L’ orientamento temporale offre una prospettiva scientifica originale non solo per cogliere le conseguenze psicologiche e comportamentali ma anche per evidenziare le connessioni con gli aspetti neuro metabolici.
Orientamento temporale: la relazione psicologica col tempo
L’approccio psicologico chiamato Orientamento Temporale (Stolarski et. al. 2014; Zimbardo e Boyd, 2008) studia la relazione psicologica che ciascuno di noi ha nei confronti del tempo presente, passato e futuro.
Dalla specifica configurazione temporale che caratterizza ciascuno di noi corrisponde un peculiare stile cognitivo, emotivo e motivazionale che condiziona il modo di effettuare le scelte, i comportamenti, lo stile di vita che condiziona la nostra qualità di vita.
La tesi coerente con questo approccio temporale che ritengo sia interessante da esplorare è che ciascuna configurazione temporale (chiamata anche profilo temporale) ha una sua modalità specifica di gestione psico-metabolica ed immunitaria dello stress.
Dal filone di ricerca iniziato dal famoso esperimento dei marshmallows del prof. Walter Mischel (Mischel, et.al.,1989) dove si erano trovate correlazioni particolarmente forti e durature tra la capacità di posticipare la gratificazione e fattori chiave per la salute in età adulta (l’indice di massa corporea, il grado di soddisfazione di vita, salute generale, ecc.), il prof. Phil Zimbardo, psicologo di fama mondiale della Stanford University, cominciò ad approfondire l’argomento temporale fino a definire l’attuale ricerca focalizzata sulle dimensioni del tempo. Il prof. Zimbardo, ha condensato più di 30 anni di ricerche scientifiche inerenti la relazione che abbiamo nei confronti del tempo vissuto individualmente, definendo quello che viene chiamato Orientamento Temporale.
Orientamento temporale e implicazioni metaboliche e immunitarie
La particolare configurazione temporale che ogni individuo possiede nei confronti del presente, del passato e del futuro influenza in maniera profonda e generalizzata, anche se spesso in modo del tutto automatico ed inconscio, le scelte, le decisioni ed i comportamenti derivanti. Le conseguenze di queste scelte hanno un forte impatto sia sul piano del vissuto esperienziale che comportamentale (Zimbardo e Boyd, 2008) e quindi anche, a mio avviso, nella gestione dello stress con le logiche implicazioni metaboliche ed immunitarie.
Scegliere se mangiare un frutto o uno snack ipercalorico, decidere se procrastinare gli esercizi fisico-motori che si potrebbero fare adesso preferendo invece giocare ad un videogioco, sono banali esempi quotidiani che ci aiutano a capire come i processi decisionali che compiamo continuamente hanno forti conseguenze sia a breve che nel lungo termine per la dinamica cumulativa che possono produrre nel tempo.
L’ipotesi oggetto del mio lavoro di ricerca è che il nostro caratteristico atteggiamento temporale, oltre a determinare molte caratteristiche psicologiche, possa influenzare anche il livello neurale, metabolico ed immunologico per la dinamica intrinsecamente integrata di questi aspetti.
Naturalmente tutte le persone pensano sia ad eventi del Passato che del Presente che del Futuro, ma chiaramente ognuno di noi ha una particolare configurazione relativa a “quanto” frequentemente si focalizza in una o più di queste dimensioni temporali.
Il prof. Zimbardo con il suo gruppo di ricerca ha elaborato un test capace di misurare il rapporto che abbiamo nei confronti del tempo chiamato questionario ZTPI (cioè Zimbardo Time Perspective Inventory), uno strumento validato transculturalmente in 24 nazioni attraverso oltre 15000 persone (Stolarski et. al. 2014). Dall’analisi del test ZTPI emerge una configurazione (il profilo temporale) di valori che rappresentano lo stile cognitivo-emotivo e motivazionale che determina la modalità particolare di effettuare le scelte, i pensieri ed i comportamenti che compiamo. Ogni profilo temporale è modificabile nel tempo, può cambiare cioè, in funzione della specifica tipologia e frequenza di esperienze che facciamo. Le dimensioni analizzate dal questionario ZTPI sono cinque: due relative alle nostre esperienze passate negative e positive (rispettivamente il“Passato Negativo e “Passato Positivo”), due riguardanti il nostro presente (“Presente Fatalistico” legato a quanto ci sentiamo protagonisti attivi degli eventi significativi che sperimentiamo, ed il “Presente Edonistico” che misura invece la frequenza di esperienze piacevoli, sia positive che negative per la nostra salute, che conduciamo) e una attinente il nostro “Futuro”(l’insieme di aspettative sui progetti ed obiettivi che perseguiamo). Queste dimensioni temporali si sono dimostrate significativamente correlate in misura molto solida a specifiche caratteristiche psicologiche (Zimbardo e Boyd, 2008).
