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Tripofobia: una spiegazione evolutiva legata al disgusto

La tripofobia consiste in una risposta di ansia e disgusto di fronte a stimoli caratterizzati da forme circolari, come bolle di sapone o buchi di una spugna

Di Carmen Campana

Pubblicato il 25 Lug. 2017

Aggiornato il 12 Lug. 2022 10:44

La tripofobia è la condizione di chi prova disgusto, nausea e ansia in risposta a stimoli caratterizzati da forme circolari, come bolle di sapone o buchi di una spugna (Le, Cole, & Wilkins, 2015). L’esistenza di tale fobia è stata riportata solo nel 2013 nella letteratura scientifica (Cole & Wilkins, 2013) e sembra essere correlata ad ansia, distress e disturbo di fobia specifico (Vlok-Barnard & Stein, 2017).

 

La tripofobia: in cosa consiste

Considerata la natura innocua di semplici forme circolari, è poco chiaro come da esse si possa generare una fobia. Una spiegazione iniziale della tripofobia prevedeva che l’avversione alle forme circolari fosse collegata al fatto che esse caratterizzavano animali velenosi come i serpenti o il polipo ad anelli blu. Questa idea derivava dalla constatazione che gli esseri umani hanno la predisposizione ad apprendere paure per stimoli che rappresentano minacce ancestrali di sopravvivenza (Seligman, 1971).

Una ricerca successiva, invece, suggerisce che la tripofobia sia una risposta evolutiva verso una classe di stimoli legati a parassiti o malattie infettive. Dunque, questa tipologia di fobia rappresenterebbe una generalizzazione di una risposta di paura da stimoli effettivamente dannosi ad altri simili ma innocui, cosa che si verifica proprio nelle fobie specifiche e nei disturbi d’ansia (Dymond, Dunsmoor, Vervliet, Roche, & Hermans, 2014).

Tale studio è stato effettuato presso l’università di Kupfer, i cui autori avevano notato che molte malattie infettive (vaiolo, morbillo, rosolia) erano caratterizzate da forme circolari sulla pelle. I partecipanti all’esperimento erano 300 persone con tripofobia (gruppo sperimentale) e 300 studenti universitari sani (gruppo di controllo). Ai soggetti era richiesto di indicare il grado di piacevolezza di 8 immagini relative a parti del corpo infette ( es. segni circolari sul petto e cicatrici) e 8 immagini neutre ma con caratteristiche rilevanti per la tripofobia (es. fori in un muro di mattoni o un baccello di un fiore di loto).

I risultati mostravano che entrambi i gruppi dichiaravano meno piacevoli le immagini relative alle malattie cutanee ma, a differenza degli studenti universitari, i soggetti con tripofobia consideravano estremamente sgradevoli le immagini neutre.

Il disgusto come emozione correlata alla tripofobia

L’emozione associata a tale fobia non era tanto la paura quanto il disgusto, la cui funzione evolutiva è consentire di evitare fonti di potenziali infezioni. Infatti, nella descrizione relativa alle immagini neutre, i tripofobici riportavano esperienze di nausea o correlate al disgusto, con aggiunta di prurito o sensazione di essere infestati da insetti, pur avendo la consapevolezza che ciò non fosse reale.

Concludendo, la tripofobia potrebbe essere un’avversione basata sul disgusto collegato alle forme circolari piuttosto che una semplice “paura dei fori”. Inotre, bisogna considerare che tale ricerca ha come limite la rappresentatività del campione poiché, non essendo ancora stati stabiliti dei criteri per una diagnosi clinica, potrebbero non essere state considerate tutte le caratteristiche di tale condizione.

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