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Il fenomeno cognitivo del Self-Talk: i benefici del parlare a se stessi

Il self-talk consiste nel parlare con se stessi e può essere utile prima di un compito o di una gara per ridurre l'ansia e aumentare la motivazione.

Di Giovanni Belmonte

Pubblicato il 07 Lug. 2017

Aggiornato il 21 Nov. 2018 12:15

L’abitudine di parlare a se stessi ad alta voce viene definita dagli psicologi come Self-Talk. La ricerca ha dimostrato come questo fenomeno sia in grado di influenzare il comportamento e la cognizione. Ethan Kross, un professore di psicologia presso l’Università del Michigan, sostiene che il Self-Talk è uno strumento utilizzato dalle persone per prendere le distanze dalle esperienze nel momento in cui riflettono sulla propria vita; in più, permetterebbe di osservare gli eventi in maniera più obiettiva.

 

Self-talk: riduce l’ansia e aumenta la motivazione

In particolare sono stati individuati due tipi di Self-Talk:
Self-Talk didattico: le persone parlano a se stesse riguardo a un determinato compito.
Self-Talk motivazionale: le persone parlano a se stesse per auto-motivarsi: “Posso fare questo”. Potrebbe essere banale, ma motivare se stessi ad alta voce può funzionare.

Una ricerca pubblicata da Procedia — Social and Behavioral Sciences ha studiato gli effetti sia del Self-Talk didattico che del Self-Talk motivazionale nel basketball. E’ stato trovato che gli studenti passano la palla più velocemente mentre giocano a basket quando motivavano se stessi attraverso il Self-Talk.

Anche il modo in cui si fa riferimento a se stessi può fare la differenza. Mr. Kross ed i suoi colleghi hanno studiato l’impatto del Self-Talk interno, attraverso cui la persona parla a se stessa nella sua testa, per vedere come questo possa influenzare atteggiamenti e sentimenti. Essi hanno scoperto che quando i soggetti parlano di se stessi in seconda o terza persona, per esempio: “Si può fare questo” o “Jane può fare questo”, invece di “io posso fare questo”, non solo si sentono meno in ansia durante l’esecuzione di un compito, ma riescono a raggiungere un livello di performance migliore. Kross sostiene che questi effetti siano dovuti all’auto-distanziamento: esso avviene attraverso un processo per cui la persona si concentra su di sé, mantenendo un punto di vista distaccato, in terza persona.

Per spiegare perché il mantenimento della distanza psicologica abbia effetti positivi, Kross riporta un esempio: “quando vi è un amico/a che rimugina su un problema, per le persone risulta particolarmente semplice fornire ottimi consigli”. Una delle ragioni principali per cui le persone sono così in grado di fornire consigli agli altri su una determinata questione, è che non sono risucchiate da questi problemi, per cui riescono a mantenere una certa distanza da tali esperienze.

Riguardo al Self-Talk didattico, parlare da soli ad alta voce può accelerare le capacità cognitive in relazione alla risoluzione dei problemi e alle proprie prestazioni. Ad esempio, quando le persone sono alla ricerca di un oggetto, parlare ad alta voce, potrebbe aiutarle a trovarlo più velocemente. Tutto ciò è spiegato dall’ipotesi di feedback, secondo la quale pronunciare e sentire il nome di un oggetto permette di immaginare come esso si presenta, e quindi di individuarlo più velocemente e in maniera più accurata in un dato contesto.

Il fenomeno cognitivo del self-talk

Mr. Lupyan ha voluto verificare l’ipotesi di feedback mediante il Self-Talk. In un esperimento, i soggetti sono stati invitati a cercare una foto di un oggetto specifico, come una banana, tra le 20 immagini di oggetti casuali. In particolare, a un gruppo di soggetti venne chiesto di pronunciare il nome dell’oggetto ad alta voce, mentre all’altro non venne avanzata alcuna richiesta. L’ipotesi dello studio era che pronunciare il nome aiutasse effettivamente la ricerca visiva. Mr. Lupyan e i suoi colleghi hanno scoperto che, quando i soggetti pronunciavano la parola “banana” prima di cercarne la foto, erano in grado di trovare il quadro in maniera più rapida e precisa rispetto a chi non aveva precedentemente pronunciato la parola “banana”.

Lo studio ha rilevato che dire la parola ad alta voce rendeva i soggetti più consapevoli dei tratti fisici della banana, e ciò ha permesso che le caratteristiche del frutto spiccassero tra gli altri oggetti. Vale la pena notare, tuttavia, che questo tipo di Self-Talk non è efficace se non si conoscono i tratti dell’oggetto. In altre parole, se una persona è alla ricerca di una papaia e non ha idea delle sue caratteristiche, il Self-Talk non ha nessun effetto sui processi cognitivi.

In conclusione, dalla letteratura emerge come il Self-Talk si dimostri di grande utilità nell’aiutare le persone a concentrarsi sul loro obiettivo e a rimuovere le distrazioni.

 

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