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Cogenitorialità: le nuove forme dell’essere genitore

La cogenitorialità è la relazione con cui i genitori negoziano i loro ruoli, ma rimanda anche al sostegno, al rispetto e alla fiducia tra madre e padre

Di Guest

Pubblicato il 11 Ott. 2016

Le relazioni genitori-figli dovrebbero essere considerate in una cornice complessa che prevede l’interdipendenza di diversi rapporti diadici, in particolare la coppia coniugale e quella genitoriale, per cogliere questa complessità e cercare di definirla si è iniziato a usare il termine cogenitorialità o alleanza cogenitoriale per definire e studiare la relazione fra genitori che lavorano insieme per guidare un figlio.

Marzia Caffesi – OPEN SCHOOL Scuola di Psicoterapia e Ricerca, Milano

 

Cara, sono a casa!”. Poche parole che fin da subito evocano nella mente di tutti l’immagine dell’impiegato della middle class che, dopo una giornata in ufficio, rientra a casa per trovare: una cenetta deliziosa quasi pronta, due o tre pargoli puliti e sorridenti e dulcis in fundo un’adorabile mogliettina che, indossando un grazioso abito da cocktail, porge un aperitivo esclamando: “Oh caro! Che bello sei arrivato! Come è andata la giornata?”.

In questa scena ripresa più volte in passato (e in alcuni casi anche di recente) da numerose réclame televisive è espresso il cuore dell’ideologia famigliare tipica degli anni cinquanta ossia una rigida divisione dei ruoli dove alla moglie competeva l’andamento della casa e soprattutto la crescita dei figli mentre l’uomo, il cui compito principale consisteva nel procurare il sostentamento familiare, si limitava a qualche fugace apparizione nel ruolo di genitore se vi erano questioni urgenti di disciplina.

 

 

Il cambiamento di paradigma e il riconoscimento della cogenitorialità

Da allora la famiglia è mutata e si potrebbe dire che è tuttora in fase di ristrutturazione. Ciò che è certo è il ruolo sempre più attivo e partecipe richiesto alla figura paterna nella crescita dei figli e di conseguenza il modificarsi stesso dell’esperienza genitoriale sia dal punto di vista dei partner sia per quel concerne le ricadute sulla prole. Per questo motivo l’esperienza genitoriale e il fondamentale compito di cura responsabile che ne consegue sono stati largamente studiati soprattutto per le conseguenze nello sviluppo dei figli e come fattore di rischio o di protezione nel processo evolutivo dell’essere umano (McHale, J.P., Kuersten-Hogan, R., Lauretti, A. 1996).

Storicamente, gli studi si sono focalizzati sulla diade madre-bambino, in particolar modo sulla ricerca volta alle primissime fasi dello sviluppo, in cui alla donna viene attribuito un ruolo centrale nell’accudimento del bambino. Con l’avanzare degli anni e il progressivo coinvolgimento del padre, questi studi hanno iniziato a tenere in considerazione e comprendere la figura paterna, ma è solo recentemente che alcuni lavori hanno evidenziato che le diadi madre-figlio e padre-figlio formano modelli relazionali all’interno di una triade nella quale le caratteristiche delle relazioni tra genitori, già durante la gravidanza, assumono una funzione fondamentale (McHale, 1995).

Secondo queste prime considerazioni si è iniziato a capire che le relazioni genitori-figli dovrebbero essere considerate in una cornice complessa che prevede l’interdipendenza di diversi rapporti diadici, in particolare la coppia coniugale e quella genitoriale. L’interdipendenza di queste relazioni lascia emergere delle proprietà che sono più della semplice somma di rapporti diadici o dalle caratteristiche dell’individuo ma che potremmo definire familiari.

Per cogliere questa complessità e cercare di definirla si è iniziato a usare il termine cogenitorialità o alleanza cogenitoriale per definire e studiare la relazione fra genitori che lavorano insieme per guidare un figlio. La cogenitorialità viene intesa quindi la qualità della coordinazione tra gli adulti nei loro ruoli genitoriali (McHale, 2010). La definizione rimanda al mutuo investimento e coinvolgimento dei genitori nel crescere congiuntamente i loro figli. La cogenitorialità è inoltre la relazione attraverso cui i genitori negoziano i loro rispettivi ruoli, la responsabilità e i contributi nei confronti dei loro figli (Margolin, 2001), ma rimanda anche al sostegno, alla condivisione della responsabilità, al rispetto e alla fiducia tra madre e padre e anche al modo in cui i genitori affrontano insieme il loro ruolo (Feinberg, 2002).

Recentemente si è scoperto che la cogenitorialità risulta essere uno snodo centrale per ciò che concerne le relazioni famigliari (McHale, J.P., Rasmussen, J.L., 1998). Il termine cogenitorialità, al contrario del comune pensare non coincide con la suddivisione equa del lavoro genitoriale ma come un’alleanza tra i genitori che può contenere sia dimensioni positive quali il rispetto, la partecipazione, la comunicazione, e la cooperazione; sia caratteristiche negative come conflitto e triangolazione (McHale, 2010).

