazzi che mettono in atto prevaricazioni e vessazioni nei confronti di coetanei sono spesso più inclini all’abuso di alcol e sostanze e alla partecipazione in atti criminali (Barker et al., 2008; Selkie et al., 2015; Valdebenito et al., 2015).

Il bullismo in Italia è un fenomeno purtroppo molto diffuso e in continua crescita tra i giovani. Da un rapporto Istat del 2014 emerge un dato preoccupante: più del 50% dei ragazzi tra gli 11 e i 17 anni è stato oggetto di offese e/o comportamenti violenti da parte di coetanei nel corso dell’anno precedente. La prevalenza è maggiore tra i ragazzi di 11-13 anni (22,5%) rispetto alla fascia d’età di 14-17 anni (17,9%), ed è maggiore tra le ragazze (20,9%) rispetto ai coetanei maschi (18,8%). Il cyberbullismo rappresenta un’ ulteriore preoccupante manifestazione di tale fenomeno. Circa il 6% dei ragazzi che possiedono un cellulare o fanno uso di Internet, ha subìto atti di bullismo tramite chat, social network, email o sms.

Il programma KiVa contro il bullismo

Cosa fare per contrastare il fenomeno? Nello scenario internazionale sono stati promossi molteplici programmi di intervento. Uno studio di meta-analisi ha analizzato l’efficacia di 44 programmi anti-bullismo, evidenziando complessivamente una riduzione del fenomeno tra il 20 e il 23% dei casi (Ttofi e Farrington, 2011). Tra questi, il programma KiVa (acronimo di “Kiusaamista Vastaan”, ovvero “contro il bullismo”), ideato presso l’Università di Turku in Finlandia (Kärnä et al., 2011), ha mostrato rilevanti risultati in termini di efficacia. Incoraggiati da tale riscontro, molti altri Paesi hanno deciso di adottare questo modello, compresa l’Italia.

Recentemente le due studiose Nocentini e Menesini dell’Università di Firenze, hanno pubblicato i risultati della loro ricerca-intervento basata proprio sul programma KiVa (2016).

Il programma KiVa in breve:
KiVa è portato avanti nelle scuole e agisce su due fronti, quello della prevenzione, che coinvolge tutti gli studenti senza distinzione, e quello dell’intervento, che agisce specificamente sugli studenti coinvolti in precedenti situazioni di bullismo.

L’aspetto distintivo di questo programma è che agisce non solo sui protagonisti del fenomeno (bulli e vittime), ma anche su tutti coloro che assistono e che con il loro comportamento (o non comportamento) rinforzano il susseguirsi delle vessazioni. L’assenza di rinforzo per atti di questo tipo toglie linfa vitale al bullo, in quanto, venendo meno il consenso e il sostegno sociale, si sente isolato nelle sue intenzioni e scoraggiato a proseguire i suoi atti di bullismo.

Le attività portate avanti nelle classi sono mirate ad incrementare l’empatia e l’autoefficacia di chi assiste ad atti di bullismo, in modo da fornire supporto alla vittima più che sostegno al bullo. La finalità è creare all’interno della scuola la consapevolezza che il bullismo rappresenti un comportamento inaccettabile, che coinvolge tutti.

Lo studio italiano

Tra gli obiettivi principali, le studiose hanno voluto: a) verificare se il programma fosse efficace nel ridurre il fenomeno del bullismo; b) testare se il programma fosse in grado di aumentare l’attitudine al non intraprendere azioni di bullismo e di facilitare l’atteggiamento protettivo e l’empatia nei confronti delle vittime.

Lo studio ha coinvolto 13 scuole della regione Toscana, precisamente a Firenze, Siena e Lucca, di cui 7 sono state assegnate alla condizione sperimentale (attuazione di KiVa) e 6 alla condizione di controllo (non attuazione di KiVa). Lo studio ha coinvolto un totale di oltre 2000 studenti di 8 e 10 anni.

Il programma è stato implementato nel contesto italiano durante un intero anno scolastico. Sono state apportate alcune modifiche, dovute principalmente a differenze culturali e linguistiche, ma l’impianto generale è rimasto invariato. Si sono svolte complessivamente 10 lezioni da 90 minuti ciascuna, ad opera delle stesse insegnanti delle classi. Durante le lezioni venivano svolte attività che miravano ad aumentare la consapevolezza rispetto all’importanza del ruolo di chi assiste a eventi di bullismo, a stimolare l’empatia verso le vittime e a fornire agli studenti strategie sicure a sostegno e difesa delle vittime di bullismo. Tra i metodi utilizzati vi erano la discussione, il lavoro di gruppo, i giochi di ruolo e la visione di filmati. Il programma ha incluso anche i genitori dei ragazzi, fornendo loro una guida informativa riguardo il bullismo e il programma KiVa. Venivano forniti anche consigli utili per poter riconoscere segnali importanti nei loro figli, riconducibili a condotte di bullismo (come bullo o come vittima).

I risultati dello studio mostrano che il programma ha avuto efficacia nel ridurre il fenomeno del bullismo tra gli studenti che hanno partecipato. Per entrambe le fasce d’età, 8 e 10 anni, KiVa ha permesso una riduzione del bullismo e un incremento dell’empatia e dell’attitudine a sostenere la vittima, contrariamente a quanto riportato nelle scuole dove non era stato condotto il KiVa. Il risultato è stato più evidente per gli studenti di 8 anni rispetto a quelli più grandi. Complessivamente, il programma ha permesso una riduzione del bullismo del 51% tra i partecipanti di 8 anni e del 42% per quelli di 10. Questo risultato è in linea con quello riportato dallo studio originario condotto in Finlandia (Kärnä et al., 2013; Kärnä et al., 2011).
Complessivamente, questo studio mostra come il programma di intervento KiVa sia efficace nel sensibilizzare i ragazzi sul problema del bullismo. Agire su quella “zona grigia”, rappresentata da indifferenti o complici, sembra costituire un elemento fondamentale nel contrasto del fenomeno.

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