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Disturbi dell’alimentazione e personalità: la personalità della paziente anoressica

I tratti di personalità della paziente anoressica più frequenti sono quelli ossessivi - compulsivi e quelli della personalità borderline. 

Di Sandra Sassaroli, Giovanni Maria Ruggiero, Francesca Fiore

Pubblicato il 17 Giu. 2016

Personalità della paziente anoressica: Secondo la letteratura scientifica circa un terzo dei pazienti anoressici mostra la presenza di un disturbo di personalità. I disturbi di personalità ossessivo-compulsiva e borderline sembrano essere quelli predominanti.

MAGREZZA NON E’ BELLEZZA – I DISTURBI ALIMENTARI: Disturbi dell’alimentazione e personalità: la personalità della paziente anoressica (Nr. 17)

 

La relazione tra disturbi alimentari e tratti di personalità

Come abbiamo visto, all’inizio degli anni Ottanta del secolo scorso i disturbi alimentari da curiosità psichiatrica sembrano diventare una piccola emergenza. Ci si comincia a chiedere se quel gruppo di sintomi, oltre ad essere un disturbo psicologico, corrisponda anche a un tipo di personalità, di temperamento. Se si può pensare che esista un carattere, un modo di essere tipicamente alimentare. O, più precisamente, tipicamente da disturbo alimentare.

Diversi modelli concettuali hanno tentato di spiegare la relazione tra cibo e disturbo di personalità. Un tratto della personalità può predisporre all’insorgenza di un disturbo alimentare ( modello predisponente), ma potrebbe anche trattarsi di una semplice complicazione o effetto del disturbo alimentare (modello cicatrizzante) (Wonderlich, Mitchell, 1997, 2001; Fessler, 2002). È vero che tratti della personalità rigidi e ossessivi possono essere conseguenti, o aggravati dal periodo di digiuno (Lilenfeld et al. , 2000), ma la persistenza di questi tratti anche dopo la guarigione dal disturbo alimentare sembra indicare che essi possono rappresentare fattori di vulnerabilità che precedono l’insorgenza del disturbo alimentare.

Viceversa, l’impulsività e l’instabilità affettiva sembrano migliorare dopo il recupero del disturbo alimentare, e dunque potrebbero dipendere più da una situazione temporanea che da un tratto di personalità persistente. Infine, i disturbi alimentari e di personalità possono essere dovuti a fattori terzi, che causano entrambi i disturbi ( modello di co-occorrenza). Ad esempio, le dinamiche familiari, le storie di abuso, i problemi neurobiologici e la genetica sono notoriamente fattori predisponenti ad una patologia (Steiger, Bruce, 2004). Purtroppo, gli studi trasversali rendono impossibile determinare il rapporto di causalità e l’eziologia tra i disturbi in oggetto di analisi. I disturbi di personalità sono molto meno diffusi nei pazienti che guariscono rispetto ai malati cronici e quindi lo stato clinico della malattia sembra influenzare la valutazione della personalità (Bornstein, 2001).

 

I tratti di personalità della paziente anoressica più frequenti

In effetti, le caratteristiche di personalità possono favorire lo sviluppo e il mantenimento dei disturbi alimentari (Wonderlich, Mitchell, 2001; Cassin, von Ranso, 2005). In particolare, anoressiche e bulimiche mostrano valori di perfezionismo e impulsività superiori rispetto ai soggetti normali (Tacket et al. , 2008; von Ranson, 2008).

Ma vediamo come stanno le cose più nel dettaglio. Secondo la letteratura scientifica circa un terzo dei pazienti anoressici mostra la presenza di un disturbo di personalità (Sansone, Sansone, 2011). I disturbi di personalità ossessivo-compulsiva e borderline sembrano essere quelli predominanti.

Che cosa significano questi due termini? La personalità ossessiva si costruisce tutta intorno all’ordine, alla preoccupazione per l’ordine e per le regole, al perfezionismo, alla rigidità su questioni di etica e di moralità, alla difficoltà a manifestare le proprie emozioni e al bisogno di controllo nel lavoro e nelle relazioni interpersonali. Il disturbo borderline di personalità è un disturbo caratterizzato da cambiamenti di umore, instabilità nelle relazioni con gli altri e impulsività.

