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Invasione da Marte di Hadley Cantril (1940) – I grandi esperimenti di psicologia Nr. 3

L'esperimento è stato condotto negli USA per indagare le reazioni della popolazione ad una notizia drammatica ma non veritiera. 

Di Alessia Offredi

Pubblicato il 15 Feb. 2016

#3: Invasione da Marte di Hadley Cantril (1940)
Vi presentiamo una serie di articoli relativi ai più grandi esperimenti in ambito sociologico e psicologico. Per fare ciò abbiamo cercato di risalire alle fonti originarie, ai primi articoli divulgati dagli autori. In questo modo sarà più facile vivere le loro scoperte a partire dalle loro stesse ipotesi e respirare un’aria in cui, liberi (purtroppo) da vincoli etici, tutto era possibile in nome della scienza.

L’esperimento

30 Ottobre 1938. Siamo negli Stati Uniti, è sera e la radio è sintonizzata sul canale CBS, danno della musica da ballo. Ad un tratto, la musica si interrompe e il presentatore prende parola.

[blockquote style=”1″]Signore e signori, vogliate scusare per l’interruzione del nostro programma di musica da ballo, ma ci è appena pervenuto uno speciale bollettino della Intercontinental Radio News. Alle 7:40, ora centrale, il professor Farrell dell’Osservatorio di Mount Jennings, Chicago, Illinois, ha rilevato diverse esplosioni di gas incandescente che si sono succedute a intervalli regolari sul pianeta Marte. Lo spettroscopio indica che si tratta di idrogeno e che si sta avvicinando verso la terra a enorme velocità. (…)[/blockquote]

In seguito a questo primo messaggio, riprende il programma musicale. Tuttavia, le interruzioni si ripetono e le notizie sono sempre più inquietanti. Ad un tratto, si sentono urla di persone terrorizzate. Dopo poco, gli studi della CBS vengono invasi dalla polizia e le trasmissioni vengono interrotte.
Il panico si è disseminato in tutta la nazione, in alcuni paesi la gente scende in strada, disperata, a chiedere aiuto, a mettersi in salvo, a cercare di riunirsi ai propri cari, per prepararsi all’invasione aliena. Circa un milione di persone prega, piange, cerca disperatamente un modo per fuggire alla morte per mano dei marziani.

La trasmissione radiofonica “Mercury Theatre on Air” è stata costruita per riproporre attraverso la radio grandi opere della letteratura, come il libro di Wells “La guerra dei mondi”, da cui vengono estratti i brani letti dal presentatore. Per rendere più accattivante il programma, si sceglie di leggere brani del romanzo fantascientifico interrompendo una finta trasmissione musicale. Chi non ha seguito l’inizio del programma non capisce cosa stia succedendo, chi l’ha seguito rimane perplesso, non capisce realmente cosa stia succedendo, chi non sta ascoltando la radio riceve notizie allarmanti da amici o parenti e in pochi minuti un’intera nazione viene assalita dal terrore di un’invasione.

Ascolta l’audio del programma della CBS:

Questo episodio di cronaca non nasce come esperimento scientifico, ma è chiaro a tutti che un fenomeno di tale portata va approfondito: non è forse mai successo che persone di ogni fascia di età e in ogni parte degli USA abbiano una reazione così intensa e impaurita come questa notte. Un gruppo di sociologi, guidati da Hadley Cantril, cerca di capire cosa sia successo tra la popolazione.

Il gruppo della Cantril si muove cercando di intervistare più persone possibili. Un tale fenomeno era imprevedibile, pertanto si cerca di raccogliere alcuni dati dalle persone rimaste shockate dalla trasmissione. Incontrano 135 persone, a cui fanno domande dettate dal buon senso, senza poter avere alcuna ipotesi da testare o strumenti da applicare.

