expand_lessAPRI WIDGET

La valutazione dello sviluppo nella prima infanzia: le scale Griffiths III. Report, Roma, 16 e 17 giugno

Le scale Griffiths III sono uno strumento per individuare il quoziente di sviluppo nella prima infanzia ed è in corso la traduzione delle scale in italiano

Di Ilaria Cosimetti, Guest

Pubblicato il 10 Lug. 2017

Monica Rea, dottore di ricerca presso il Dipartimento di Psicologia Dinamica e Clinica della Facoltà di Medicina e Psicologia della Sapienza, attivamente impegnata nel percorso di adattamento dello strumento al contesto italiano, dedica due interessanti giornate di formazione per presentare le Griffiths III ai professionisti del settore. La dottoressa le descrive come uno strumento di screening, particolarmente indicato nel primo livello di valutazione dello sviluppo globale del bambino, che permette l’individuazione di un Quoziente di Sviluppo, che rispecchia la somma dei punteggi grezzi individuati nelle diverse sottoscale.

Ilaria Cosimetti, Agnese Pirola

 

Le Scale Griffiths III per la valutazione dello sviluppo nella prima infanzia

Le Scale Griffiths sono note a chiunque si occupi di valutazione dello sviluppo nella prima infanzia poichè da diversi anni sono un punto di riferimento affidabile per discriminare punti di forza e di debolezza nel bambino in età prescolare e fungono da base di partenza per la stesura di programmi di intervento mirati.

A seguito di un lungo lavoro di ristrutturazione delle Griffiths Mental Development Scales (GMDS) da parte dell’Association for Research in Infant and Child Development (A.R.I.C.D.), il panorama testistico si è arricchito della nuova versione di questo prezioso strumento: le scale Griffiths III.

In Italia sono attualmente alle prese con la traduzione dei manuali e dei protocolli di notazione ed è iniziato anche il lavoro di adattamento e di validazione statistica per il contesto nazionale, con la promessa di raggiungere questi obiettivi nel corso del 2018.

Monica Rea, dottore di ricerca presso il Dipartimento di Psicologia Dinamica e Clinica della Facoltà di Medicina e Psicologia della Sapienza, attivamente impegnata nel percorso di adattamento dello strumento al contesto italiano, dedica due interessanti giornate di formazione per presentare le Griffiths III ai professionisti del settore.

La dottoressa le descrive come uno strumento di screening, particolarmente indicato nel primo livello di valutazione dello sviluppo globale del bambino, che permette l’individuazione di un Quoziente di Sviluppo, che rispecchia la somma dei punteggi grezzi individuati nelle diverse sottoscale.

Tale valutazione non solo rispetta la vivace evoluzione tipica di questa fascia di età ma permette di pianificare un intervento mirato o di suggerire ulteriori indagini diagnostiche. Le scale possono essere nuovamente somministrate dopo 6 mesi per un follow-up e dopo un anno con finalità diagnostiche. Mirano insomma a quella fusione tra valutazione e intervento che, soprattutto in età evolutiva, sembra ormai essere l’unica modalità di presa in carico sensata.

Ma quali sono le novità rispetto alla precedente versione?

La nuova batteria è di più facile somministrazione, in quanto ridotta nel numero di item del 36%, la somministrazione più chiara e semplice e i materiali sono stati modernizzati per renderli più accattivanti. Il tempo richiesto per la somministrazione si è ridotto a circa 90 minuti.

Le Griffiths III si sviluppano lungo 5 scale, una in meno rispetto alla versione precedente con due principali novità: le scale Performance (E) e Ragionamento Pratico (F) sono confluite in un’unica Scala A ( Fondamenti dell’apprendimento) e la Scala D (Personale-sociale-emotiva) ambisce ad una valutazione molto più sofisticata che non si accontenta di valutare il solo comportamento adattivo ma mira alla valutazione della capacità di leggere le espressioni emotive, dell’empatia, della teoria della mente, della consapevolezza di sé, della capacità di auto giudizio e di moralità.

Sottoscale dello strumento Griffiths III

Le nuove 5 Sottoscale (immagine tratta dalle slide presentate al corso)

La fascia d’età presa in considerazione (0-6 anni) è più ristretta rispetto allo strumento precedente che era rivolto a due gruppi di età (0-2 e 2-8), ritenendo l’identificazione di possibili disturbi o ritardi nello sviluppo superflua tra i 6 e gli 8 anni.

Durante le due giornate di formazione è stato possibile familiarizzare con il protocollo di registrazione già disponibile in italiano e, attraverso la visione di filmati in cui la dottoressa utilizzava lo strumento con i bambini, sia a sviluppo tipico che atipico, prendere confidenza con le modalità di somministrazione e quindi di scoring.
Rimaniamo in attesa della chiusura dei lavori di taratura italiana, prevista nel 2018, per mandare quindi in pensione le vecchie scale e migliorare la qualità del nostro lavoro con le nuovissime Griffiths III.

Si parla di:
Categorie
CONSIGLIATO DALLA REDAZIONE
Affect in Play scale: la valutazione del gioco simbolico nei bambini
E tu giochi? La valutazione del gioco simbolico in età evolutiva: l’Affect in Play Scale (2016) – Recensione

L’ Affect in Play Scale è uno strumento per valutare il gioco simbolico e le abilità cognitive e affettive dei bambini di età prescolare e scolare

ARTICOLI CORRELATI
All I want for Christmas is Truth. Scoprire che Babbo Natale non esiste è traumatico?

Quando i bambini scoprono che Babbo Natale non esiste? Verso gli 8-9 anni (ma vi è un’estrema variabilità). Come avviene questa scoperta? 

La diagnosi di sordità del proprio figlio: un percorso di elaborazione del lutto

In questo articolo vengono presentati i risvolti psicologici di ognuna delle cinque fasi di elaborazione della diagnosi di sordità

WordPress Ads
cancel