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Disturbo esplosivo intermittente (IED) e l’abuso di sostanze

E' stato dimostrato che chi ha un disturbo esplosivo intermittente ha un rischio maggiore di assumere alcol o sostanze stupefacenti.

Di Mariagrazia Zaccaria

Pubblicato il 17 Mar. 2017

Aggiornato il 03 Lug. 2019 12:24

Secondo uno studio condotto dalla University of Chicago, le persone che soffrono del disturbo esplosivo intermittente (IED)– disturbo del comportamento caratterizzato da espressioni estreme di rabbia, spesso incontrollabili, che sono sproporzionate rispetto alla situazione- hanno un rischio cinque volte maggiore rispetto al resto della popolazione di fare abuso di sostanze quali alcol e altre sostanze stupefacenti.

 

Il disturbo esplosivo intermittente, la disregolazione emotiva e l’abuso di alcol e sostanze

Il disturbo esplosivo intermittente, colpisce ben 16 milioni di americani, in comorbidità con altre patologie quali il disturbo bipolare o la schizofrenia. Questo disturbo è spesso diagnosticato nella prima adolescenza, intorno agli 11 anni di età.

Nello studio pubblicato a Febbraio 2017 sul Journal of Clinical Psychiatry, la Dr.ssa Emil Coccaro e i suoi colleghi hanno analizzato i dati relativi alla salute mentale di un campione di oltre 9200 soggetti che presentavano il disturbo esplosivo intermittente. In questo esperimento è stata misurata nel dettaglio la disregolazione emotiva e si è osservato come la disregolazione emotiva possa portare alla manifestazione di comportamenti aggressivi o di agiti impulsivi.

I ricercatori dunque hanno dimostrato che più aumentavano i comportamenti aggressivi più i soggetti abusavano di alcol o droghe. Inoltre, il disturbo esplosivo intermittente è assolutamente acutizzato dall’assunzione di alcol o di droghe, portando in questo caso a un circolo vizioso che si auto-alimenta e ha come conseguenza la messa in atto di comportamenti sempre più aggressivi.
Quindi, un trattamento mirato ad appianare i comportamenti aggressivi potrebbe impedire o ritardare l’abuso di sostanze nei giovani.

La Dr.ssa Coccaro sostiene, inoltre, che questa patologia non è ancora considerata come un problema psichico, ma esclusivamente legato al comportamento disadattivo sviluppato nel corso della loro vita.

Per concludere, la Dr.ssa Coccaro ha aggiunto che un intervento psicologico precoce, quale ad esempio un trattamento farmacologico o la terapia cognitiva, possa essere efficace per prevenire o quantomeno ritardare il problema dell’abuso di sostanze legato alla diagnosi di disturbo esplosivo intermittente.

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