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I gruppi tendono a mentire più degli individui?

Uno studio ha indagato quali motivazioni possono spingere un gruppo a mentire, nonostante i singoli individui non siano propensi a farlo.

Di Francesca Fiori

Pubblicato il 20 Set. 2017

Aggiornato il 18 Dic. 2017 12:49

Un nuovo studio tedesco osserva come le persone, quando sono in gruppo, siano più propense a mettere in atto comportamenti disonesti, soprattutto quando è coinvolto il denaro. I risultati di questo studio sono stati pubblicati sulla rivista Management Science.

Cosa spinge un gruppo ad azioni disoneste?

Quando le aziende intraprendono comportamenti ingannevoli o corrotti su larga scala, spesso non si tratta solo di uno o due dipendenti disonesti, ma di uno sforzo coordinato di molti individui, che coinvolge i vertici dell’azienda.
Tra i principali esempi figurano i fallimenti di WorldCom e Enron e, più recentemente, la presunta emissione di certificati del produttore tedesco Volkswagen.

Questo studio ha esaminato le motivazioni del gruppo ad agire in modo disonesto, anche a fronte di precedente onestà.

I ricercatori della Ludwig-Maximilians-University di Monaco di Baviera, Germania, hanno valutato 273 partecipanti sia nelle situazioni individuali che in gruppo.
Ai partecipanti è stato mostrato un video nel quale c’erano dei dadi che roteavano ed è stato chiesto poi di riferire il numero che compariva in ogni dado. Quanto più alto era il numero che compariva nei dadi, tanti più soldi ricevevano.

I partecipanti sono stati valutati individualmente e in due gruppi (i membri sono stati in grado di comunicare tramite una funzione di chat).
In una delle situazioni di gruppo, tutti i membri erano tenuti a riferire il medesimo numero per ricevere il denaro. Nell’altro gruppo, i membri non dovevano segnalare il numero per ricevere un compenso.

I gruppi mentivano significativamente più degli individui quando questo significava un reciproco guadagno e dovevano coordinarsi a tal fine” ha affermato l’autore, il Dr. Martin G. Kocher.

Un totale di 78 gruppi ha partecipato allo studio. Tra questi, gli argomenti a favore di azioni disoneste sono stati esplicitamente menzionati nel 51 per cento delle discussioni di gruppo: il 43,4% ha sostenuto la disonestà, mentre solo il 15,6% ha optato per l’onestà.

Un dato interessante è che la disonestà individuale misurata nella prima parte dello studio, non ha influito sul risultato finale. Infatti, la disonestà si è verificata anche in gruppi in cui tutti i membri avevano precedentemente risposto onestamente.

Secondo i ricercatori la possibilità di discutere in gruppo le potenziali giustificazioni a un comportamento disonesto consente di stabilire una nuova norma in merito a ciò che è o non è disonesto: ciò che prima era considerato disonesto può quindi diventare lecito e aprire il campo a comportamenti scorretti sostenuti dall’intero gruppo.

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