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Il gruppo e lo stile genitoriale: comportamenti antisociali in adolescenza

Il gruppo di pari influenza la messa in atto di comportamenti antisociali in adolescenza. Tuttavia anche famiglia e stile genitoriale hanno il loro ruolo.

Di Giovanni Belmonte

Pubblicato il 21 Giu. 2017

Aggiornato il 21 Nov. 2018 12:17

Nel corso dell’ adolescenza si formano spesso gruppi di giovani che mettono in atto comportamenti antisociali o trasgressivi, come l’uso di sostanze psicoattive o la guida spericolata, e azioni violente, contro l’autorità o altri giovani.

 

L’ adolescenza è un periodo complesso a causa dei compiti evolutivi da affrontare, come la costruzione dell’immagine corporea, che non si addice più alla corporatura di un bambino, i rapporti che cambiano all’interno della famiglia, le prime relazioni sentimentali e l’inserimento nel gruppo dei pari.

Nel corso dell’ adolescenza si formano spesso gruppi di giovani che mettono in atto comportamenti trasgressivi, come l’uso di sostanze psicoattive o la guida spericolata, e azioni violente, contro l’autorità o altri giovani. Nel mettere in atto comportamenti antisociali e violenti, il gruppo dei pari gioca un ruolo fondamentale.

Adolescenza e comportamenti antisociali: alcuni fattori scatenanti

In particolare, Fritz Redl sostiene che, durante l’ adolescenza, i leader del gruppo, non sono coloro che possiedono abilità sociali particolarmente rilevanti, ma sono adolescenti che hanno un minore senso di colpa rispetto ai coetanei, cosa che consente di mettere in atto determinati comportamenti antisociali o violenti, facendo da apripista per gli altri membri del gruppo (funzione iniziatoria).

Altri due fenomeni rilevanti all’interno del gruppo per la messa in atto di comportamenti antisociali sono la diffusione della responsabilità e della deindividuazione. In particolare, la diffusione della responsabilità si riferisce a un atteggiamento di un individuo, all’interno di un gruppo, che, a seguito di una condotta trasgressiva o violenta, si sente personalmente meno responsabile. Con il termine deindividuazione si intende quel processo per cui un individuo che agisce in gruppo tende a non considerarsi come singolo, ma come un membro del gruppo relativamente anonimo. Tale fenomeno conduce gli individui a considerarsi meno identificabili e meno responsabili per il proprio comportamento.

Comportamenti antisociali in adolescenza: il ruolo della famiglia e dello stile genitoriale

Questi fenomeni giocano un ruolo fondamentale nella messa in atto di comportamenti antisociali. E’ importante evidenziare come, in adolescenza, il legame con il gruppo sia tanto più esclusivo quanto più ci sono problemi in famiglia, in quanto l’adolescente cerca nel gruppo quel tipo di supporto che non riesce a trovare in famiglia.

Per “stile genitoriale” si intende la modalità educativa con cui i genitori svolgono le funzioni genitoriali e, in generale, si rapportano ai propri figli. In particolare, gli stili genitoriali si distinguono in autorevole, permissivo, autoritario, trascurante/rifiutante. Le dimensioni per le quali questi stili si differenziano tra di loro sono il grado di accettazione/supporto e il grado di controllo/richieste.

  • Stile autorevole: è caratterizzato da un’elevata accettazione e da un elevato controllo. Questi genitori hanno ben chiaro il tipo di disciplina da impartire ai propri figli, verso cui si dimostrano rispettosi ed emotivamente supportivi. Lo stile autorevole rappresenta un importante fattore di protezione, non solo per la messa in atto di comportamenti antisociali, ma anche verso l’esordio di psicopatologie.
  • Stile permissivo: è caratterizzato da un’elevata accettazione e da uno scarso controllo. I genitori permissivi sono disponibili e affettuosi nei confronti dei propri figli, ma sono caratterizzati da uno scarso senso di responsabilità circa le decisioni e le condotte dei figli, fornendo loro poche regole o talvolta nessuna.
  • Stile autoritario: è caratterizzato da una bassa accettazione e da un elevato senso di controllo. I genitori autoritari pretendono obbedienza dai propri figli, senza fornire loro alcuna spiegazione. E’ freddo e distaccato nei confronti dei figli, verso cui adotta uno stile punitivo. Vieno sostiene che lo stile autoritario può avere due conseguenze sui figli: può favorire la messa in atto di comportamenti antisociali e trasgressivi oppure può favorire un ruolo di vittimizzazione tipico di coloro che subiscono atti di bullismo.
  • Stile trascurante/rifiutante: è caratterizzato da una scarsa accettazione e da uno scarso controllo. Questi genitori mostrano un totale disimpegno rispetto alla relazione educativa: forniscono ai figli pochi strumenti di comprensione del mondo e non è emotivamente supportivo nei confronti dei propri figli.

Bobic sostiene che le famiglie che rappresentano un fattore di rischio per la messa in atto di condotte antisociali presentino alcune caratteristiche:

  • Un insufficiente controllo educativo, tipico di uno stile trascurante/rifiutante e permissivo. Queste famiglie pongono pochi o nessun limite, per cui i figli tendono a porsi precocemente in maniera conflittuale.
  • Famiglie iperprotettive, in cui i genitori hanno difficoltà a riconoscere la crescente autonomia dei figli.
  • Episodi ricorrenti di violenza domestica nella coppia genitoriale favoriscono una predisposizione alla violenza, che può essere concepita dai figli come una forma accettata di risoluzione dei conflitti interpersonali.

In generale, per scoraggiare la messa in atto di comportamenti antisociali, assumono un ruolo fondamentale gli interventi di prevenzione condotti, non solo all’interno delle scuole, ma anche nei confronti delle famiglie che si configurano come potenzialmente a rischio.

 

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