Dal VI FORUM sulla FORMAZIONE in PSICOTERAPIA – Assisi 2015
Modalità Competitive e Relazioni Interpersonali: Ipercompetitività e Bullismo
Maria Elena Maisano, Fulvio Tassi, Sara Mori
Uno studente è oggetto di azioni di bullismo, ovvero è prevaricato o vittimizzato, quando viene esposto, ripetutamente nel corso del tempo, alle azioni offensive messe in atto da parte di uno o di più compagni
Olweus, 1996
Nello studio si é tentato di verificare l’esistenza di una correlazione positiva tra ipercompetitività e bullismo.
Traendo spunto dall’esistenza di diverse analogie tra le caratteristiche di personalità e comportamentali degli individui ipercompetitivi (con stile competitivo volto a vincere sull’avversario a tutti i costi) e quelle dei cosiddetti bulli, si é tentato di verificare l’esistenza di una correlazione positiva tra ipercompetitività e bullismo, ipotizzando che una forte carica competitiva possa contribuire all’acquisizione ed al rafforzamento di caratteristiche di personalità che scatenino condotte di tipo disadattivo.
Gli strumenti utilizzati sono l’adattamento italiano delle due scale Hypercompetitive Attitude Scale (HCA) e Personal Development Competitive Attitude Scale (PDCA ) ideate da Ryckman et al. I dati sono stati raccolti da un campione di 1011 studenti (583 maschi e 428 femmine) frequentanti i primi tre anni di scuole superiori della provincia di Lucca.
I risultati hanno confermato l’esistenza e la significatività della correlazione tra bullismo e ipercompetizione. La correlazione tra bullismo e competizione evolutiva (stile competitivo centrato sul miglioramento della performance) è risultata non significativa, sebbene non totalmente negativa. Probabilmente, perché anche laddove si compete per cercare di migliorare se stessi e la propria performance, non si é del tutto immuni dall’istinto a prevalere sull’avversario.
L’esistenza di una correlazione positiva tra ipercompetizione e bullismo indicherebbe una forma di influenza tra di essi che sarebbe interessante approfondire con ulteriori ricerche. Se le caratteristiche di tale influenza venissero meglio definite, sarebbe possibile ipotizzare che interventi, ad es. di tipo psicoeducativo, mirati all’acquisizione di uno stile competitivo positivo, potrebbero costituire un fattore di prevenzione o di diminuzione del rischio di porre in essere atti di bullismo nei confronti dei pari.