La sig.ra Ferguson, del New Jersey, dice: [blockquote style=”1″]Sapevo che si trattava di qualcosa di terribile, ero terrorizzata, ma non sapevo cosa fosse. Ho sempre saputo che, quando sarebbe giunta la fine del mondo, tutto sarebbe stato così veloce da non accorgersene neanche. Perché mai Dio ci avrebbe avvertiti con queste notizie? Quando ci dissero che strada prendere, di salire sulle colline, e i bimbi cominciarono a piangere, tutta la famiglia decise di uscire. Prendemmo delle coperte, mia nipote volle prendere anche il gatto e il canarino. Eravamo davanti al garage quando il ragazzo dei vicini venne a dirci che si trattava di una finzione.[/blockquote]

Le domande dei sociologi

Questa e altre dichiarazioni simili hanno portato i sociologi a porsi due domande fondamentali:

Perché questa trasmissione ha spaventato così tanto la popolazione rispetto ad altri programmi di fantascienza?

Gli studiosi attribuiscono la responsabilità di una reazione così inaspettata alla qualità del prodotto radiofonico. Chiunque avesse per caso ascoltato quella trasmissione, seppur ben informato, si sarebbe chiesto almeno per un attimo cosa stesse realmente succedendo. Il realismo del programma ha infranto i metri di giudizio a cui la popolazione era abituata. La radio, strumento di comunicazione per eccellenza negli anni ’30 e ’40, non solo ha favorito la diffusione del messaggio, ma gli ha conferito una sorta di autorità. Il continuo riferimento ad autorità scientifiche e ad istituzioni governative, inoltre, ha rinforzato la credibilità del pericolo imminente, mentre il senso di smarrimento descritto dai finti testimoni oculari ha generato un clima di tensione e imprevedibilità.

Perché ha spaventato alcune persone e altre no?

Per rispondere a questa domanda, il team di sociologi divide gli ascoltatori in diverse categorie, in base alle reazioni descritte:
– Coloro che hanno continuato a cercare la coerenza interna del programma, certi che si trattasse di una finzione.
– Coloro che hanno cercato informazioni sull’evento al di fuori del programma, rendendosi conto che tale notizia non poteva essere trasmessa attraverso un solo canale, deducendo quindi che doveva trattarsi di una messinscena.
– Coloro che hanno cercato informazioni al di fuori del programma, ma hanno continuato a credere che si trattasse di un evento reale, perché troppo spaventati per accettare spiegazioni alternative o perché le modalità con cui cercavano altre informazioni era evidentemente inefficace.
– Coloro che non hanno neppure messo in discussione la veridicità della notizia.

Ciò che sembra aver creato e diffuso il panico in tale situazione viene ricondotto a una mancanza di giudizio critico, probabilmente dovuta a una forte attivazione emotiva. L’improvviso terrore ha impedito ad alcune categorie di ascoltatori di compiere le normali operazioni di verifica della notizia, accettata quindi quasi automaticamente come realtà. Vengono successivamente individuate alcune caratteristiche comuni a chi ha reagito alla trasmissione con panico e terrore: alta suggestionabilità, standard di giudizio inappropriati, insicurezza nelle proprie capacità interpretative o assenza di critica. Il momento storico è caratterizzato da un momento di crisi economica, che può aver alimentato sentimenti di insicurezza nella popolazione: è un decennio di eventi poco chiari, quasi inspiegabili e un’inspiegabile invasione aliena pare essere una reale probabilità, a cui non c’è via d’uscita. Di qui il panico collettivo.

Oggi sappiamo che l’attivazione emotiva può effettivamente interferire sulle nostre capacità cognitive, pensiamo ad esempio al mood congruity effect nel caso dell’accessibilità ai ricordi (Bower, Monteiro & Gilligan, 1978). Sicuramente i dati raccolti in occasione di questo evento hanno mostrato la necessità di un approfondimento della relazione tra pensieri e emozioni: cinquant’anni dopo questo studio, viene teorizzato il contagio emotivo (Hatfield, Cacioppo & Rapson, 1993).

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RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
  • Bower, G. H., Monteiro, K. P., & Gilligan, S. G. (1978). Emotional mood as a context for learning and recall. Journal of Verbal Learning & Verbal Behavior, 17,573-585
  • Cantril, H. (1940). The invasion from Mars: A study in the psychology of panic. Princeton, NJ: Princeton University Press
  • Hatfield, E., Cacioppo, J. L. & Rapson, R. L. (1993). Emotional contagion. Current Directions in Psychological Sciences, 2, 96-99.
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