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Gli effetti delle preferenze musicali a livello cerebrale

Uno studio ha dimostrato che le preferenze musicali influiscono sulla connettività cerebrale della rete neurale del default mode network.

Di Greta Lorini

Pubblicato il 05 Mag. 2017

Preferenze musicali ed effetti cerebrali: In un nuovo studio è stato scoperto che tutti i tipi di musica preferita da ciascuno di noi, che sia quella di Bach, dei Beatles o di Bruno Mars, scatenano in realtà un’attività cerebrale molto simile.

 

 

Preferenze musicali: gli effetti sul cervello dell’ascolto della musica preferita

La musica è un qualcosa di primario e primitivo” ha affermato Jonathan Burdette, neuroradiologo presso il Centro Medico Wake Forest Baptist in Carolina del Nord: riguarda ciascuno di noi, ma in modi unici e profondamente personali. “Il mio rapporto con la musica è molto diverso dal tuo o dal suo, ma è altrettanto potente” ha inoltre aggiunto.

Quando ci piace o non ci piace qualcosa il nostro cervello produce una reazione, anche quando quel qualcosa è la musica. All’interno dello studio, i ricercatori hanno compiuto i primi passi per comprendere come avviene il meccanismo di preferenza musicale e ciò che è emerso è che il “non provare piacere per qualcosa” appare in modo differente dal “provare piacere” e in modo ancora più diverso dal “preferire quel qualcosa”.

Per studiare come le preferenze musicali influenzino la connettività funzionale cerebrale, ovvero le interazioni tra aree differenti del cervello, Burdette e collaboratori hanno utilizzato la risonanza magnetica funzionale (fMRI), che ritrae l’attività cerebrale individuando cambi nel flusso sanguigno.

Sono state effettuate scansioni dei cervelli di 21 persone impegnate nell’ascolto di brani musicali sia apprezzati che ripugnati, appartenenti a cinque generi musicali differenti (classica, country, rap, rock e opera cinese), e impegnate nell’ascolto di una canzone o stralcio di musica precedentemente indicato come preferito dagli stessi partecipanti.

Le scansioni hanno evidenziato uno schema d’attivazione consistente: le preferenze musicali di chi ascolta, e non il tipo di musica ascoltata, influenza maggiormente la connettività cerebrale, specialmente un circuito noto per essere coinvolto in fenomeni quali l’introspezione, l’empatia e la consapevolezza di sé.

Questo circuito definito “default mode network” (DMN) è una rete neurale distribuita in diverse regioni corticali e sottocorticali, che viene attivata durante le ore di riposo e le attività “passive” (connettività funzionale intrinseca). Il DMN era scarsamente connesso quando i partecipanti ascoltavano un brano che non piaceva loro, meglio connesso durante l’ascolto di brani apprezzati e il più connesso durante l’ascolto del brano preferito.

I ricercatori hanno inoltre scoperto che le canzoni preferite alteravano la connettività tra le aree cerebrali uditive e una regione responsabile del consolidamento della memoria e delle emozioni sociali.
Questi risultati possono spiegare perché stati emotivi e mentali comparabili possono essere vissuti da persone che ascoltano musica così differente.

Dato che le preferenze musicali sono fenomeni unicamente individualizzati e che la musica può variare in complessità acustica e nella presenza o assenza di testo, la consistenza dei nostri risultati è qualcosa di inaspettato” ha affermato Burdette.

Il nuovo studio si basa sul lavoro precedente pubblicato su Nature Scientific Reports.

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