Si usa spesso l’espressione “coltivare la mente”, quando si lavora in una cornice di mindfulness, per indicare quel processo di ri-educazione della mente che viene allenata a un contatto più diretto con l’esperienza al di là degli apprendimenti sedimentati; non si può quindi non apprezzare lo sforzo delle autrici che, per la prima volta nel panorama italiano, invitano a coltivare la mente sin dalla giovane età, proponendo nel libro un programma di mindfulness per bambini e ragazzi dai 12 ai 16 anni, muovendosi dall’esperienza del gruppo di lavoro di Kabat Zinn e di altre realtà che si sono già occupate, all’estero, di mindfulness per bambini e ragazzi.
Iacopo Camozzo Caneve
Le difficoltà che affrontano bambini e ragazzi
Questo, il senso della proposta delle autrici, ma non solo in un’ottica preventiva rispetto a tutte le difficoltà che ci arriveranno addosso quando finiremo nella temibile “età adulta”: prendersi cura della propria mente con l’aiuto della mindfulness (e delle pratiche di consapevolezza su cui si fonda) come risorsa, per i piccoli umani, rispetto a un mondo che sembra fatto sempre meno a loro misura, e che di conseguenza pone sfide sempre maggiori. La giovane età, ricordano le autrici, non è più (ammesso lo sia mai realmente stata) un’età dell’oro, anzi; l’APA ha definito questa la “generation stress”; e compaiono ansia, disturbi alimentari, ADHD, autolesionismo e tutta o quasi la gamma di disagi e sofferenza che conosciamo per la popolazione adulta.
Separazioni dei genitori, richieste di performance sempre maggiori, bullismo, rete sociale e parentale ristretta, riduzione tempo libero dei genitori: sono molte le sfide da fronteggiare per i giovani d’oggi.
Ancora una volta, il tentativo è di poter insegnare a vivere tutto questo, quando non lo si può cambiare, in un modo alternativo, in contatto con il momento presente attraverso la consapevolezza invece che fuori da noi stessi in balia della mente e dei suoi automatismi.
Il percorso di mindfulness per bambini e ragazzi
Il percorso proposto dalle autrici si snoda, come nella più classica tradizione dei percorsi di mindfulness, attraverso otto incontri in cui vengono messi a fuoco diversi ambiti di esperienza. Gruppi tra 5 e 10 partecipanti per sessioni che durano dai 40 ai 60 minuti, con alternanza tra esperienze pratiche di consapevolezza (adattate all’età) e momenti di condivisione ed esplorazione congiunta di ambiti di esperienza specifici.
I temi attraverso cui si articola il percorso sono il pilota automatico (e la possibilità di vivere invece con una mente da principiante), il riconoscimento di pensieri come pensieri, le emozioni, gli eventi stressanti e la possibilità di rapportarsi con tutto questo in modo nuovo attraverso la consapevolezza.
Un atteggiamento giocoso, letture ed esercizi completano il quadro rendendo questo tipo di esperienza adatta e comprensibile a questa fascia d’età.
“Il fiore dentro” è il nome dato a questo programma, facendo proprio riferimento alla possibilità di trovare dentro di sé, grazie alla consapevolezza, la bellezza di essere se stessi al di là delle sfide e di ogni segnale contrario che ricevono, quotidianamente, questi piccoli umani.
Di questo si occupa l’ultima sessione del percorso, di questo credo si occupi ogni singolo momento di questo programma, al di là dello stress, delle emozioni, dei pensieri…
Di questo, occupandoci dei nostri giovani, dovremmo forse imparare a occuparci più spesso.