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Dalle bufale on line ai falsi pettegolezzi tra amici: perché facciamo affidamento su informazioni inaccurate?

Lo psicologo D. Rapp ha pubblicato una review in cui spiega quali siano i meccanismi che portano le persone a fare affidamento su informazioni errate

Di Marianna Bottiglieri

Pubblicato il 13 Dic. 2016

Aggiornato il 23 Gen. 2017 10:26

Diversi studi dimostrano che le persone tendono a fare affidamento su notizie errate, inaccurate, o parzialmente false e che questo fatto ha il potere di influenzare il loro comportamento futuro. 

 

In un’epoca in cui l’informazione è affidata a diversi mezzi tecnologici ed è diventata, con la rapida diffusione di Internet, appannaggio di tutti in qualunque momento, diventa fondamentale chiedersi quali siano i fattori che ci permettono di selezionare e scegliere correttamente le informazioni; infatti diversi studi dimostrano che le persone tendono a fare affidamento su notizie errate, inaccurate, o parzialmente false e che questo fatto ha il potere di influenzare il loro comportamento futuro.

Lo psicologo David Rapp, della Northwestern University, ha pubblicato una review in cui cerca di spiegare quali siano i meccanismi a causa dei quali le persone farebbero affidamento su informazioni errate.

Secondo il ricercatore, essi si genererebbero come conseguenza di vere e proprie “routine” nei processi cognitivi associati a memoria, problem solving e comprensione.

Tutto dipenderebbe dal fatto che le persone caricano velocemente in memoria affermazioni inaccurate, perché questo sarebbe un processo più facile rispetto alla valutazione critica o all’analisi di ciò che hanno appreso.

In seguito, il cervello richiamerebbe prima le informazioni scorrette poiché farebbe meno fatica a richiamare il materiale presentato più di recente.

Ancora più difficoltoso, è evitare di affidarsi alla disinformazione, quando le informazioni accurate ed inaccurate sono presentate insieme.

Siamo bombardati da tonnellate di informazioni tutti i giorni; è un incubo cercare di valutarle tutte criticamente – spiega Rapp, coeditore del libro “Processare le informazioni inaccurate” – valutare tutto diventa arduo e difficoltoso e comporta il fatto che i soggetti cerchino di conservare le proprie risorse per quando ne avranno realmente bisogno.

Nella sua review, pubblicata all’interno della rivista Current Directions in Psychological Science, Rapp suggerisce anche diverse strategie per evitare le trappole della disinformazione:

  • Valutare criticamente le informazioni il prima possibile: ciò potrebbe aiutare il proprio cervello ad evitare di mettere da parte informazioni non corrette.
  • Considerare la fonte: le persone sono più solite utilizzare informazioni inaccurate da fonti credibili che da fonti inattendibili, in accordo con una precedente ricerca di Rapp.
  • Fare attenzione alle menzogne credibili:

Quando la verità è mischiata ad affermazioni inaccurate, le persone diventano persuase, raggirate e meno valutative,cosa che impedisce loro di notare e rifiutare idee inaccurate – afferma Rapp.

 

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