Per Tomasello, la morale è uno sviluppo del comportamento evolutivo di cooperazione, comportamento presente nelle specie sociali. La morale è tuttavia una forma speciale di cooperazione non praticata da altre specie perché è accompagnata da un senso di obbligazione consapevole e rappresentata concettualmente nella mente.
La morale e i comportamenti cooperativi
È stato tradotto in italiano e pubblicato il libro di Michael Tomasello sulla storia della morale umana. Tomasello descrive un modello evoluzionistico del comportamento morale nella specie umana, e lo fa con chiarezza e fascino.
Per Tomasello, la morale è uno sviluppo del comportamento evolutivo di cooperazione, comportamento presente nelle specie sociali. La morale è tuttavia una forma speciale di cooperazione non praticata da altre specie perché è accompagnata da un senso di obbligazione consapevole e rappresentata concettualmente nella mente.
Tomasello considera atti morali quelli che trattano in modo equanime gli interessi dell’individuo e gli interessi degli altri e si chiede che cosa ha indotto la specie umana a passare dalla cooperazione strategica alla morale. Probabilmente sono state dapprima le difficoltà ambientali a spingere i nostri antenati a collaborare tra loro nella ricerca del cibo, sviluppando quelle forme di intenzionalità consapevole e congiunta che hanno dato origine a una prima forma di morale.
Insomma, tutto iniziò quando un cambiamento ecologico costrinse i primi esseri umani a scegliere tra procacciare cibo insieme a un compagno o patire la fame. Questa è la parte di “innocente” e piana dello sviluppo della morale. La componente più conflittuale è emersa in seguito, quando la pressione demografica ha determinato la frammentazione delle popolazioni umane in gruppi definiti, le cui attività hanno richiesto la formazione di un “noi” in grado di esercitare un’intenzionalità collettiva e creando convenzioni e norme che definissero cosa fosse giusto e cosa sbagliato. Quando i gruppi umani moderni hanno cominciato ad allargarsi, si sono divisi in bande più piccole. Lì è nato il ‘noi’ ma anche un ‘loro’, con senso di simpatia e lealtà per il proprio gruppo e purtroppo di ostilità verso l’estraneo. Il risultato migliore è stato una morale sociale che ci obbliga nei confronti non solo degli altri individui ma anche della comunità nella sua interezza. Il problema però emerge quando questa morale tendenzialmente universale si scontra con i bisogni di altri gruppi umani.
Questo ha generato la distinzione classica tra la morale di simpatia e la moralità di equità o di obbligo, distinzione che dipende dalla distinzione tra le due forme fondamentali della cooperazione – l’altruismo, sacrificarsi per gli altri, e il mutualismo, lavorare per il beneficio reciproco. Gli individui che hanno ottenuto i migliori risultati in queste circostanze sociali sono stati quelli che hanno riconosciuto la propria interdipendenza dagli altri e hanno agito di conseguenza, secondo un tipo di razionalità cooperativa. Per seguire in dettaglio questa affascinante storia, consigliamo il libro di Tomasello.