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Ascoltare i bambini. Psicoterapia delle infanzie negate di Luigi Cancrini – Recensione

Il libro racconta dell'esperienza traumatica vissuta da alcuni bambini maltrattati in famiglia e dei possibili approcci terapeutici.

Di Rossana Piron

Pubblicato il 25 Lug. 2017

Nel libro Ascoltare i bambini Luigi Cancrini guida il lettore in un viaggio nel mondo sommerso e spesso silenzioso dei bambini maltrattati.

 

Il bambino maltrattato: quali sono gli effetti?

Impegnato da anni nella conduzione di terapie o come supervisore presso il Centro di Aiuto al bambino maltrattato e alla famiglia di Roma, nonché nei Centri Studi di Terapia Familiare e Relazionale da lui fondati in tutta Italia, l’autore mette in luce come le ripetute traumatizzazioni e le relazioni violente possano avere effetti devastanti sulla vita affettiva del bambino, conducendolo il più delle volte allo sviluppo di patologie mentali gravi, come i disturbi di personalità, o alla messa in atto di condotte antisociali permanenti.

Le forme più gravi di maltrattamento, che portano a conseguenze più distruttive, sembrano essere quelle che lui definisce traumi man-made, cioè di derivazione umana, soprattutto quelli che avvengono all’interno del nucleo famigliare in modo ricorrente e perseverativo. In questi casi il caregiver, che dovrebbe assicurare lo sviluppo di un attaccamento sicuro garantendo cura e protezione, si trasforma nel persecutore, minando in modo definitivo la possibilità nel bambino di costruire relazioni di fiducia anche in età adulta.

I possibili approcci terapeutici per il bambino maltrattato

In questo libro Cancrini denuncia una modalità di approccio terapeutico, tanto diffusa quanto dannosa per la cura dei bambini maltrattati, che secondo l’autore si fonda su due illusioni e che viene ben illustrata nel primo capitolo. La prima, chiamata dall’autore Illusione numero uno, nasce dall’idea che per proteggere il bambino sia sufficiente allontanarlo dall’ambiente maltrattante, ritenendo che si possa garantire la sua tutela solo attraverso la sistemazione in famiglie affidatarie o in strutture di accoglienza, non tenendo conto della necessità di fornire supporto specifico per l’elaborazione dei traumi subìti. La seconda modalità, chiamata Illusione numero due, si fonda sul presupposto che sia sufficiente far seguire al bambino un percorso di psicoterapia individuale, senza coinvolgere nel percorso psicoterapeutico la nuova famiglia affidataria o adottiva.

Quest’ultima considerazione è in linea con le attuali teorie dell’attaccamento e del trauma, secondo le quali un fattore di resilienza del bambino e del futuro adulto è l’istaurarsi di un attaccamento sicuro. Da qui nasce l’importanza di coinvolgere il nuovo nucleo familiare nella speranza di rimarginare le ferite e riparare ai danni emotivi e relazionali derivanti dai continui maltrattamenti.

Il contributo più prezioso e interessante del libro si trova nella descrizione dei percorsi terapeutici dei bambini provenienti da situazioni di maltrattamento ripetuto e a rischio, secondo i clinici, di sviluppare gravi disturbi della personalità: antisociale nei casi di Hillary e Michele, borderline nel caso di Diego, paranoide nel caso di Ruggero e Ludwig, schizotipico nel caso di Pamela.

Nel capitolo II conosciamo il caso di Hillary, una bambina di 5 anni allontanata dalla famiglia d’origine per condizioni di vita di estremo degrado ambientale e di trascuratezza affettiva. Nel III capitolo si parla di Diego, un bambino in carico ai servizi da quando aveva due anni e primo di quattro fratelli, figli di genitori violenti. Fa il suo ingresso in comunità a 9 anni. Il protagonista del IV capitolo è Michele, figlio di genitori tossicodipendenti, che viene inviato in comunità all’età di 3 anni per trascuratezza e presunti abusi sessuali subìti dal padre. Nel V capitolo conosciamo Ruggero, allontanato all’età di 7 anni da una famiglia possessiva, coercitiva e violenta, e Ludwig, chiamato anche il piccolo Beethoven, vittima sacrificale delle fantasie onnipotenti di un padre paranoico e alcolista. Infine nel capitolo VI troviamo Pamela, una bambina sognatrice di 7 anni vittima di abusi ripetuti a opera del padre, allontanato 3 anni prima dalla famiglia.

Seppur nella loro unicità, tutti i casi presentati hanno in comune la presenza di gravi esperienze traumatiche, alle quali le vittime hanno potuto sopravvivere mettendo in atto meccanismi di difesa disadattivi basati sulla scissione, evitando così di entrare in contatto con un’angoscia devastante e insostenibile. Il lavoro terapeutico si basa sulla riattivazione di ricordi ed emozioni al fine di dar loro parola, una terapia che ha molto a che fare con l’elaborazione del lutto e che prende spunto dalle teorie di Anna Freud e John Bowlby.

Aldilà degli orientamenti e dei vari approcci psicoterapeutici, è un libro intenso e coinvolgente, a tratti doloroso, che obbliga il lettore a riflettere sul delicato tema dei traumi complessi vissuti in età infantile e sulla necessità di una presa in carico mirata e competente.

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SCRITTO DA
Rossana Piron
Rossana Piron

Tecnico di Riabilitazione Psichiatrica, Psicologa clinica

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Cancrini, L. (2017). Ascoltare i bambini. Psicoterapia delle infanzie negate. Raffaello Cortina Editore.
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