Il colore non può essere spiegato con una teoria che sia solo meccanica, ma deve trovare spiegazione più profonda nella poetica, così come nell’estetica o anche nella psicologia dei colori.
Analisi del colore: dalla scienza all’estetica
Sul colore esistono molte teorie che, via via, lo hanno analizzato da diversi punti di vista: fisico, chimico, psicologico, espressivo.
La fisica ci insegna che il colore deriva dalla scomposizione della luce e che viene misurato in lunghezze d’onda; Isaac Newton (1643-1727) dimostrò che la luce del sole che noi vediamo bianca è, in realtà, composta dai sette colori dello spettro solare: rosso, arancio, giallo, verde, azzurro, indaco e violetto. Johann Wolfgang Goethe (1749-1832), in “Zur Farbenlehre” (“La teoria dei colori”, 1810) sostenne che i colori non possono essere spiegati con una teoria che sia solo meccanica, ma devono trovare spiegazione anche nella poetica, nell’estetica e nella psicologia.
La psicologia dei colori in Vasilij Kandinskij
Vasilij Kandinskij (1866-1944), nelle sue teorie sull’uso dei colori, stabilì un nesso strettissimo tra l’opera d’arte e la dimensione spirituale, affermando che l’anima e l’arte si influenzano a vicenda. Kandinskij analizzò la reazione dell’osservatore davanti ad un’opera d’arte e parlò di due effetti: uno puramente fisico e superficiale, l’altro, più profondo, attraverso il quale emerge la vera forza psichica del colore, che fa emozionare. L’artista russo in “Lo spirituale nell’arte” (1909) scrisse:
In generale il colore è un mezzo per influenzare direttamente un’anima. Il colore è il tasto. L’occhio è il martelletto. L’anima è un pianoforte con molte corde. L’artista è la mano che, toccando questo o quel tasto, fa vibrare l’anima. E’ chiaro che l’armonia dei colori è fondata solo su un principio: l’efficace contatto con l’anima. Questo fondamento si può definire principio della necessità interiore.
Quindi, secondo Kandinskij, che possedeva una sensibilità acutissima, ogni colore produce un effetto particolare sull’anima, in questo senso egli può essere considerato uno psicologo del colore.
Psicologia dei colori: il contributo di Max Lüscher
Psicologo del colore è anche lo svizzero Max Lüscher (1923), grazie al cui test dei colori, è possibile analizzare, con metodo scientifico, lo stato psicofisico di una persona in base alla sua preferenza per i colori.
La base teorica da cui è partito Lüscher è la psicologia autoregolativa, secondo cui ogni essere umano tende al raggiungimento dell’armonia, che nasce dall’interazione dinamica equilibrata di quattro strutture emozionali di base. Se, come afferma Lüscher, “tentiamo di sostituire tali sentimenti normali con sentimenti di apprezzamento eccessivo o di deprezzamento smodato del Sé, tale autoinganno ci relegherà nel circolo vizioso egocentrico dell’autodistruzione” e porterà l’individuo a disturbi e comportamenti disadattivi.
Secondo la psicologia autoregolativa, lo scopo della terapia è quello di individuare tali disturbi e di ripristinare l’armonia perduta. Secondo la psicologia dei colori di Max Lüscher, ogni colore ha un significato universale ed obiettivo, cioè la percezione cromatica è esattamente la stessa per tutti e tutte le culture; ciò che varia nella percezione del colore è la valutazione data dal singolo alla percezione stessa, il suo accettarla o rifiutarla: la percezione potrà dunque risultare, a seconda della valutazione data dal soggetto, simpatica, indifferente o antipatica.
I significati psicologici dei colori secondo Lüscher e secondo Kandinskij
Vediamo ora quali sono i significati psicologici dei colori (ne analizzeremo 4) secondo Lüscher e secondo Kandinskij.
Il rosso è definito da Kandinskij “vivo, acceso ed inquieto” e viene fondamentalmente collegato al tema dell’energia vitale; Lüscher afferma che la percezione del rosso è, tra tutte, quella che produce l’effetto eccitante più intenso. Osservando a lungo il rosso, infatti, il respiro si fa più veloce e la pressione sanguigna aumenta. Il rosso è eccitazione, desiderio, amore sensuale e desiderio di potere. Poiché, come detto poc’anzi, ogni persona può avere reazioni diverse di fronte alla percezione del colore, se ci sarà rifiuto (o “antipatia”) per il colore rosso, esso produrrà l’esatto contrario del desiderio, ovvero il disgusto.
Il grigio, che Kandinskij definisce “immobilità desolata”, per Lüscher “si distingue per le negazioni. Non è né colorato, né chiaro, né scuro. Il grigio è il nulla di tutto, la sua particolarità è la neutralità più completa”.
Il verde, scrive Kandinskij “non si muove in alcuna direzione e non ha alcuna nota di gioia, di tristezza, di passione, non desidera nulla, non aspira a nulla. E’ un elemento immobile, soddisfatto di sé, limitato in tutte le direzioni”. Secondo Lüscher il verde rappresenta i valori stabili che valgono: l’autorevolezza, la stima, la dignità, l’integrità.
Il blu, andando molto in profondità, sviluppa l’elemento della quiete e quanto più è profondo, ci suggerisce Kandinskij, tanto più fortemente richiamerà l’uomo verso l’infinito. Per Lüscher il blu corrisponde ad un sentimento di serenità e di moderazione. Numerosi esperimenti hanno infatti dimostrato che, se si osserva a lungo il colore blu scuro, la respirazione si fa più lenta e la pressione arteriosa si abbassa.