L’uso del termine alleanza è infatti significativo: veri alleati sono coloro che non solo convengono pubblicamente su un piano di azione, ma che poi continuano a sostenere quel piano sia quando esercitano la genitorialità con il partner sia quando la esercitano da soli. Un rapporto di questo tipo quindi, esiste tra due persone quando assumono un reciproco impegno, vincolante per il benessere del bambino.

 

Come si è arrivati allo studio del rapporto cogenitoriale e le sue dimensioni

È importante sapere che il concetto di cogenitorialità è entrato nella ricerca sulla famiglia, attraverso gli studi sulle famiglie divorziate, perché una buona cogenitorialità si è dimostrata prevenire gli effetti negativi del divorzio sul bambino come i problemi emotivo-comportamentali e solo successivamente l’importanza di questo fattore chiave è stata estesa e riconosciuta anche nelle famiglie intatte anche in virtù dell’assunzione di un’ottica preventiva (MCcHale, J. P., Fivaz-Depeursinge, E. 1999; Feinberg M.E., Brown L.D., & Kan M.L., 2012).

In seguito numerosi studi hanno esaminato questo legame all’interno del contesto del matrimonio identificando le tipologie che riflettono i modelli di comportamento cogenitoriale. Le tipologie principalmente riconosciute sono: la cogenitorialità oppositiva, caratterizzata da basso calore e cooperazione e alti livelli di antagonismo cogenitoriale; la cogenitorialità coesa, caratterizzata da più alti livelli di calore e cooperazione e bassi livelli di antagonismo e la cogenitorialità non restrittiva, caratterizzata da bassi livelli di calore e cooperazione e livelli di antagonismo simili a quelli del gruppo oppositivo, ma non così estremi.

Inoltre si è arrivati a intuire che il rapporto cogenitoriale comprende due dimensioni: una interna e una esterna. La dimensione interna è rappresentata dalle esperienze di cogenitorialità di ogni genitore ed è caratterizzata da sentimenti di convalida da parte del partner, a commenti positivi sull’impegno per il benessere del figlio, ed è dedicato a promuovere sia un sottosistema cooperativo dei genitori sia il sistema familiare nel suo complesso, mentre la dimensione esterna è rilevabile nelle interazioni triadiche, che prevedono la presenza di padre, madre e bambino.

 

 

Il valore di mediatore nei legami famigliari

Per quello che riguarda il rapporto con la relazione di coppia, sappiamo che la cogenitorialità è teorizzata ad un livello triadico per cui dovrebbe essere intrecciata, per la sua stessa essenza alla relazione coniugale. Allo stesso modo però, la relazione cogenitoriale va distinta, dalla pura relazione di coppia che esiste a livello diadico. Sarebbe meglio, quindi, definire le due relazioni come sottosistemi famigliari continui ma distinti.

Un certo numero di studi ha indagato come il legame cogenitoriale influenzi il legame di coppia. Quasi sempre però, in questi studi, non si ipotizza un’influenza diretta bensì un ruolo di mediazione che la cogenitorialità avrebbe tra rapporti coniugali e le pratiche genitoriali. Sembrerebbe quindi che l’alleanza cogenitoriale possa mediare l’associazione tra relazione coniugale e relazione genitoriale. In particolare, il rapporto cogenitoriale è influenzato dai sentimenti che i partner provano l’uno per l’altro, quindi relazioni coniugali buone si riflettono in cogenitorialità positiva, mentre rapporti ostili tra i coniugi si riflettono in cogenitorialità negativa.

È stato anche proposto un modello alternativo e altrettanto plausibile che propone una prospettiva in cui la cogenitorialità influenza simultaneamente sia le relazioni coniugali che le pratiche genitoriali. Si evidenzia così una correlazione tra relazioni cogenitoriali e legame coniugale: le coppie soddisfatte da un punto di vista coniugale mostrerebbero più calore, meno conflittualità e più cooperazione, sensibilità reciproca e supporto quando interagiscono di fronte ai figli.

Come spiega McHale (MCcHale, J.P., Kazali, C., Rotman, T., Talbot, J., Carleton, M., Lieberson, R., 2004), l’importanza cruciale di questa alleanza tra genitori è testimoniata dal fatto che, in famiglie in cui esiste un’alleanza forte e supportiva, tanto i genitori quanto i figli appaiono meno stressati, la relazione coniugale poggia su un piano di maggiore stabilità e i figli sperimentano un maggior successo nelle relazioni con i coetanei.