Ciascuna dimensione temporale è connessa con alcuni specifici fattori sia d’ordine psicologico che, anche se indirettamente, fisiologico (Zimbardo e Boyd, 2008). Ad esempio, chi è maggiormente focalizzato nel Passato Negativo risulta essere più ansioso, depresso, aggressivo, con minor autostima, stabilità emotiva e controllo dei propri impulsi, meno felice e con un minor livello percepito di energia generale. Chi invece è più focalizzato sul Presente Edonistico ricerca sensazioni “forti”, ha alti livelli di energia, creatività e aggressività e rispetto alla media della popolazione risulta essere più incoerente, possedere un basso livello di controllo dei propri impulsi oltre ad essere meno stabile emotivamente.
Le persone invece maggiormente concentrate sul Futuro pianificano i loro comportamenti e sono più attenti alla loro salute, sono più coerenti e coscienziosi, hanno maggiore energia e più controllo delle loro azioni. Sono meno aggressivi e depressi e cercano meno le sensazioni “forti” anche se tendono ad essere stacanovisti a livello lavorativo. E’ interessante che da uno studio inizialmente strettamente psicologico qual é l’ Orientamento Temporale sia possibile identificare correlazioni statisticamente solide anche sul piano metabolico ed immunologico. Vi potrebbero essere infatti diverse ricadute fisiologiche/metaboliche correlate alle varie configurazioni caratteristiche i vari profili temporali (indice di massa corporea, tendenza ad uno stile depressivo, livelli di energia generale percepita, ecc.).
E’ dunque plausibile ipotizzare che ad ogni tipologia di profilo temporale corrisponda una specifica strategia di gestione dello stress con le sue logiche e profonde conseguenze sia a livello metabolico che immunologico. Come sappiamo allo stress cronico corrisponde una modificazione di almeno due fondamentali architetture con i loro molteplici ed interconnessi effetti: il sistema nervoso (centrale e autonomo) e l’asse HPA (ipotalamo-ipofisi-surrene). Nella condizione di stress cronico queste due strutture risultano fortemente alterate rispetto alla condizione di benessere psicofisico ottimale perché innescano entrambe processi fisiologici metabolici e neurali finalizzati a ripristinare l’equilibrio iniziale tramite azioni compensative ed adattative (si veda in merito il contributo ad esempio di Straub, 2011).
La prospettiva psicologica temporale ci permette in sintesi di comprendere perché, ad esempio, un profilo più focalizzato sul Passato Negativo caratterizzato da una maggiore frequenza di emozioni negative (rimuginii e ruminazioni) e uno stile generale più correlato alla depressione, possa implicare un sistema immunitario compromesso per l’interferenza dell’azione che collega la corteccia prefrontale al tronco encefalico inibendo l’attivazione antiinfiammatoria del nervo vago efferente (cholinergic pathway reflex). Da studi preliminari che ho condotto su 32 persone che hanno la Sindrome Post Traumatica da Stress (Agnoletti, 2016) ho riscontrato che, coerentemente con questa ipotesi, la caratteristica presenza di ricordi intrusivi negativi è correlata non solo ad un profilo temporale con un “alto” valore di Passato Negativo (in accordanza con quanto previsto dalla teoria dell’ Orientamento Temporale) ma anche ad indici infiammatori alterati (compresa la produzione cortisolo) oltre a bassi livelli di funzionamento delle pathways antiinfiammatorie (Agnoletti, 2016).
Sempre a titolo d’esempio, le implicazioni descritte dall’approccio temporale rendono maggiormente evidente la possibile connessione psicofisica tra stile cognitivo-emotivo e motivazionale e conseguenze metaboliche di coloro che risultano essere più proni a sviluppare dipendenze (perché funzionali alla gestione immediata dello stress) cioè di coloro che sono focalizzati sul Presente Edonistico. Le implicazioni di questa tipologia di persone caratterizzate da una specifica gestione dello stress orientata prioritariamente all’evitamento immediato di esperienze spiacevoli ha chiari effetti sulle strategie per contrastarli ad esempio a livello nutrizionale (ricerca di “comfort food”) o di uso/abuso di sostanze che creano dipendenza. Come risulta evidente questa modalità di gestione dello stress risulta essere molto diversa rispetto a quella di coloro che presentano, ad esempio, un profilo temporale maggiormente focalizzato sul Futuro caratterizzato dal non reagire alle situazioni stressanti attraverso l’utilizzazione di strategie edonistiche.
In sintesi ritengo che indagare le connessioni esistenti tra il Profilo Temporale ed il notevole bagaglio di conoscenze fornite dalle scienze biomediche sia molto prezioso per il notevole impatto sulla qualità di vita e la salute e le strategie psicofisiche integrate che si possono sviluppare per migliorarle.