 

I tratti ossessivi nell’anoressia

La prevalenza del disturbo di personalità ossessivo-compulsivo nell’anoressia è del 22%, mentre nella popolazione generale è dell’8%. La disparità tra i due gruppi suggerisce la possibilità di una parziale relazione causale. A sostegno di questa ipotesi il perfezionismo, tratto centrale del disturbo ossessivo-compulsivo di personalità, è stato da tempo descritto come un processo cognitivo fondamentale anche nell’anoressia (Sassaroli et al. , 2005). Il perfezionismo è caratterizzato dalla tendenza a stabilire e perseguire standard eccessivamente elevati, irrealistici, nonostante il verificarsi di conseguenze negative (ad esempio, il cibo e la preoccupazione del peso, la fame persistente) (Shafran et al. , 2002; Frost et al. , 1990; Hewitt, Flett, 1991; Terry-Short et al. , 1995).

Gli individui con disturbi alimentari mostrano un più elevato perfezionismo patologico (ad esempio, paura irrealistica ed esagerata dei propri errori) e livelli analoghi di perfezionismo normale (ad esempio, alti standard personali e necessità di ordine) rispetto ai soggetti normali (Ashby et al. , 1998). Le caratteristiche di personalità ossessivo-compulsiva rispecchiano chiaramente notevoli peculiarità dell’individuo a dieta, ad esempio la necessità di concentrarsi su alcuni dettagli alimentari, come le dimensioni e il colore del cibo per le anoressiche, stabilire rigide regole personali di condotta (in questo caso regole alimentari), ottenere ordine e organizzazione, rispettare orari. Tutto ciò coincide con alcuni sintomi del disturbo alimentare di estrema e accurata dieta: computo fedele di calorie pesate con accurata precisione, sviluppo rigido e incrollabile di piani alimentari, e monitoraggio rigoroso di grammi di grassi e fibre. Dunque, le anoressiche mostrano come scopo ultimo la necessità inderogabile di raggiungere un peso corporeo ideale e di mantenere un preciso e complesso regime alimentare tramite l’esercizio fisico, anche se rischiano di “morire di fame”. Inoltre, i tratti caratteriali di rigidità e di testardaggine riflettono probabilmente inflessibilità e determinazione nel voler raggiungere il peso ideale, malgrado il rischio di danni alla salute.

Risulta pertanto evidente che una preesistente struttura di tipo ossessivo-compulsivo potrebbe costituire terreno fertile per la genesi di una patologia alimentare di tipo anoressico (Peterson et al. , 2009). Secondo alcuni studi i tratti ossessivo-compulsivi, se presenti dall’infanzia, potrebbero essere considerati dei veri fattori di rischio. La presenza prematura di tali tratti aumenta la probabilità di sviluppare un disturbo alimentare di quasi sette volte. Tuttavia, questi risultati devono essere interpretati con la dovuta cautela stante l’esiguo numero di studi esistente in merito.

 

La relazione tra l’anoressia e il disturbo evitante di personalità

Bornstein (2001) ha inoltre osservato una relazione tra anoressia e disturbo evitante di personalità. Le persone con questo disturbo presentano un radicato senso di inadeguatezza e un elevato timore del giudizio negativo altrui e preferiscono non coltivare relazioni, ad eccezione di quelle abituali e rassicuranti, pur desiderando avere delle relazioni sociali. Queste persone, infatti, sentono come gli altri il bisogno di una vita di relazione soddisfacente, che però rimane inespresso; questo comporta un estremo malessere che può essere sperimentato come un doloroso senso di esclusione.

 

Conclusioni: la personalità della paziente anoressica

Vittorio Guidano (1988) è stato tra i primi a proporre un’ipotesi sulla personalità della paziente anoressica. Per Guidano l’anoressica ha una percezione vaga e indistinta di sé, che oscilla tra il bisogno assoluto di approvazione da parte delle persone significative e la paura di essere criticati o disconfermati dalle stesse, tanto da reagire ad ogni perturbazione dell’equilibrio tra queste due polarità emotive con un’alterazione dell’immagine corporea e una variazione del comportamento alimentare. L’ipotesi di Guidano sulla personalità della paziente anoressica, sebbene non confortata in maniera robusta da prove di fatto, può risultare utile dal punto di vista terapeutico.

 

RUBRICA MAGREZZA NON E’ BELLEZZA – I DISTURBI ALIMENTARI

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Sandra Sassaroli
Sandra Sassaroli

Presidente Gruppo Studi Cognitivi, Direttore del Dipartimento di Psicologia e Professore Onorario presso la Sigmund Freud University di Milano e Vienna

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Giovanni Maria Ruggiero
Giovanni Maria Ruggiero

Direttore responsabile di State of Mind, Professore di Psicologia Culturale e Psicoterapia presso la Sigmund Freud University di Milano e Vienna, Direttore Ricerca Gruppo Studi Cognitivi

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