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Addio a Oliver Sacks: il neurologo con la sensibilità dello scrittore

Una notizia improvvisa, il 30 agosto 2015, ha colpito la comunità scientifica e non solo: il neurologo Oliver Sacks è morto per una grave forma di cancro.

Di Marina Morgese, Marianna Palermo

Pubblicato il 01 Set. 2015

Una notizia improvvisa, il 30 agosto 2015, ha colpito la comunità scientifica e non solo: Oliver Sacks è morto per una grave forma di cancro.

La notizia, seppur improvvisa, non può dirsi inaspettata: lo stesso Sacks aveva annunciato in una sua lettera, pubblicata sul New York Times a febbraio, di aver scoperto la sua malattia e di dover scegliere il modo migliore in cui vivere i suoi ultimi mesi di vita.

Oliver Sacks è stato un neurologo e scrittore, ha lavorato come professore di Neurologia e Psichiatria presso importanti Università, quali la Columbia University e la New York University School of Medicine. Ha dedicato gran parte del suo lavoro allo studio di particolari condizioni neurologiche e psichiatriche (fino a battersi per favorire una maggiore conoscenza delle sindromi di Tourette e di Asperger nel panorama scientifico e non solo).

Oliver Sacks ha manifestato una grande dedizione nel lavoro e nella ricerca sulle encefaliti letargiche e nella cura di pazienti con lesioni cerebrali, ed è proprio di questi che racconta, nel 1985, in una delle sue opere più importanti e più conosciute: L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello.

Grazie alle sue risapute doti di scrittore, attraverso il racconto di alcuni casi clinici seguiti, egli pone l’attenzione sul paziente e sul tentativo di quest’ultimo di conservare la sua identità, nonostante la malattia.

Altra pietra miliare dei suoi scritti è il saggio del 1973 Risvegli, raccolta di riflessioni e osservazioni personali nate dalla sua attività professionale svolta presso una struttura che ospitava pazienti in lungodegenza, affetti da patologie neurologiche, da cui è stato tratto l’omonimo film con Robin Williams e Robert De Niro.

L’ARTICOLO CONTINUA DOPO IL VIDEO DEL TRAILER:

Il tatto con cui Sacks scrive della malattia mentale, l’empatia e l’ironia che usa per descrivere l’altro in quanto persona prima che paziente, sono il riflesso di un professionista che ha svolto il suo lavoro con rispetto per la sofferenza altrui e con una sensibiità riconosciutagli da tutti i suoi pazienti e colleghi.

Forse ‘merito’ della storia personale di Sacks: un fratello schizofrenico e l’aver sofferto in prima persona di prosopoagnosia, hanno portato il neurologo a sentirsi più vicino alla realtà di chi soffre. Sacks ha inoltre fondato un’associazione non profit, impegnata nel migliorare la comprensione del cervello umano e della mente attraverso il potere della narrativa non fiction e dei casi di studio, mission della Fondazione era ridurre lo stigma della malattia mentale e neurologica, supportando un approccio umano alla neurologia e alla psichiatria.

La morte è giunta improvvisa, dunque, ma non inaspettata: eppure per chi conosceva e seguiva Sacks, le sue opere, la sua professionalità, è stato difficile prepararsi a una notizia del genere. Egli ha scritto:

Non riesco a fingere di non avere paura, ma il sentimento predominante è la gratitudine: sono stato un essere senziente, un animale pensante, su questo splendido pianeta, e questo è stato un privilegio e un’avventura.

Eppure, oggi, ciò che viene spontaneo scrivere è come sia stato un privilegio per questo splendido pianeta avere un animale pensante come te.

 

Di seguito, la raccolta degli omaggi delle maggiori testate giornalistiche resi al Neurologo:

Sacks è stato soprattutto apprezzato per la sua attività divulgativa, tanto da essere spesso definito un ‘poeta’ della medicina moderna. I suoi libri, molti diventati bestseller, generalmente erano scritti in forma di aneddoti: i suoi pazienti più famosi sono quelli descritti nel libro ‘Risvegli’, pubblicato nel 1973 e successivamente adattato in un film di Penny Marshall, candidato all’Oscar.

da Il Post: E’ morto Oliver Sacks

 

A dispetto di una serie disparata di problemi medici e chirurgici che includevano un cancro allora superato, gravi problemi di vista e alle ossa, Sacks scriveva di essere ‘felice di essere vivo’. Felice ‘di aver provato tante cose – alcune meravigliose, altre orribili – di aver saputo scrivere decine di libri e di aver ricevuto innumerevoli lettere da amici, colleghi e lettori. Di aver goduto quella che Nathaniel Hawthorne aveva definito ‘una comunione col mondo”.

da Repubblica.it: È morto Oliver Sacks, neurologo e autore di ‘Risvegli’

 

…si considerava «un naturalista o un esploratore» del cervello: così’ aveva scritto lui stesso in «Su Una Gamba Sola» … Attirando l’attenzione su sindromi fino ad allora poco note, l’autismo, Tourette o Asperger, umanizzandole e smitizzandole, Sacks aveva raggiunto un livello di popolarità raro tra i suoi colleghi scienziati

da La Stampa: Addio a Oliver Sacks, il neurologo scrittore

 

Infine l’omaggio video reso dal New York Times, giornale al quale Oliver Sacks ha affidato i pensieri e le riflessioni legati alla malattia da poco diagnosticata:

ARTICOLO CONSIGLIATO:

L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello (1985) di Oliver Sacks – Recensione

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Marina Morgese
Marina Morgese

Caporedattrice di State of Mind

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Marianna Palermo
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Dottoressa in Psicologia Clinica

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