Ciò che invece non è sempre chiaro è che il diventare genitori non coincide, al contrario di quel che si pensa, con l’evento della nascita ma è legato a un lungo processo di rielaborazione sia a livello mentale sia a livello delle proprie relazioni affettive, che determina radicale cambiamento nel mondo del singolo e della coppia. Questa considerazione è tanto più veritiera se si pensa ai padri che non sperimentando in prima persona la gravidanza e, in alcuni casi, per retaggio culturale si trovano maggiormente in difficoltà nell’assunzione del ruolo genitoriale.

La nascita come cambiamento porta alla costituzione di un nuovo equilibrio che favorisce una relazione armoniosa bambino-genitori, ma può anche creare una situazione di disagio psichico che troverà espressione all’interno del sistema familiare in quanto la genitorialità implica anche un sostanziale riassetto delle relazioni interpersonali all’interno della rete di parentela della coppia stessa.

All’interno del panorama di ricerca gli autori hanno esplorato e approfondito il ruolo giocato dalla cogenitorialità nelle relazioni familliari e dai risultati è emerso che l’alleanza cogenitoriale gioca un ruolo importante nel mediare l’associazione tra relazione coniugale e relazione genitoriale (Margolin, Gordis, Jhon, 2001; Morril Hives, Mohamood, Cordova, 2010). Alcune ricerche recenti, (Pedro, Riberio Shelton, 2012; Holland Mc Elwain, 2013) hanno trovato come la cogenitorialità sia in grado di mediare l’associazione tra soddisfazione coniugale e pratiche genitoriali e come la percezione di essa da parte del singolo genitore medi la relazione tra qualità coniugale e il rapporto genitore-figlio.

Da altre ricerche è emerso come il conflitto coniugale influenzi negativamente il rapporto genitore-figlio e porti spesso ad una cogenitorialità ostile, competitiva e meno supportiva e come, invece, la soddisfazione coniugale porti a un aumento della cooperazione e del supporto tra i genitori con i figli (Erel, Birman, 1995; Katz, Gottman, 1996, Kitzmann, 2000). Inoltre questo è emerso anche in ricerche più recenti dove i livelli di adattamento coniugale si rivelano essere predittivi del sostegno cogenitoriale (Bonds, Gondoli, 2007).

 

 

L’importanza del legame cogenitoriale per i figli

Altri ricercatori hanno indagato maggiormente come la cogenitorialità influisse sull’adattamento dei figli nelle varie fasi della vita. Si è visto come la cooperazione genitoriale sia un fattore protettivo per l’adattamento del bambino, come la cooperazione percepita da uno dei due genitori possa essere perditore delle competenze sociali del bambino (Barnett, Scaramella, Mc Goron e Callahan, 2001) e come, invece, il conflitto cogenitoriale possa predire una relazione genitoriale negativa e la comparsa di comportamenti antisociali negli adolescenti (Feinberg, 2007). Vi sono però altri studi che sorprendentemente hanno trovato un’assenza di legame tra cooperazione cogenitoriale e soddisfazione di vita degli adolescenti (Teubert e Pinquart, 2011).

In sostanza il legame cogenitoriale è fondamentale anche per i suoi esiti, in particolare per ciò che concerne l’adattamento dei figli. Come già spiegato la relazione cogenitoriale può avere una potente influenza su molti aspetti della vita familiare e quindi anche sull’adattamento del figlio. È stato dimostrato che il conflitto cogenitoriale predice negatività genitoriale e comportamento antisociale nei figli e in generale a sintomi esternalizzanti o internalizzanti. Vi sono fattori che posso moderare l’influenza del conflitto cogenitoriale. Questi sono le caratteristiche del figlio (sesso, ordine di nascita ecc.) e le caratteristiche della famiglia (genitori divorziati o meno) e il contesto. D’altra parte si è dimostrato che l’influenza positiva della cooperazione cogenitoriale migliora la genitorialità di madri e padri e di conseguenza le percezioni del livello di cooperazione entro la relazione cogenitoriale predicono indipendentemente un aumento di competenze sociali dei bambini.

 

 

Per concludere

La cogenitorialità, soprattutto negli ultimi anni, si è scoperta essere uno snodo centrale per ciò che concerne le relazioni famigliari e può essere definita anche come alleanza genitoriale. L’uso del termine alleanza è infatti significativo: veri alleati sono coloro che non solo convengono pubblicamente su un piano di azione, ma che poi continuano a sostenere quel piano sia quando esercitano la genitorialità con il partner sia quando la esercitano da soli.

Questo legame risulta essere di centrale importanza e fungere da mediatore in molti legami famigliari come il rapporto tra partner, il rapporto genitoriale e di conseguenza per il benessere della prole. Infine la cogenitorialità risulta essere un oggetto di studio relativamente nuovo le cui forme si modificano e si adattano ai cambiamenti della società e alle sue esigenze. Per questo motivo, oltre che la sua importanza per il benessere famigliare e in seconda battuta per il benessere sociale, dobbiamo aspettarci che essa diventi sempre più oggetto di studio e di valutazione.

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
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